Siciliani Liberi: ecco i disastri sull’economia e sulla vita dei siciliani provocati dai Governi Renzi e Crocetta

27 dicembre 2019

Questo articolo di ‘Siciliani Liberi’ ripercorre i due ‘Patti scellerati’ siglati da Matteo Renzi e da Rosario Crocetta e lo scippo di 5,7 miliardi di euro dalle entrate della Regione operato, sempre dal Governo Renzi, nel 2015. Il tutto con l’avallo del Governo Crocetta e della maggioranza di centrosinistra dell’Ars, PD in testa (con riferimento alla passata legislatura). Miliardi di euro in meno alla Sicilia che i Siciliani pagheranno con il proprio sangue!

Sulla crisi finanziaria della Regione riprendiamo e proponiamo ai nostri lettori un articolo del movimento Siciliani Liberi.

“Si è parlato tanto, troppo e forse a sproposito, del Decreto ‘Salva-Sicilia’, falso anche nel nome, con il quale il Governo Conte-bis avrebbe garantito la sopravvivenza della Sicilia, risparmiandola da sicuro default, e, con esso, dalla trombosi di tutte o quasi le funzioni pubbliche in Sicilia. Ma sono andate veramente così le cose? Riepiloghiamo, quello che è stato fatto dal Governo Crocetta-Renzi (e con lui da Musumeci, che ha continuato ed avallato la politica del predecessore, senza una minima inversione di rotta) e che si sta scaricando sul presente”.

L’articolo chiama in causa il Governo Musumeci sulla questione IVA: argomento che noi abbiamo affrontato nel seguente articolo:

La Regione è fallita, mancano i soldi per tutto, ma il Governo Musumeci ha regalato altri 800 milioni di euro a Roma!

Noi quando abbiamo scritto questo articolo non avevamo i dati precisi. Dati che sono stati calcolati dal professore Massimo Costa, che nella vita insegna Economia all’università di Palermo.

In realtà, il Governo regionale siciliano di Nello Musumeci, quando si insedia, trova la ‘minestra impiattata’: trova l’accordo siglato nel 2016 dal Governo nazionale di Matteo Renzi e dal Governo regionale di Rosario Crocetta (che vi abbiamo raccontato qui).

Accordo – lo ricordiamo – approvato sia dal Parlamento nazionale, sia dal Parlamento siciliano che, nel 2016, avevano entrambi una maggioranza di centrosinistra (ovviamente, con due Governi di centrosinistra: il Governo Renzi a Roma e il Governo Crocetta in Sicilia).

Il professore Costa ha calcolato l’IVA che la Sicilia regala allo Stato.

Ricordiamo che, a norma dell’articolo 36 dello Statuto, tutta l’IVA maturata in Sicilia (e tutto il gettito IRPEF) spetta alla Sicilia.

Lo Stato non ha mai rispettato l’articolo 36 dello Statuto, anche perché i governanti siciliani non hanno mai richiesto l’applicazione di tale articolo (non l’ha fatto nemmeno il Governo ‘autonomista’ di Silvio Milazzo tra l’Ottobre del 1958 e il 1960).

La differenza è che mentre prima dell’accordo truffaldino del 2016 lo Stato tratteneva abusivamente quote di IRPEF e IVA della Sicilia, dopo il ‘Patto scellerato’ 2016 tra Stato e Regione Roma si trattiene quote di IVA e IRPEF con tanto di accordo, in attesa che si ridiscutano le norme di attuazione dello Statuto.

L’ERRORE DEL GOVERNO MUSUMECI – Quando il Governo Musumeci si insedia c’era da ratificare l’accordo sull’IVA. Ciò avviene tra la fine del 2017 e i primi giorni del 2018.

Il Governo Musumeci avrebbe potuto contestare l’accordo sull’IVA? Noi l’abbiamo scritto nel Gennaio del 2018 e lo ribadiamo a quasi due anni di distanza: il Governo Musumeci avrebbe potuto contestare tale accordo!

L’eventuale contestazione del Governo Musumeci avrebbe bloccato lo scippo di una quota consistente di IVA alla Sicilia? A nostro avviso, no: Roma avrebbe tirato avanti lo stesso. Questo perché il Governo nazionale, quando non ha applicato lo Statuto, l’ha fatto fregandosene della Regione siciliana!

Però il Governo Musumeci avrebbe lanciato e lasciato un segnale importante.

Quanti soldi scippa alla Sicilia lo Stato grazie al secondo ‘Patto scellerato’ firmato da Renzi e Crocetta nel 2016 e avallato dal Parlamento nazionale e – sembra incredibile! – dal Parlamento siciliano?

I conti li ha fatti il professore Massimo Costa. L’IVA siciliana ammonta 7 miliardi e 350 milioni di euro. Ebbene, in forza del secondo ‘Patto scellerato’ del 2016, lo Stato scippa alla Regione siciliana 4 miliardi e 850 milioni di euro, lasciando alla Regione 2 miliardi e 700 milioni di euro.

Se la Regione siciliana – come prevede lo Statuto siciliano ancora in vigore – trattenesse tutta l’IVA di propria competenza, avrebbe a disposizione quasi 5 miliardi di euro all’anno in più e non avrebbe bisogno di nessuno!

Come potete notare, è la Regione siciliana che, nel 2014 e nel 2016, ha ‘salvato’ lo Stato e non viceversa!

“La Sicilia – leggiamo sempre nell’articolo di Siciliani Liberi – per il ‘PASSATO’, rinuncia, in due accordi, a tutto il gettito che possa venirle dal contenzioso con lo Stato in Corte Costituzionale, per svariati MILIARDI, difficili anche a quantificare con esattezza”.

LO SCIPPO DI 5,7 MILIARDI DI EURO ALLA SICILIA – A questo punto Siciliani Liberi affronta un altro tema: un altro imbroglio dello Stato ai danni di 5 milioni di siciliani: un terzo imbroglio targato sempre centrosinistra.

“Sempre la Sicilia, per il ‘PRESENTE’ (agosto 2015), cancella senza motivo 5,7 miliardi di crediti verso lo Stato iscritti nel suo bilancio, con la scusa di una nuova legge di contabilità pubblica, creando un disavanzo spaventoso che si finirà di pagare solo nel 2042, regalando così due volte allo Stato la stessa somma, una prima volta cancellandone i debiti, e una seconda restituendo allo Stato quello che era un credito della Regione”.

“Per evitare che il già mostruoso disavanzo sembrasse troppo grande, NON si sono cancellati altri crediti, per 2,1 miliardi, che invece dovevano essere cancellati allora, che sono esplosi ora come una bolla, e che ora, grazie al ‘Salva-Sicilia’, saranno spalmati sui prossimi 10 anni, ad AGGIUNTA dei precedenti (non è un disavanzo nuovo e, questo sì, si doveva allora e si dovrebbe ora spalmare in 30 anni senza alcuno speciale decreto o concessione statale)”.

Ulteriore chiarimento: togliere 10 miliardi di euro di entrate facendole passare per “crediti inesigibili” sarebbe stato eclatante. Così – in seguito anche a una richiesta di accesso agli atti dei parlamentari regionali grillini – lo scippo è stato ridotto a 5,7 miliardi di euro. La storia l’abbiamo raccontata in parte in questo articolo.

Applicando in modo improprio il Decreto legislativo n. 118 del 2011 (la riforma della contabilità pubblica dello Stato), Roma – ancora una volta con il voto decisivo del Parlamento siciliano a maggioranza di centrosinistra – ha scippato alla Regione siciliana prima 10 miliardi di euro, poi diventati 5,7 miliardi di euro.

Tra le entrate che lo Stato non ha scippato alla Regione c’erano anche 2,1 miliardi di entrate, queste sì inesigibili. Però, nel Bilancio regionale 2016, questi 2,1 miliardi di entrate fittizie che andavano eliminate sono rimaste nello stesso Bilancio che è stato approvato da tutte le autorità!

IL GIOCO DEGLI SPECCHI CON 2,1 MILIARDI – Nel 2017 i 2,1 miliardi di entrate, da ‘regolari’, sono diventati di nuovo fittizi e oggi il Governo regionale Musumeci li sta togliendo dal Bilancio della Regione con un ripianamento decennale.

“Per evitare che il già mostruoso disavanzo sembrasse troppo grande – leggiamo sempre nell’articolo di Siciliani Liberi – NON si sono cancellati altri crediti, per 2,1 miliardi, che invece dovevano essere cancellati allora, che sono esplosi ora come una bolla, e che ora, grazie al ‘Salva-Sicilia’, saranno spalmati sui prossimi 10 anni, ad AGGIUNTA dei precedenti (non è un disavanzo nuovo e, questo sì, si doveva allora e si dovrebbe ora spalmare in 30 anni senza alcuno speciale decreto o concessione statale)”.

“Sempre la Sicilia, questa volta per il ‘FUTURO’ – prosegue l’articolo – rinuncia per sempre a tutto il gettito che le spetta per Statuto, regalando un terzo circa di IRPEF, due terzi circa di IVA, allo Stato; accettando la permanenza (con una limatura insignificante) del contributo al risanamento della finanza pubblica più alto d’Italia, rinunciando al proprio diritto di essere una comunità politica a finanza propria (regredendo così a finanza derivata) e al proprio diritto, sancito per Statuto, di determinare le imposte che si devono pagare in Sicilia. Per contro, però, continua ad accollarsi la quasi totalità delle spese pubbliche, senza alcuna perequazione per la minore capacità di reddito, per i LEP, per le infrastrutture, anzi proprio senza alcun investimento infrastrutturale”.

SICILIA UMILIATA – “Dal 2012 ad oggi e oltre – leggiamo ancora nell’articolo di Siciliani Liberi – lo Stato, letteralmente ricattando la Sicilia, minacciandola di morte violenta per mezzo di default, ne pretende e ottiene il COMMISSARIAMENTO, sospendendo la democrazia, e decidendo a Roma ogni cosa, come in un paese che ha perso una guerra ed è occupato dallo straniero. E questo ormai da quasi 10 anni! Con risultati a dir poco disastrosi! In Sicilia la nostra Trojka è lo Stato. In questa condizione surreale e di violento sfruttamento coloniale, tranne un po’ di turismo per meriti altrui, e qualche nicchia di eccellenza agro-alimentare, in Sicilia va letteralmente tutto in malora. Le infrastrutture stradali e ferroviarie si sbriciolano. I costi per l’energia, pur essendo naturalmente in surplus, sono i più cari d’Italia. I servizi sanitari, alla persona, i trasporti, i peggiori d’Europa. Il fisco il peggiore d’Italia, con una pratica sadica di ‘fiscalità di svantaggio’; i Comuni quasi tutti o in dissesto, o in pre-dissesto o in un precarissimo equilibrio incapace di qualunque iniziativa degna del nome. Dalla crisi dei rifiuti all’assistenza ai disabili, dall’impossibilità di uscire dal precariato pubblico alla crisi continua, la cronaca siciliana è un bollettino di guerra”.

“La fiducia nel cambiamento e in una qualche possibilità di riscatto è sotto zero – prosegue l’articolo – città e paesi si spopolano con un esodo, soprattutto giovanile, ma non solo giovanile, che non ha precedenti nella storia. E, per beffa, l’emigrazione e i viaggi della speranza, diventano un’altra occasione di sfruttamento e di umiliazione per la Sicilia, con costi di viaggio intollerabili, e ‘carri bestiame’ per rimpatriare gli emigrati per le feste. Le politiche italiane hanno un solo nome possibile, che va oltre il termine di ‘colonialismo’, ormai troppo gentile: genocidio! L’Italia sta uccidendo la Sicilia, e neanche tanto a poco a poco”.

Per completare l’opera – prosegue l’articolo – la Sicilia è continuamente oggetto di pubblicistica razzista da parte dell’informazione e della TV italiana, per far ricadere la colpa della tragedia, in ultimo, sui Siciliani stessi, e per potere imporre alla Sicilia esausta altri tagli e altri sacrifici”.

Quanto questo articolo dica la verità sulla cosiddetta ‘informazione’, vi segnaliamo questo articolo de Il Foglio, quotidiano che usufruisce di contributi dello Stato, che affronta tale argomento scaricando la responsabilità sulla Sicilia! Quando si dice grande informazione!

LA SICILIA FINALMENTE SI RIBELLERA’? – “In questo quadro – prosegue l’articolo di Siciliani Liberi – complici leggi elettorali sempre più liberticide in termini di sbarramenti e raccolte firme, il riscatto democratico diventa sempre meno praticabile, sempre più lontano. I Siciliani così si ‘arrendono’, non vanno più a votare, non credono più a niente. Ma, sempre in questo quadro, inevitabile, soffia anche un venticello di rivolta, che non stiamo certo creando noi, ma che non possiamo certo criticare dopo tutto ciò che sta succedendo sotto i nostri occhi e che abbiamo elencato. Ancora una volta, come nel 2012, potrebbero essere gli autotrasportatori, per il caro-carburanti, a costituire l’artiglieria di questa protesta. Ma, ancora una volta, dietro di loro potrebbe rapidamente coagularsi la rabbia e la disperazione di tutte le categorie della società e dell’economia siciliane che sentono di non avere alcun interlocutore: gli agricoltori, i piccoli imprenditori in genere, gli studenti, la gente comune di ogni ceto e classe …”.

“Come nel 2012 – scrivono sempre i Siciliani Liberi – la Sicilia potrebbe essere di nuovo inondata da centinaia di migliaia di persone che, con le bandiere siciliane, chiedono soltanto una dignità e un futuro. E questa volta, a differenza di allora, ci saremo anche noi, i Siciliani Liberi, una delle poche forze politiche organizzate che non deve chinare la testa a segretari e padroni della Penisola, che non deve vendere come ‘successo’ quelle che sono invece umiliazioni. Ma questa volta ci saremo anche per evitare che si compiano gli errori del passato, che il Governo italiano abbia buon gioco a dividere il fronte con piccole concessioni e promesse vane. Questa volta chiederemo, per smantellare la protesta, la TOTALE E IMMEDIATA APPLICAZIONE DELLO STATUTO, CHE È POI LA SEMI-INDIPENDENZA DELLA SICILIA, PERALTRO GARANTITA DALLA COSTITUZIONE!”.

LA SICILIA DI AUTOGESTISCA – “Chiederemo una legge di riforma costituzionale, da sottoporre a referendum – conclude l’articolo di Siciliani Liberi – perché la Sicilia decida da sola le proprie tasse, la propria amministrazione e il proprio destino, perché nessun Presidente debba più andare a Roma con il cappello degli accattoni in mano, perché la Sicilia abbia finalmente quella libertà e quel benessere che merita. Lo diciamo a noi stessi, ma anche a chi, con noi, vorrà scuotere il giogo di questo inferno senza sbocco.

Orgogliosi di essere Siciliani, e Liberi!”.

 

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