Domani in Sicilia autotrasportatori e Forconi in piazza? Noi siamo pessimisti

6 gennaio 2020

L’Italia è un Paese che, quando è governato dal centrosinistra, funziona al contrario: la gente, infatti, invece di protestare contro l’aumento delle tasse, contro i tagli ai Comuni e contro i tagli alla sanità scende in piazza contro l’opposizione! La Sicilia è il paradigma di questo sentimento di auto-flagellazione: nonostante i danni fatti dal PD all’amministrazione regionale e alla stessa economia siciliana c’è ancora gente che va dietro questo partito!   

L’abbiamo scritto e i ribadiamo: la protesta – peraltro legittima – degli autotrasportatori che si dovrebbe aprire domani (il condizionale è d’obbligo, anche se la protesta è nazionale, se è vero che dovrebbero scendere in piazza i protagonisti di Trasportunito e l’Associazione Italiana Trasportatori) potrebbe essere un’occasione, per il Sud, per incrementare l’iniziativa nota come Compra-Sud: ovvero spingere i consumatori del Sud Italia a privilegiare, negli acquisti, prodotti dello stesso Sud!

Da quello che si legge da domani dovrebbero essere bloccati i porti di Palermo, Catania, Messina e Termini Imerese.

C’è da crederci? Non è escluso che, domani, il Governo nazionale provi a metterci una pezza per provare a spegnere la protesta.

Non sappiamo come andrà a finire: ma sappiamo che, in piazza, domani, dovrebbero esserci anche i Forconi di Mariano Ferro e l’Aias (Associazione imprese autotrasportatori siciliani) di Giuseppe Richichi.  

Il perché di questa protesta l’abbiamo più volte illustrato nei giorni scorsi.

Il 17 Dicembre dello scorso anno abbiamo raccontato come e perché, dall’1 Gennaio di quest’anno, dovrebbe essere aumentato il costo del carburante delle navi.

Dall’1 Gennaio il combustibile impiegato nelle navi (bunker) deve essere costituito da olio combustibile con livelli di zolfo pari allo 0,5%, contro il livello del 3,5%. Da qui un aumento dei costi del 25% che, con molta probabilità, verranno in buona parte fatti pagare ai cittadini-utenti e alle imprese di autotrasporto. Queste ultime, neanche a dirlo, scaricheranno i maggiori costi sugli utenti, cioè sulle imprese che fanno viaggiare i propri prodotti sul gommato, a cominciare dalle imprese agricole.

Il problema è che un aumento del 25% dei costi di trasporto non è sostenibile: non è sostenibile per gli autotrasportatori e non è sostenibile per gli agricoltori.

Tra l’altro, gli autotrasportatori dovrebbero fronteggiare sia l’aumento del del costo dei biglietti via navi, sia l’aumento del prezzo del gasolio.

Alle proteste degli autotrasportatori – ammesso che domani si materializzino (noi siamo un po’ dubbiosi, ma ci piacerebbe molto essere smentiti) – si potrebbero aggiungere, in Sicilia, altre proteste sociali (come abbiamo scritto qui).

Per esempio, noi non crediamo che i sindaco dei Comuni siciliani, benché in grandissima difficoltà, scenderanno in piazza per manifestare contro un Governo nazionale a ‘trazione’ PD, perché la maggioranza dei primi cittadini della nostra Isola è di centrosinistra.

Insomma, in Italia, quando governa il centrosinistra si scende in piazza contro le opposizioni, non contro i Governi!

Comunque vedremo come finirà domani.

 

 

 

Foto tratta da Italia Oggi

 

 

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