A Enna (e nel PD) con Sicilacque spa c’è un po’ di confusione o noi ci siamo persi qualcosa?

13 gennaio 2020

Leggendo le affermazioni di due esponenti del PD siamo stati presi dal dubbio: nella gestione di Sicilacque spa è successo qualcosa che a noi è sfuggito? 

Leggiamo un comunicato di due esponenti del PD siciliano, Antonio Ferrante e Salvatore Castiglia:

“Apprendiamo che Siciliacque Spa ha deciso di chiudere la propria sede ennese e spostare il relativo personale, privando oltre quaranta Comuni di un presidio fondamentale per la gestione del bene più prezioso. Il tutto, nel silenzio del governo regionale, che è azionista di maggioranza della società. Siamo al fianco del segretario provinciale Di Gangi e di tutto il PD ennese e ci aspettiamo sin da subito un intervento del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. In caso contrario, prenderemo atto dell’interesse mancato di questo governo nei confronti di un territorio importante per l’intera Sicilia”.

“Non sono accettabili – continuano Ferrante e Castiglia – decisioni d’imperio quando si parla di acqua. Siciliacque non è una società qualsiasi che può operare scelte gestionali a danno di tanti cittadini. La chiusura va immediatamente revocata. In questo siamo certi che tutto il PD, non solo quello ennese, sarà al fianco della nostra comunità”.

Di certo, su Sicilacque spa, Ferrante e Castiglia ne sanno più di noi.

Noi, infatti, sappiamo – e se quello che dicono Ferrante e Castiglia è vero è più corretto scrivere “sapevamo” – che il Governo non è l’azionista di maggioranza di Sicilacque spa. Ora apprendiamo che lo è diventato (forse, più che del Governo regionale, si dovrebbe parlare di Regione siciliana: ma questo è un dettaglio).

Riprendiamo un articolo che abbiamo scritto tre mesi fa:

“Scrive Arcangelo Mazza sulla propria pagina Facebook:

‘L’acqua costa 7 cent
Sicilacque compra a 70 cent
E a noi la rivende a 360 cent
Semplicemente busuness’.

Sulla pelle dei siciliani, aggiungiamo noi.

Sicilacque spa è una delle più bizzarre invenzioni della politica siciliana made in Ascari.

Vediamo, per sommi capi, come la politica ‘intelligente’ della nostra Isola ha ‘idro-incaprettato’ – ascaristicamente parlando – 5 milioni di siciliani per fare ‘ingrassare’ una società privata.

Wikipedia:

“La società, costituita per il 75% da soci industriali nel campo dei servizi per l’acqua (tra cui Veolia) e per il 25% dalla Regione siciliana, subentra come concessionaria, nel luglio 2004 e fino 2044, all’Ente Acquedotti Siciliani (EAS) nella gestione del servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione a scala sovrambito”.

Ancora Wikipedia:

“Siciliacque gestisce il cosiddetto ‘sovrambito’ (le grandi condotte, le dighe, i potabilizzatori): in pratica, attraverso la rete di adduzione, fa confluire l’acqua captata e potabilizzata in grandi serbatoi (uno o più per ciascun Comune); ad occuparsi della gestione del servizio all’interno dell’ATO (ovvero del singolo Comune) è invece la società preposta a ciascun ambito. Si stima che ogni anno Siciliacque fornisca circa 90 milioni di metri cubi di acqua potabile, coprendo l’intero fabbisogno delle province di Trapani, Agrigento, Caltanissetta ed Enna e parte di quello di Palermo e Messina”.

Per chiarezza: la Regione siciliana ha ceduto gratuitamente a Sicilacque spa, fino al 2044, il sovrambito, ovvero grandi condotte, dighe e potabilizzatori, opere realizzate con i soldi dei siciliani (sempre su Wikipedia trovate i nomi di tulle le infrastrutture idriche cedute fino al 2044 ai privati di Sicilacque spa).

In parole ancora più semplici, la Regione siciliana ha ceduto la propria acqua gratuitamente a una società privata che la rivende ai siciliani a un prezzo di gran lunga maggiore!

Ma un’altra classe politica così intelligente la Sicilia dove la deve andare a trovare? Dimenticavamo: dal 2011 l’acqua in Italia dovrebbe essere pubblica in forza dei risultati di un referendum: ma in Italia, si sa, i risultati dei referendum la politica se li mette sotto i piedi…”.

Fin qui il nostro articolo dell’Ottobre dello scorso anno.

Ora apprendiamo che il Governo regionale sarebbe diventato “azionista di maggioranza della società”: se le cose stanno così, beh, non possiamo che fare i complimenti al Governo regionale: almeno la Sicilia ha ripreso il controllo delle proprie acque!

Se invece Sicilacque spa è ancora la società che abbiamo descritto noi nell’Ottobre dello scorso anno, beh, “gli oltre quaranta Comuni” di cui si parla nel comunicato debbono considerarsi fortunati!

 

 

 

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