La compagnia aerea siciliana ha senso se si blocca la privatizzazione dell’aeroporto di Catania

13 dicembre 2019

Una compagnia aerea siciliana è incompatibile con la privatizzazione dell’aeroporto Fontanarossa di Catania e, in generale, con gli aeroporti gestiti da privati. La nuova compagnia aerea siciliana – che deve essere pubblica – dovrà operare con gli aeroporti siciliani di proprietà degli stessi siciliani  

Siamo totalmente d’accordo sul progetto per la creazione di una compagnia aerea siciliana. Per questo pubblichiamo con piacere il post che Francesco Paolo Catania ha ripreso da Travel:

“Previsto un azionariato territoriale diffuso e la distribuzione degli utili non solo agli azionisti ma anche agli altri siciliani sotto forma di accessibilità dei prezzi nei limiti della sostenibilità del mercato. La compagnia assicurerà infatti posti riservati a studenti residenti fuori Sicilia a tariffe speciali; posti riservati a over 65 per ricongiungimenti con parenti diretti, residenti fuori Sicilia; posti riservati a pazienti in cura fuori Sicilia, con accompagnatore; posti riservati a famiglie in stato di povertà acclarata; posti gratuiti riservati a giovani studenti provenienti da famiglie bisognose per gite di istruzione e vacanze, attraverso accordi con le scuole.
#sirestiarrinesci #aereolineesiciliane”

Detto questo, la condizione indispensabile per dare vita a una compagnia aerea siciliana è che gli aeroporti restino di proprietà dei siciliani. Ciò significa che va bloccata la folle privatizzazione dell’aeroporto Fontanarossa di Catania.

Ovviamente, non c’è nemmeno bisogno di dirlo, anche gli altri aeroporti siciliani – ovvero di aeroporti di Palermo, di Comiso, di Lampedusa e di Pantelleria – devono restare di proprietà del siciliani.

Altra cosa importante: togliere gli aeroporti siciliani dalle insicure mani delle Province, dei Comuni e delle Camere di Commercio.

Non sappiamo se sarà più conveniente pensare a una società pubblica per ogni aeroporto o a una società pubblica unica per tutti gli aeroporti.

L’unica cosa certa, lo ribadiamo, è che Province, Comuni e Camere di Commercio devono restare fuori dalla gestione – pubblica – degli aeroporti della nostra Isola.

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