Spetta a Papa Francesco metterci in guardia dal “populismo”?

20 gennaio 2020

Noi pensavamo che la Chiesa ci dovesse invitare a pregare e a riflettere su Nostro Signore Iddio. Con tutto il rispetto, con l’attuale Papa e con le sue prediche, ci troviamo invece immersi fino al collo in meri problemi politici, ben lontani dalla spiritualità

Oggi, come ogni giorno, a pranzo, abbiamo acceso la televisione per ascoltare un TG. Ne prendiamo uno a caso, possibilmente cambiando ogni giorno. Dopo un servizio su non sappiamo più quale incidente è spuntato Papa Francesco. Confessiamo che siamo rimasti di sasso quando, a un certo punto, il Pontefice, piuttosto che invocare il perdono, o invitarci ad una preghiera, si è esibito in una mezza rampogna contro “i populisti”.

Ci siamo ricordati – è stato un lampo di ricordi – di quando un giornalista non esattamente lungimirante chiese all’allora Arcivescovo di Palermo, Cardinale Salvatore Pappalardo, che si accingeva a celebrare una Santa Messa dopo uno dei tanti episodi luttuosi di quegli anni:

“Allora Cardinale, una Messa Antimafia?”.

Il Cardinale Pappalardo lo fissò per una frazione di secondo, poi con un sorriso un po’ amaro (almeno a noi sembrò un sorriso amaro), rispose:

“La Santa Messa non può mai essere contro qualcuno”.

Ebbene, oggi a pranzo, mentre ascoltavamo stupiti la predica-rampogna di un Papa, che invece di occuparsi di problemi spirituali vive immerso nei problemi politici – peraltro di politica non eccelsa: politica degna in tutto e per tutto dell’attuale, massonica Unione europea liberista – ci siamo chiesti, pur con tutto il rispetto che si deve al Santo Padre: ma che c’entra il Papa con il populismo? Ma dove sta andando la Chiesa di Roma?

Andiamo su Wikipedia e cerchiamo la parola “populismo”.

“Per populismo (dall’inglese populism, traduzione del russo народничество narodničestvo) si intende genericamente un atteggiamento ed una prassi politica che mira a rappresentare il popolo e le grandi masse esaltandone valori, desideri, frustrazioni e sentimenti collettivi o popolari”.

Stando a questa definizione il Papa parlava di politica. Mettendoci in guardia dal “populismo”.

Ma il ruolo del Papa è quello di metterci in guardia dal “populismo”, cioè da “un atteggiamento ed una prassi politica che mira a rappresentare il popolo e le grandi masse esaltandone valori, desideri, frustrazioni e sentimenti collettivi o popolari”?

In pratica, l’attuale Papa – sempre con il rispetto che si deve alla sua figura – parla come parlano i politici pro-Unione europea dell’euro! Cos’è diventata la Chiesa cattolica? Una variante neo-guelfa dell’europeismo?

Andiamo avanti. Sempre su Wikipedia, sempre a proposito del “populismo”:

“Con un significato più neutro negli anni più recenti – e segnatamente nel periodo post-crisi – è diventato di uso diffuso in Europa, per caratterizzare quei partiti e movimenti politici che in forme e con finalità differenti intendono rappresentare gli interessi della popolazione contro quelli dell’establishment e delle cosiddette élite”.

Quindi se il Papa ci mette in guardia contro il “populismo” – stando a questa definizione – ci invita ad andare contro “quei partiti e movimenti politici che in forme e con finalità differenti intendono rappresentare gli interessi della popolazione contro quelli dell’establishment e delle cosiddette élite”?

Altra definizione di “populismo”, ancora Wikipedia:

“In senso spregiativo esso indica l’atteggiamento demagogico volto ad assecondare/accattivarsi le aspettative del popolo, indipendentemente da ogni valutazione del loro contenuto, della loro opportunità, in funzione dell’ottenimento di consenso politico o di popolarità attraverso varie possibili forme di propaganda politica”.

Spetta al Papa utilizzare la parola “populismo” in senso dispregiativo?

C’è o no – sempre con il massimo rispetto – qualcosa che non va nella Chiesa cattolica di oggi?

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