Dieci senatori del Movimento 5 Stelle sarebbero pronti a dare vita a un gruppo autonomo

20 dicembre 2019

Lo scrive il quotidiano on line, Affaritaliani.it. Si tratterebbe di un scissione sul modello di Italia Vera di Renzi. I senatori dissidenti resterebbero nella maggioranza, ma sarebbero pronti a far pesare i propri voti in un Senato dove la maggioranza comincia ad essere in difficoltà 

Scissione sul modello renziano in arrivo nel Movimento 5 Stelle. Stando a quanto scrive Affaritaliani.it, dieci senatori grillini, con in testa Gianluigi Paragone, sarebbero pronti a dare vita a un gruppo autonomo. lascerebbero il Movimento e, proprio come ha fatto Matteo Renzi con Italia Vera, resterebbero nella maggioranza, pronti, però, a far pesare i propri numero al Senato, dove la maggioranza comincia a traballare.

“Alcuni dei senatori che sarebbero pronti a seguire l’ex conduttore sono: Emanuele Dessì, Dino Mininno e Luigi Di Marzio – leggiamo su Affaritaliani.it – . La ‘pattuglia’ pronta a fuoriuscire sarebbe sufficiente per mettere in crisi la maggioranza al Senato che ora è a quota 166, poco sopra la soglia di sopravvivenza. Il comune denominatore per il gruppo pronto a uscire sarebbe l’insofferenza nei confronti della leadership di Di Maio che viene accusato di non tener conto delle istanze della minoranza interna”.

Non sa sa se tra gli scissionisti ci sono anche siciliani.

Già da tempo, tra i grillini, cova una certa insofferenza verso i vertici del Movimento. I dissensi si sono accentuati quando è esplosa la polemica sul MES, il Meccanismo Europea di Stabilità. Il senatore Paragone, in particolare, è sempre stato contrario al MES.

Già da qualche settimana molti mezzi d’informazione – soprattutto di area governativa – danno quasi per scontato il passaggio di Paragone e di altri parlamentari grillini nella Lega.

In realtà, lo scenario è molto più complesso. Perché il dissenso, all’interno del Movimento 5 Stelle, è molto più profondo di quanto appaia.

Molti parlamentari grillini sanno benissimo che l’alleanza con il PD, in termini elettorali, è devastante. Lo si è visto alle elezioni regionali in Umbria e, con molta probabilità, il crollo elettorale verrà sancito anche alle elezioni regionali in Emilia Romagna, in Puglia e in Calabria, dove i grillini saranno costretti ad appoggiare i candidati del PD.

Quello che noi pensiamo dei grillini ‘appiattiti’ sul PD lo abbiamo scritto circa tre mesi fa: la nostra tesi è che Beppe Grillo vuole fare confluire il Movimento 5 Stelle dentro il PD.

Ciò significherà la scomparsa del Movimento 5 Stelle. Logico che ci sia, tra i parlamentari, chi proverà a non scomparire. E va in questa direzione la scissione che si prepara al Senato.

Non sfugge agli osservatori la coincidenza tra la scissione al Senato e l’ipotesi di messa in stato di accusa a carico del leader della Lega, Matteo Salvini.

 

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