La scomparsa dell’on Salvatore ‘Turi’ Grillo: memorie di un cronista politico

29 gennaio 2020

L’on Salvatore Grillo è stato deputato regionale per poco più di trent’anni, dalla metà degli anni ’60 fino al 1986. Nel ricordare la sua scomparsa raccontiamo una vicenda avvenuta nel 1986, quando chi scrive, da qualche anno, si occupava, per lavoro, di politica siciliana 

All’età di 97 anni si è spento l’on Salvatore ‘Turi’ Grillo. Uomo politico di Marsala, provincia di Trapani, è stato parlamentare regionale dal 1967 al 1986 e anche assessore regionale. Prima di essere eletto in Assemblea regionale siciliana era stato sindaco di Marsala.

Chi scrive, nel 1986, aveva iniziato da qualche anno ad occuparsi di politica. In giacca e cravatta, ogni mattina, ci recavamo a Palazzo Reale, sede del Parlamento della nostra Isola. Questo articolo lo siamo scrivendo perché vogliamo ricordare una vicenda della quale l’on Grillo è stato protagonista.

Il 19 Gennaio del 1986 era morto Nino Salvo, uno dei due noti cugini che operavano nel complicato mondo delle esattorie siciliane. Per la cronaca, Nino e Ignazio Salvo – entrambi originari di Salemi, provincia di Trapani – erano, insieme con la famiglia Cambria di Messina, gli esattori siciliani per antonomasia.

In quegli anni la riscossione dei tributi a ruolo era gestita da privati. La più importante società esattoriale era la Satris, che faceva capo alla famiglia Salvo. La Satris aveva gestito le esattorie fino al 1981, poi aveva abbandonato il servizio perché ritenuto poco remunerativo.

I Salvo avevano fatto fortuna alla fine degli anni ’50 del secolo passato, durante gli anni politicamente tumultuosi del Governo regionale del democristiano ‘ribelle’, Silvio Milazzo.

Negli anni ’60 e negli anni ’70, in Sicilia, i Salvo erano potentissimi. Chi inizia a creare qualche difficoltà ai salvo e, in generale, agli esattori privati, è Piersanti Mattarella, che sarà assessore regionale alla Presidenza, con la delega per il Bilancio, dal 1971 al 1978. Ma questa è un’altra storia.

Nel 1986, pur non gestendo più le esattorie siciliane (che nel frattempo, dopo una breve gestione da parte di un delegato governativo, erano passate a una società composta da banche, la Sogesi), la famiglia Salvo era ancora molto potente. Anche perché erano venuti a galla i rapporti con la mafia.

Sui Salvo avevano indagato i magistrati Rocco Chinnici e Giovanni Falcone. Il primo verrà ucciso il 29 Luglio del 1983 a Palermo. L’anno dopo Falcone farà arrestare i cugini Salvo con l’accusa di associazione di tipo mafioso.

Come già ricordato, nel 1986 muore Nino Salvo. Chi andrà ai suoi funerali? La domanda che in quei giorni si ponevano tanti osservatori politici (e non soltanto loro) era più che legittima.

Contrariamente a quello che hanno cercato di far credere, i cugini Salvo, pur essendo molto vicini alla Democrazia cristiana, non erano legati alla sola Democrazia cristiana. I cugini Nino e Ignazio Salvo avevano rapporti con quasi tutti i partiti politici dell’epoca, di maggioranza e di opposizione.

Di questa trasversalità dei cugini Salvo aveva fatto le spese, nei primi anni ’60 il democristiano Giuseppe D’Angelo. Eletto presidente della Regione siciliana dopo gli anni del milazzismo, D’Angelo aveva deciso di moralizzare la vita politica siciliana; tra i provvedimenti che aveva messo in cantiere c’era anche una diversa gestione delle esattorie.

Ma a Sala d’Ercole – la grande stanza del Palazzo Reale di Palermo dove si riunisce il Parlamento siciliano – l’allora presidente della Regione si ritrovò in netta minoranza. Non solo il suo Governo non riuscì a intaccare la gestione delle esattorie, ma alle successive elezioni regionali del 1964, D’Angelo – candidato nel suo collegio di Enna – non venne rieletto.

Torniamo ai funerali di Nino Salvo. Erano tanti, i politici siciliani che avevano avuto rapporti politici con Nino Salvo. Ma ai funerali si registrò il fuggi fuggi generale. Una gara di ipocrisia allo stato puro.

Solo un parlamentare regionale – che in quel momento ricopriva la carica di vice presidente del Parlamento siciliano – si presentò ai funerali di Nino Salvo: era l’on Salvatore ‘Turi’ Grillo.

Tra l’altro, benché trapanese di Marsala – almeno così a noi risulta – Grillo non era affatto molto legato alla famiglia Salvo. Si conoscevano, certo: e infatti, proprio perché lo conosceva, l’on Grillo andò ai funerali di Nino Salvo.

Chi scrive allora era piuttosto giovane. E qualcosa, della politica siciliana, benché giovane, la conosceva già (eredità di famiglia). Detto questo a noi il gesto naturale dell’on Grillo piacque: tra i tanti parlamentari siciliani che Nino Salvo aveva frequentato in un trentennio, solo uno si era presentato al suo funerale. Mentre tanti altri si erano defilati.

Subito scattarono le sceneggiate tipiche dei ‘sepolcri imbiancati’ della politica siciliana di quegli anni. A gridare allo ‘scandalo’, come in certi racconti di Guy de Maupassant, erano proprio coloro i quali, per decenza, avrebbero dovuto restare zitti.

Questo succedeva, come già accennato, nel Gennaio del 1986. A Giugno ci sarebbero state le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana. Segretario nazionale della Dc era Ciriaco De Mita. Che, in effetti, aveva cominciato un certo rinnovamento nel partito.

Sembra che l’ordine di non ricandidare Grillo sia partito da Roma (anche se non saranno mancati i suggerimenti in salsa siciliana).

L’on Grillo non fece una piega. Si limitò a dire:

“Non vogliono candidare me? Allora si candiderà mio figlio”.

E così fu. Così il figlio dell’on Grillo, Massimo, che allora non aveva compiuto 23 anni, si ritrova candidato nel collegio di Trapani e viene e eletto. Una bella ‘botta’ per quei democristiani che pensavano di avere già in tasca il seggio di Grillo!

Foto tratta da Wikipedia

 

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