Il mistero di Enzo e Fabio, pescatori di Aci Trezza scomparsi in mare la vigilia di Natale di tre anni fa

25 dicembre 2019

C’è più di una speranza che rimane viva nei familiari di Enzo Cardì e Fabio Giuffrida. Ovviamente, quella di riabbracciare i propri cari non si è mai spenta. Ma, razionalmente, non hanno perso la speranza di conoscere la verità

di Orazio Vasta
tratto da Freepress ONN LINE

Che fine hanno fatto Enzo e Fabio, i pescatori salpati da Aci Trezza e scomparsi in mare la vigilia di Natale di tre anni fa?

Enzo Cardì e Fabio Giuffrida, entrambi di 38 anni (il primo residente ad Aci Catena, il secondo ad Aci Trezza), il pomeriggio di venerdì 23 dicembre 2016 sono salpati dal porto di Aci Trezza a bordo di un motoscafo open bianco di 7 metri, con motore di 40 cavalli, per una battuta di pesca con “u conzu”, il palamito, strumento di pesca che, in genere, viene calato in mare la sera e ritirato il mattino, con cui si possono pescare pesci piccoli o pesci grossi, come tonni e pesci spada.

Si presume che i due pescatori avrebbero utilizzato “u conzu” perché Enzo, il proprietario della barca, secondo dei testimoni, è andato all’alba del 23 dicembre al mercato ittico di piazza Marina, a Trezza, ad acquistare “alacci”, pesce utilizzato come esca per gli ami del palamito.

Confermando questa tipologia di pesca, i due esperti pescatori sarebbero dovuti rientrare al porto di Aci Trezza nella giornata della vigilia di Natale. Ma non è stato così. Non sono più rientrati. Verso la mezzanotte il contatto telefonico con Enzo e Fabio si è interrotto e in modo irreversibile. E, da quel momento, dei due pescatori e della loro barca di 7 metri non si è saputo più nulla.

Sono trascorsi tre anni, ma la disperazione delle famiglie e degli amici, quelli veri, è rimasta incontenibile. Non è stato, a tutt’oggi, riscontrato un solo elemento che possa fare pensare ad un naufragio o ad un incidente in mare. Non c’è alcun elemento per sostenere questa ipotesi, il mare non ha mai “restituito” pezzi di imbarcazione, effetti personali, attrezzatura del natante.

Un allontanamento volontario? Impossibile. Enzo e Fabio avevano programmato una tipologia di pesca che gli avrebbe permesso di trascorrere la serata della vigilia in Natale con le rispettive famiglie. E non ci sono tracce su un loro attracco in altri porti o in uno sconfinamento fuori dalle acque territoriali. Non c’è nulla! La stessa Capitaneria di Porto di Catania, in poco tempo, ha dichiarato “ufficialmente chiuse le ricerche”, anche se rimaneva attiva la segnalazione sulla loro scomparsa. Tutto qui.

Nulle e annullate le ricerche, come nel nulla si è perso anche l’appello di Nicola, il fratello di Fabio, ai pescatori:

“… mi rivolgo a voi con la speranza che un vostro ulteriore aiuto possa, in qualche misura, smuovere i ricordi di quella nottata. A volte anche un piccolo indizio o ricordo di un momento può essere importante, per noi sicuramente, per non far in modo che tutto finisca col dimenticarsi di loro ad una sorte che sicuramente non meritano e non lasciare le nostre famiglie in questo dramma angosciante! Confido in un vostro aiuto. Soprattutto a voi amici siciliani e pescatori, vi chiedo di condividere questo messaggio per il sopra citato motivo, vi ringrazio infinitamente per quello che riuscirete a fare e per la vostra attenzione a tutto questo!”.

C’è più di una speranza che rimane viva nei familiari di Enzo e Fabio. Ovviamente, quella di riabbracciare i propri cari non si è mai spenta. Ma, razionalmente, non hanno perso la speranza di sapere la verità:

“Signor Orazio – mi diceva ieri Santa Giuffrida – ci aiuterebbe a rifare un appello per ricordare dove sono finiti mio fratello Fabio ed Enzo? Sono già 3 anni. Grazie e auguri di un sereno Natale”.

 

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