I posti di lavoro a rischio di Almaviva come la crisi degli agricoltori: il problema è il liberismo della Ue!

16 gennaio 2020

Non è vero che a rischio sono solo i mille e 600 lavoratori di Almaviva di Palermo: a rischio è tutto il sistema dei call center della Sicilia che conta circa 20 mila dipendenti. Tutti lavoratori a rischio come sono a rischio gli agricoltori: tutti lavoratori massacrati dalla globalizzazione dell’economia voluta dall’Unione europea. Dentro il sistema marcio della Ue liberista nessuno ha speranza: è solo questione di tempo  

Come può un settore economico florido come quello della telefonia entrare in crisi? Tutti, oggi, hanno un telefono cellulare. Ma… Ma a Palermo sono a rischio mille e 600 posti di lavoro. Sia chiaro: non è una storia nuova: ce ne siamo occupati più volte. La novità – in negativo è che questa volta si fa sul serio: nel senso che la situazione sta precipitando.

Oggi si parla, come già accennato, di mille e 600 posti di lavoro a rischio. In realtà, lo scenario, in Sicilia, se è vero che, solo a Palermo, i lavoratori di questo settore sono 3 mila e 200 circa e 20 mila circa in tutta la Sicilia.

Leggiamo, qua e là, di possibili interventi del Governo nazionale. Per fare che cosa? Si fa finta di non sapere che il vero problema, oggi, è la follia di un liberismo economico che travolge quasi tutta l’Europa (si salvano solo alcuni Paesi del Nord Europa dove lo Stato sociale resiste).

Leggiamo, qua e là, di commesse Tim, Wind, Sky e via continuando che vengono a mancare. Chi offre di meno, ovvero chi fa pagare meno le imprese, magari accettando salari da fame, attira le stesse imprese, che delocalizzano in favore dei Paesi dove il costo del lavoro è più basso. Da qui la distruzione dei diritti sociali e delle garanzie per i lavoratori.

Da qui – una volta che le delocalizzazioni diventano realtà – la crisi economica dei Paesi che subiscono la delocalizzazione. Sono le regole imposte dalla follia del liberismo economico che sta ‘ridisegnando’ la mappa di tutto il sistema economico in Europa, dall’agricoltura all’industria, dai servizi alla telefonia e via continuando.

Se in agricoltura il liberismo economico (o se si preferisce globalizzazione dell’economia) si manifesta con l’invasione di prodotti agricoli esteri – spesso di pessima qualità, se non tossici – che stanno portando in fallimento gli agricoltori italiani, nella telefonia il liberismo si presenta sotto forma di delocalizzazioni: i gruppi che operano in questo settore fanno a gara per trovare Paesi dove il costo del lavoro è più basso e dove non ci sono tutele per i lavoratori: in altre parole, dove pagano meno il costo del lavoro e guadagnano di più!

Ecco spiegato il ‘mistero’ della telefonia: settore economico in crescita (come già ricordato, tutti oggi, compresi ragazzi e anziani, hanno un telefono cellulare), che potrebbe creare ricchezza e lavoro per la collettività, ma che invece è schiavo di un sistema folle che porta chi opera in questo settore a guadagnare di più, sempre di più, ancora di più…

E la politica che fa? Il problema non è italiano, ma europeo, se non mondiale. Lasciamo perdere il Partito Popolare Europeo (PPE), che in questa logica ci sguazza; il vero problema è rappresentato dalla ‘presunta’ sinistra’ europea: ad eccezione dei laburisti inglesi e di qualche realtà del Nord Europa, molto critici con questo sistema, il PSE – il Partito Socialista Europeo – non ha fatto praticamente nulla.

Basti pensare al PD che, in Italia, invece di respingere questa follia, ha fatto a pezzi una parte dello Statuto dei lavoratori e ha stravolto il Diritto del lavoro con il Jobs Act! E cos’è il Jobs Act se non il tentativo di ridurre drasticamente i diritti dei lavoratori per adeguare l’Italia alla follia liberista dell’Europa dell’euro?

Il caso Almaviva è solo uno dei tanti aspetti di questa follia liberista dilagante. I sindacati chiedono “norme ad hoc” per convincere l’azienda a fare marcia indietro. Ma che significa “norme ad hoc”?

La questione è economica. I più importanti gruppi economici hanno deciso di passare meno chiamate ad Almaviva perché, evidentemente, hanno trovato qualcuno disposto a svolgere lo stesso lavoro ad un costo più basso. Se ne deve dedurre – sul piano della logica economica – che il Governo italiano, per impedire tutto questo, dovrebbe ‘cacciare’ i soldi per invogliare chi passa le commesse ad Almaviva a restare in Italia.

E’ uno scenario plausibile? No. Appena un anno fa il giornale on line Conquiste del lavoro ha ricordato il problema del “calo di volumi di traffico delocalizzato all’estero, con percentuali che superano il 60 per cento”. Era il maggio del 2019. Oggi la situazione sembra peggiorata.

Spiace scrivere queste cose, ma il futuro dei call center non è roseo. In Italia si contano circa 80 mila addetti in questo settore. La metà circa risponde alle chiamate dei clienti (inbound), l’altra metà si occupa di outbound: ovvero proporre agli utenti nuovi piani tariffari o l’acquisto di nuovi prodotti. Se l’Italia – come abbiamo scritto stamattina – è un Paese sempre più povero e sempre più precario, dove 7 milioni e mezzo di famiglie vivono grazie alle pensioni dei nonni, il sistema dei call center rappresenta l’emblema del trionfo della precarizzazione del lavoro.

Non solo. The Information nei mesi scorsi ha rivelato che ‘alcune grandi società’ stanno testando Duplex, la tecnologia di Google che permette a una macchina di conversare con gli umani, dando l’impressione di essere (fin troppo) umano (QUI L’ARTICOLO DELL’AGI PER ESTESO).

C’è un rimedio per provare a invertire la rotta? Sì: fare quello che ha fatto il Regno Unito: uscire subito dall’Unione europea. L’Italia dovrebbe contemporaneamente lasciare la Ue e il sistema euro (il Regno Unito, molto previgente, non è entrato nel sistema della moneta unica europea insieme con altri paesi del Nord Europa). 

Ovviamente, vi diranno che noi siamo matti, che l’euro è irreversibile, che siamo “sovranisti” e “populisti” e bla bla bla.

Una cosa la dobbiamo dire a tutti: ai dipendenti del call center siciliani, agli agricoltori siciliani e via continuando: dentro il sistema liberista dell’Unione europea dell’euro – dove trionfa la globalizzazione dell’economia – non avrete molte speranze.

Liberi di non crederci, certo. Vi diranno che l’Europa sta cambiando, che tornerà l’Europa dei popoli e bla bla bla. Saranno i fatti a dire chi ha ragione.

Foto tratta da FocuSicilia 

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