ZTL notturna: e il Centro storico di Palermo, da movida, si trasformò in un paese per vecchi…

5 gennaio 2020

La ZTL notturna che sta per essere introdotta nel Centro storico di Palermo è solo l’ultimo di una lunga serie di errori commessi da un Comune confusionario e arruffone che, a partire dalla seconda metà degli anni ’80 del secolo passato, ha ignorato le regole elementari dell’urbanistica 

L’isola gastronomica conosciuta anche come come Centro storico di Palermo si accinge a vivere un cambiamento che potrebbe essere epocale: da luogo per giovani in cerca di movida, tra musica, aperitivi, cibi da strada e trattorie di qua e di là a paese per vecchi, per all’insegna della Zona a Traffico Limitato (ZTL) notturna. Ha fatto tutto e continua a fare tutto il Comune di Palermo: prima ristoranti e locali notturni a tutta birra, ora la frenata – con la citata ZTL notturna – non si capisce se per fare ‘cassa’ (c’è sempre il Tram che perde soldi, ma non si può fermare, perché deve giustificare l’ennesima scorpacciata di appalti ferroviari a ruota libera targati ‘sinistra’…) o se per fare cambiare luogo di ritrovo notturno a tanti ragazzi.

I commercianti del Centro storico – e forse non hanno tutti i torti – sono convinti che gli affari si ridurranno. Un timore che non sembra sfiorare l’attuale amministrazione comunale, sempre a caccia di soldi, che spera – o s’illude? – di trovare il tesoro tra pass e contravvenzioni.

Cosa pensare? Che i ragazzi dovranno trovare altri luoghi dove riunirsi la sera, possibilmente senza caricare le famiglie del costo di pass e, soprattutto, contravvenzioni. Eh sì, il rischio che la presenza di automobili nel Centro storico di Palermo si riduca al minimo c’è: e forse è meglio così, almeno l’aria diventerà più pulita.

Con due possibili effetti, però: il Comune non incasserà i soldi che pensa di incassare e i commercianti (che poi sono in maggioranza ristoratori) vedranno ridurre drasticamente i propri volumi di affari.

Attenzione: il provvedimento non penalizzerà solo i pub e, in generale, i luoghi per ragazzi, ma anche ristoranti e trattorie.

Se a fine settimana, per andare a cena fuori, oltre a pagare il conto bisognerà acquistare anche il pass, beh, molto più logico (e più economico) cambiare ristorante.

Sarà così? Vedremo.

La verità è che il Centro storico di Palermo si sta avvitando su se stesso. Tranne che per qualche caso, o per qualche iniziativa culturale e filantropica, la parte antica della città, come già accennato, è, in larga parte, una chiassosa isola gastronomica: cosa, questa, che stride con le esigenze di chi, ‘romanticamente’, ha acquistato casa da queste parti, nell’illusione che sarebbe andato a vivere in un luogo dove sarebbero risorti gli antichi mestieri e bla bla bla.

In realtà, il Comune di Palermo non ha una politica commerciale: basti pensare alla proliferazione incontrollata della Grande distribuzione organizzata destinata ad entrare in crisi.

Nel Centro storico – come già ricordato – c’è stata una proliferazione di trattorie, paninerie, drinkerie e via continuando con la gastronomia: segnale, questo, di impoverimento di una città nella quale tanti negozi storici hanno chiuso i battenti.

Ora è arrivata la ZTL notturna: buona notte…

 

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