Allegria: a Sigonella c’è un drone-spia! Si chiama Global Hawk, localizza le armi e ottimizza le “strategie militari”…

20 gennaio 2020

Oltre a MUOS di Niscemi e a Sigonella, adesso nella nostra Isola abbiamo anche un drone-spia. “Nei cieli italiani torna l’allerta massima – scrive ‘Sardiniapost’ -. La nuova condizione di rischio, che riguarda anche le basi della Sardegna, è legata al Global Hawk, il drone-spia della Nato, da oggi a disposizione nella base di Sigonella, in Sicilia”. Il Governo regionale di Nello Musumeci sa qualcosa?  

Riprendiamo con piacere un articolo di tre giorni fa pubblicato da Sardianpost che riguarda la Sicilia. O meglio, la militarizzazione della nostra Isola e, in generale, dell’Italia.

“Nei cieli italiani – leggiamo su Sardiniapost – torna l’allerta massima, sebbene il livello di guardia sia sempre rimasto alto dal 5 gennaio scorso, quando la guerra in Libia ha toccato il suo picco di emergenza (leggi qui). La nuova condizione di rischio, che riguarda anche le basi della Sardegna, è legata al Global Hawk, il drone-spia della Nato, da oggi a disposizione nella base di Sigonella, in Sicilia. Si tratta di un velivolo super tecnologico che viene pilotato in remoto. Ha un motore Rolls-Royce, è lungo 14 metri e con un’apertura alare di quasi 36 metri”.

Insomma, in Sicilia a Sigonella – la base militare americana che si trova nella Piana di Catania, a due passi da Lentini – da qualche giorno viviamo in ‘compagnia’ di un drone da guerra: per la precisione è un drone-spia.

“Il Northrop Grumman Rq-4 Global Hawk – questo il nome completo di questo strumento di guerra, leggiamo ancora su Sardiniapost – è un drone da ricognizione usato dall’Aeronautica americana. Pesa 3.850 chili e può viaggiare per trenta ore (o 22mila chilometri) senza aver bisogno di essere rifornito. L’arrivo del drone-spia è stato accompagnato da un cerimonia ufficiale nella base catanese. C’erano Ail segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg; il presidente del comitato militare dell’Alleanza, Stuart Peach; il comandante supremo delle forze alleate in Europa, Tod Wolters; il sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi, che ha sostituito il ministro Lorenzo Guerini impegnato in una riunione a Roma”.

Così c’è stata anche una mezza festa con la partecipazione del Governo italiano: beh, ci potevano invitare, magari ‘brindavamo’ anche noi…

“Con l’arrivo del Global Hawk in Sicilia – scrive sempre Sardiniapost – è ovvio che l’intero spazio aereo italiano diventi ancora di più un obiettivo sensibile, soprattutto in considerazione del fatto che lo schieramento del drone-spia a Sigonella avrà una precisa funzione rispetto ai delicati equilibri del Medio-Oriente. Di qui appunto l’allerta massima anche nelle due basi sarde dell’Aeronautica, quella di Decimo e l’altra di Capo San Lorenzo, nel Sarrabus. Secondo una prima indiscrezione pubblicata sul sito SputnikNews, il drone-spia sarebbe stato avvisato in Crimea, la penisola afacciata sul Mar nero e che appartiene all’Ucraina, ma di fatto è sotto il controllo amministrativo della Russia“.

Il quotidiano on line Sardiniapost racconta i paesi impegnati in questa nuova avventura militare:

“Sono quindici i Paesi europei coinvolti nello sviluppo del drone-spia che nello specifico verrà impiegato sia per eventuali operazioni in Libia che in tutto il bacino del Medio-Oriente. Oltre all’Italia e agli Stati Uniti, al programma Ags, legato appunto al Global Hawk, lavorono Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia”.

“Ogni singolo drone-spia costa 222 milioni e 700mila dollari, comprese le spese per lo sviluppo delle sue funzioni – spiega l’articolo -. Per questa ragione l’accordo che sta alla base del programma Ags prevede la proprietà collettiva del velivolo. Significa che tutti gli alleati hanno anche uguale diritti nell’accesso alle informazioni raccolte dal Global Hawk durante i voli. Il drone viaggia a una velocità di massima di 650 chilometri orari e ha una capacità di carico che arriva a 10.400 chili”.

Così apprendiamo che in base al “programma Ags” il drone-spia è anche italiano e che, insieme ad altri Paesi, l’Italia avrà diritto ad accedere “alle informazioni raccolte dal Global Hawk durante i voli”. Interessante, no?

“Gli Stati Uniti – conclude l’articolo di Sardiniapost – sono il Paese che dispone del maggiori numero di Global Hawk, pari a 34. Seguono l’Australia con sei, la Nato con cinque e la Corea del Sud con quattro. Il drone viene utilizzato anche con funzioni di sorveglianza: a bordo c’è infatti un complesso software che permette di localizzare con estrema precisione gli armamenti e quindi ottimizzare la strategia militare”.

“Localizzazione degli armamenti”, ottimizzazione della “strategia militare”. Niente niente siamo in guerra e non ce l’hanno ancora comunicato?

Quindi, in Sicilia, oltre alla base militare di Sigonella, oltre al MUOS di Niscemi, abbiamo anche a disposizione il drone-spia con “un complesso software che permette di localizzare con estrema precisione gli armamenti e quindi ottimizzare la strategia militare”.

Tutto questo mentre in Libia c’è la guerra, mentre in Algeria c’è un parapiglia, mentre in Libano infuriano gli scontri nelle piazze...

Il Governo regionale siciliana di Nello Musumeci sa nulla di questa bella storia del drone-spia? Magari avvertire 5 milioni di siciliani, visto che da un drone che staziona in Sicilia si localizzano “con estrema precisione gli armamenti” e si ottimizza la “strategia militare”…

Foto tratta da Sputnik Italia

QUI L’ARTICOLO DI SARDINIAPOST

 

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