In ricordo di Franco Gioia, grande sindacalista e grande socialista

28 dicembre 2019

E’ un ricordo personale, quello scritto da Ignazio Coppola. Ma in questo ricordo personale vengono fuori la vita collettiva e la storia di una grande comunità: la comunità socialista, la comunità della CGIL e del mondo della cooperazione. La storia di un impegno sociale fatto di tanti sacrifici e sempre al servizio dei più deboli 

Se n’è andato ieri rapito da un male fulminante lasciando nell’incredulo sgomento tutti quelli che abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo e di apprezzarne le grandi doti e virtù morali che hanno contraddistinto tutta la sua esistenza. Se n’è andato a 68 anni Franco Gioia dopo una vita che l’ha visto attore e protagonista di tanti e significativi avvenimenti della vita politico-sindacale della nostra regione.

Già presidente del Comitato provinciale Inps e, poi, del comitato regionale dello stesso istituto, Gioia è stato un punto di riferimento fin dai primi anni ’70 del secolo passato delle battaglie dei braccianti nella provincia di Palermo. In passato è stato anche presidente regionale dell’Inca CGIL Sicilia, ricoprendo inoltre numerosi incarichi settoriali all’interno della stessa CGIL regionale e provinciale (Flai- Federbraccianti- Trasporti- Fillea).

Franco è stato un esponente di primo piano della vita sindacale della nostra Isola. E’ quindi un atto dovuto e doveroso, da parte di coloro i quali – e noi siamo tra questi – hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di apprezzarlo per le sue grandi doti umane e per le sue grandi capacità di comunicativa e di rapportarsi con gli altri, di ricordarlo come un uomo dedito e generoso. Un sindacalista che ha sacrificato buona parte della propria esistenza al servizio della sua terra e delle sue idee.

Quelle idee pregnate di socialismo, che si ispiravano ai valori della solidarietà, della tolleranza e della difesa dei più deboli: idee per le quali, oltre che da socialista, anche da cristiano praticante si batteva quotidianamente. Franco Gioia ci lascia in eredità un grande patrimonio: il patrimonio di un uomo che ha portato avanti, con convinzione e con coerenza, le idee socialista sino alla fine dei suoi giorni.

Un socialista che non ha mai tralasciato gli altri valori della vita: ovvero l’attaccamento alla sua famiglia, ai suoi figli, a sua moglie: la sua famiglia alla quale era fortemente attaccato dedicandovi tutto se stesso.

Tanti erano i progetti in buona parte realizzati che aveva portato avanti per la sua famiglia e ancora mi confessava, quando parlavamo, che aveva tante altre cose in cantiere da portare a compimento. Da quando era andato in pensione si dedicava con passione alle letture e alla sua smisurata voglia di sapere. Ed anche per questo trovavamo il modo di stare sempre assieme.

La nostra conoscenza e la nostra amicizia risale ai tempi in cui ci ritrovammo ad operare, portando avanti iniziative comuni, all’interno delle organizzazioni di massa in cui militavamo: il sindacato lui, il mondo della cooperazione io. Le cosiddette – allora si chiamavano così – ‘cinghie di trasmismissione’. Una sorta di teoria dei vasi comunicanti: partiti, sindacati ed organismi di massa che si muovevano in sinergia verso comuni obiettivi e comuni interessi: che erano gli interessi della classe lavoratrice ed operaia.

Di tutto questo, oggi, non v’è più traccia, fa parte direbbe qualcuno di una storia passata, di un mondo che non c’è più. Di un mondo al quale Franco è stato orgogliosamente un protagonista. Di un mondo di cui fecero parte i pionieri e Franco fu uno di questi della nuova frontiera del mondo del lavoro.

Ecco perché ricordare oggi Franco Gioia che ieri ci ha lasciati a 68 anni. Significa, ricordandolo – visto che è stato un protagonista di questo mondo – ricordare la storia del movimento sindacale, ripercorrendo la sua lunga degna e generosa vita da sindacalista e, soprattutto, da socialista al servizio della sua terrà. Per noi, questo, è per noi tutti un atto dovuto: un atto dovuto nei confronti di un uomo che ha fermamente creduto nei suoi ideali e in quei valori per cui sin da giovane sacrificò se stesso e la sua esistenza.

Con Franco se ne va un pezzo di storia del sindacato e un pezzo di storia della mia vita, essendogli stato per lunghi anni quotidianamente vicino. Per questo, per chi rimane – per me e per quanto l’hanno conosciuto ed apprezzato – forse è più gratificante ricordare, per dirla con Ligabue, la vita da mediano di Franco Gioia che non quelle di illustri protagonisti.

Gli illustri protagonisti hanno sempre, e per loro rimarranno, le luci della ribalta. I mediani, molto spesso ignorati, sono quelli che, pedalando da gregari silenziosi, hanno spesso contribuito, forse più di tanti altri, con umiltà allo sviluppo della loro terra e delle organizzazioni in cui hanno militato e proprio per questo ricordandoli va loro il nostro dovuto e sentito ringraziamento.

Grazie Franco

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