E’ la fine ‘voluta’ del Movimento 5 Stelle che attenua la crisi del PD. Ora il Sud è sempre più solo

27 gennaio 2020

La politica non si fa con i se. Ma è evidente che la scelta imposta da Beppe Grillo nell’Agosto dello scorso anno, ovvero l’accordo di Governo con il PD, ha finito di distruggere il Movimento 5 Stelle. I milioni di voti grillini sono ormai in libera uscita e stanno aiutando il PD. Ma questo sposta ancora più a Nord il baricentro della politica italiana, visto che il PD insegue la Lega di Salvini. E’ il Sud, ora, che deve reagire  

Un anno e mezzo fa era il primo partito in Italia con oltre il 30% dei consensi. Alle elezioni europee del Maggio dello scorso anno il Movimento 5 Stelle ha dimezzato i consensi perdendo circa 6 milioni di voti. Oggi i risultati delle elezioni regionali di Emilia Romagna e Calabria consegnano un Movimento che ‘viaggia’ tra il 5 e il 7%. Un crollo.

Il dato politico che emerge è piuttosto chiaro: se l’alleanza di Governo con la Lega ha fatto dimezzare i consensi al Movimento 5 Stelle, l’alleanza con il PD sta portando i grillini verso l’estinzione.

Nel Governo con la Lega di Matteo Salvini hanno pagato per la mancanza di esperienza, nel Governo con il PD pagano il prezzo dell’assenza.

L’alleanza con la Lega dava ai grillini una certa visibilità, offuscata quanto si vuole, ma la loro presenza si avvertiva; nel governo con il PD l’unico dato politico che emerge è, per l’appunto, la non-presenza dei grillini.

Oggi molti osservatori parlano di grande recupero del PD. La realtà è un po’ diversa. Non soltanto perché l’Emilia Romagna è Regione a sé, e non è certo un campione politico rappresentativo dell’Italia, ma soprattutto perché il recupero del PD è il frutto di precise scelte politiche dei vertici del Movimento 5 Stelle, che hanno deciso di far scomparire lo stesso Movimento: è come se avessero deciso di immolarsi per far riprendere fiato e voti al Partito Democratico. 

La vera domanda è: che fine hanno fatto i voti del Movimento 5 Stelle? In Emilia Romagna, in parte, sono andati al PD e, in generale, al centrosinistra. Ma questo, in Calabria, è avvenuto in minima parte.

Il dato politico deve fare riflettere. Di fatto, un Movimento che un anno e mezzo fa si attestava al 32% dei consensi è scomparso. Stiamo parlando di 10-11 milioni di voti! Il crollo elettorale è spaventoso.

Qualche giorno fa Byoblu – il video blog di Claudio Messora – in un servizio sulla crisi dei grillini dal titolo “5 Stelle cadenti, continua la fuga dei parlamentari grillini” – ha descritto in modo molto efficace le ragioni della crisi del Movimento 5 Stelle.

Ma nemmeno noi – che pure ci aspettavamo una sconfitta dei grillini – pensavamo a un tonfo di queste proporzioni.

LA SCOMPARSA DI CASALEGGIO – La verità è che, dopo la morte di Gianroberto Casaleggio, che è stato il vero fondatore del Movimento 5 Stelle, è cambiato tutto.

Sicuramente Luigi di Maio, protagonista di una carriera lampo, ha grandi responsabilità.

Le elezioni interne al Movimento del Dicembre 2017 sono state una mezza farsa. E sono stati sbagliati i cambiamenti che lo stesso Di Maio ha cavalcato.

Da anti euro, il Movimento 5 Stelle è diventato pro-euro.

Da soggetto politico estraneo e avversario della grande finanza speculativa, il Movimento con a ‘capo’ Di Maio ha cambiato linea: lo stesso Di Maio si è fatto ritrarre tra strette di mano e sorrisi con i protagonisti dei mercati finanziari.

Nel Movimento 5 Stelle, o quanto meno dai vertici di questo Movimento, è scomparsa la voglia di combattere contro le istituzioni finanziarie internazionali, dalla Commissione Trilaterale a tutto il resto.

L’ABBANDONO DEL SUD – In Italia il Movimento ha dimenticato il Sud, che pure, alla fine, è stato determinante nella vittoria alle elezioni politiche del Marzo 2018.

Incredibile il comportamento del Movimento 5 Selle – e soprattutto di Di Maio nelle vesti di vice Presidente del Consiglio e di Ministro – a Taranto con l’acciaieria ILVA: l’impegno assunto con gli elettori era di chiudere l’acciaieria, ma è così non è stato; idem con la TAP sempre in Puglia per la precisione nel Salento.

Non parliamo del nulla dei grillini in Sicilia e, in generale, nel resto del Sud.

Non parliamo del nulla dei grillini rispetto alla vertenza del grano duro del Mezzogiorno. O ai silenzi sulla vicenda del grano Senatore Cappelli. E silenzi anche sulle navi cariche di grano canadese e, in generale, estero che continua ad arrivare copioso in Italia.

Senza il fallimento – e il tradimento – dei grillini nel Sud non sarebbe mai nato il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale di Pino Aprile, perché in tanti, nel Sud, hanno dato credito al Movimento 5 Selle pensando che da loro, nel Sud, sarebbe arrivata una ventata di cambiamento.

IL FOLLE ACCORDO DI GOVERNO CON IL PD – Tutto questo – e altro – ha fatto perdere credibilità al Movimento 5 Stelle. Ma la vera svolta negativa, per i grillini, si è verificata nell’Agosto dello scorso anno, quando Matteo Salvini ha aperto la crisi del primo Governo Conte.

E’ stato a questo punto che si è scoperto che il ‘capo’ politico del Movimento 5 Stelle non era Di Maio, ma Beppe Grillo. E’ stato quest’ultimo ad imporre l’assurdo accordo con il PD! Un controsenso politico che non avrebbe potuto che portare ai risultati delle elezioni regionali di Emilia Romagna e Calabria.

Non c’è una ripresa del PD: è la fine del Movimento 5 Stelle, frutto dell’accordo di Governo con il PD, che sta determinando la fuga degli elettori dal Movimento: una fuga che, in parte, va a sostenere il centrosinistra nel suo insieme.

I DUE TEMI – Ci sono due temi che emergono con forza nell’attuale momento politico.

Il primo è il ruolo dei parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle, che si ritrovano alla Camera e al Senato pur sapendo che il loro soggetto politico di appartenenza non c’è più.

Il secondo tema è la divaricazione politica e sociale che si andrà ad accentuare a spese del Sud.

GRILLINI VERSO LA SCISSIONE – Cominciamo con i parlamentari nazionali grillini. La scomparsa del Movimento ha già prodotto effetti sia tra gli eletti alla Camera e al Senato, sia nei territori. Gli eletti a Montecitorio e a Palazzo Madama sanno di contare poco o nulla nel Governo – dove peraltro sono minoranza – e sanno che, restando in questa situazione, non verranno più rieletti.

E’ probabile – che poi è quello che sta succedendo in Sicilia – che una parte dei grillini provi a fare qualcosa di diverso, magari con una scissione. Questo potrebbe succedere alla Camera dei deputati, al Senato, nelle Regioni e nelle città.

Questo non significherebbe mettere in crisi l’attuale Governo Conte bis: ma significherebbe ridisegnare il profilo politico dell’attuale Governo nazionale, provando a dare una prospettiva a un possibile nuovo soggetto politico che, dalla Camera e dal Senato, si proietti nel territorio.

A cominciare, ad esempio, dalla battaglia sulle autostrade che vede unita tutta la vecchia politica a sostegno dei vecchi gestori. Il nuovo soggetto parlamentare e politico, che dovrebbe nascere dalla scissione dei grillini, potrebbe iniziare a dare battaglia su questo argomento, chiedendo l’azzeramento della gestione delle autostrade: cosa che l’ormai ‘scomparso’ Movimento 5 Stelle non ha mai fatto: tant’è vero che, pur avendo il doppio dei parlamentari, i grillini non sono riusciti ad imporre al PD il cambio di gestione delle autostrade.

IL SUD SI DIA UNA MOSSA – Il secondo tema è quello che riguarda il Sud. Il PD tiene sia perché è scomparso il Movimento 5 Stelle, sia perché lo stesso PD, nel Centro Nord, insegue la Lega sui temi dell’Autonomia differenziata e della contestuale penalizzazione del Sud.

Abbiamo visto come un esponente di spicco del PD pugliese, l’attuale Ministro Francesco Boccia, non ha esitato a schierarsi con il suo partito in favore di un’Autonomia differenziata che penalizzerebbe il Sud.

Questo impone al Sud, a partire dalle elezioni regionali in Puglia, di reagire. presentando un proprio candidato e una propria lista. 

I voti che la vecchia politica ha preso in Calabria non sono veritieri. Quando si presenterà un soggetto politico del Sud – che già c’è, ed è il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale di Pino Aprile – i partiti della vecchia politica vedranno sensibilmente ridurre i propri consensi.

Contrariamente a quello che pensano moti amici del Movimento 24 Agosto, la rete può fare molto: non sarà risolutiva, ma giocherà un ruolo importante nel ‘rodaggio’ e poi nella stabilizzazione elettorale del Movimento.

Noi torniamo a ripeterlo: il ‘rodaggio’ deve avvenire con le elezioni regionali in Puglia: un candidato del Movimento 24 Agosto in questa Regione scombinerebbe i giochi e stravolgerebbe tutti gli equilibri che centrodestra e centrosinistra stanno provando a ‘disegnare’.

Non c’è più tempo da perdere.

Il Movimento 5 Stelle è finito e quello che nascerà dalla probabile scissione dei grillini è tutto da scoprire.

Il PD ha vinto in Emilia Romagna, ma la Lega, nella stessa Emilia Romagna, è al 30%, qualche punto dietro il PD.

In Calabria la Lega è al 10%: e questa è un’assurdità. Gli elettori calabresi che hanno votato la Lega sono in minima parte leghisti; in massima parte sono cittadini che cercano un’alternativa alla vecchia politica. E succederà la stessa cosa in Puglia.

Basta temporeggiare, amici del Movimento 24 Agosto: in Puglia, alle elezioni regionali, bisognerà esserci!

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti