Come in un film scopriamo che il Coronavirus è stato selezionato in un laboratorio militare/ MATTINALE 515

26 gennaio 2020

Anche se, a dir la verità, non riusciamo a capire il perché i militari cinesi avrebbero selezionato questo agente patogeno letale per infettare il proprio Paese. Saremo anche un po’ “complottisti”, ma guarda caso è stato colpito l’unico Paese al mondo – la Cina – dove non c’è il primato dell’economia sulla politica: dove, cioè, non trionfa la dabbenaggine del liberismo economico governato dalle multinazionali  

La notizia circola da qualche giorno: il virus, anzi il Coronavirus che arriva dalla Cina sarebbe stato selezionato in un laboratorio, a quanto pare militare. Secondo il Tgcom 24, sarebbe venuto fuori da un laboratorio di Wuhan, la città cinese che sembra essere l’epicentro di questa malattia che sta facendo tremare il mondo.

Nel corso degli anni il cinema ha proposto tanti film spettacolari nei quali si raccontano alluvioni, glaciazioni e anche diffusioni di malattie.

Ebbene, oltre che per le alluvioni e le glaciazioni, possiamo dire che anche per la diffusione di infezioni mortali di agenti patogeni – in questo caso il Coronavirus cinese – il cinema ha anticipato la realtà. 

Noi, questa riflessione, la coviamo da giorni. Abbiamo atteso il servizio del Tgcom 24 per scriverla per un motivo semplice: perché non ci va di passare per i soliti “complottisti”.

Ora sappiamo che una cosa della quale noi siamo convinti da tempo è ormai di dominio pubblico: e cioè che nei laboratori delle grandi potenze mondiali si selezionano agenti patogeni letali.

Una volta la scienza lavorava per eliminare gli agenti patogeni dal mondo; oggi, invece, si lavora per crearne di nuovi. Chissà perché.

Però una domanda la vogliamo porre: per quale motivo i cinesi avrebbero dovuto creare un virus mortale in laboratorio per diffonderlo nel proprio territorio?

Non vogliamo arrivare alla conclusione che è in atto una guerra biologica. Però agli osservatori attenti non sfugge che, ormai da tempo, la Cina è oggetto di tante attenzioni, da parte di altre potenze mondiali, un po’ invidiose per i risultati economici e tecnologici ottenuti da questo Paese e, soprattutto, per le potenzialità economiche non ancora espresse.

Guarda caso, questo Coronavirus arriva mentre è in corso una guerra commerciale – a colpi di dazi doganali – con gli Stati Uniti d’America.

Noi non ci avventuriamo in congetture: ci stiamo limitando soltanto a descrivere la realtà.

Non è poi così difficile osservare, in queste ore, i danni economici che il Coronavirus sta provocando in Cina. Pensiamo agli effetti – devastanti – che questa patologia sta provocando nelle attività commerciali di un Paese che esporta le proprie merci in tutto il mondo!

Pensiamo a come vengono guardate, in queste ore, le comunità cinesi diffuse in tanti Paesi del mondo.

Poi sia chiaro, ognuno è libero di pensare ciò che vuole. Ma è un fatto oggettivo che questa malattia che fa tanta paura sia comparsa in un mondo nel quale domina la follia liberista della globalizzazione dell’economia: un mondo dove il profitto viene prima dei valori umani e il commercio non serve per far crescere le comunità umane, ma per renderle schiave, distruggendo le agricolture e, in generale, le economie di interi Paesi nel nome del denaro.

La Cina – anche questo è un dato oggettivo – ha un po’ rivoluzionato questo schema. A differenza, per citare due esempi – di Stati Uniti e Unione europea, dove le multinazionali controllano i governi e dove il primato dell’economia sulla politica è un fatto acclarato – in Cina è il Governo che si serve del capitalismo liberista.

In altre parole, in Cina è ancora la politica che controlla l’economia utilizzando il liberismo economico. Cosa, questa, che non piace a chi, ormai, ha ridotto la politica ad un ruolo ancillare.

Ultima notazione: non è che, tra qualche tempo – come in un film – spunterà il vaccino che farà guadagnare una barca di soldi alla multinazionale di turno?

Foto tratta da Internazionale    

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