Niente risarcimento a un vigile del fuoco morto in servizio. Pino Apprendi: “Vergogna italiana”

17 gennaio 2020

Ormai quello che succede nel nostro Paese è incredibile. Le ingiustizie sono all’ordine del giorno. Quello che denuncia Pino Apprendi batte tutti: niente risarcimento a un vigile del fuoco morto in un’operazione di soccorso. E’ stato “imprudente”, dicono. L’Italia è un Paese alla deriva

In Italia la macchina delle ingiustizie non si ferma mai. E non si ferma nemmeno davanti a chi ha perso la vita per salvare le vite di altri.

E’ il caso di un vigile del fuoco che è morto in un’operazione di soccorso. ne parla in un comunicato Pino Apprendi, già parlamentare regionale, ex vigile del fuoco, esponente di una sinistra antica, che oggi non c’è quasi più: la sinistra dell’ex Pci.

Racconta Pino Apprendi:

“L’assicurazione dice di no al risarcimento del vigile del fuoco morto in Valpolcevera, nel 2005, per una esplosione avvenuta durante le operazioni di soccorso per il ribaltamento di una cisterna di Gpl. Lo scrive la Repubblica di Genova. Accade che un’assicurazione si oppone al risarcimento per la morte di un vigile del fuoco, Giorgio Lorefice, e altri 5 vigili rimasti gravemente feriti, giudicando il comportamento dei vigili ‘Negligente/imprudente’. Secondo gli avvocati dell’assicurazione HDI, i vigili del fuoco avrebbero dovuto, per prudenza, allontanarsi”.

“Questi stessi pompieri – sottolinea sempre Apprendi – sono stati riconosciuti vittime del dovere dallo Stato. Il giudice ha condannato la società a pagare 1.200.000 euro per tutti. Quindi, una squadra di vigili del fuoco viene chiamata per soccorrere e si allontana per ‘prudenza’. Ma hanno capito cosa hanno detto? Sanno che tipo di lavoro svolge questa categoria di lavoratori? Lo sanno che con questa teoria, per prudenza non dovrebbero fare alcun intervento, perché il rischio si corre sempre, minuto per minuto?”.

“Certo, loro sono potenti – conclude Apprendi – rappresentano i signori delle assicurazioni e sperano che i vigili del fuoco si ritirino dal processo per stanchezza, visto che sono passati 15 anni. Una vergogna italiana”.

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