Finalmente una protesta degli agricoltori siciliani! Ma sono ancora in pochi

13 dicembre 2019

Anche per l’agricoltura vale una regola aurea: chi non protesta sta bene. E’ inutile lamentarsi se poi la protesta si ferma alla tastiera del computer. In Francia Macron si è ‘rimangiato’ di corsa la riforma delle pensioni non certo per la protesta della rete, che serve ma non basta. Lo ha capito il gruppo di ‘Agricoltori riuniti’ della Sicilia. Era ora! 

La crisi dell’agricoltura siciliana: c’è chi non si arrende e, anzi, si prepara a dare battaglia. Leggiamo sul sito di Agricoltura Calatina:

“Il gruppo di ‘Agricoltori Riuniti’, come fanno sapere delusi i componenti, sono stanchi di subire ingiustizie da questo Governo nazionale. Il 16/12 a Caltanissetta, presso l’agriturismo fratelli Gentile, alle ore 17,00, ci sarà una riunione per decidere il da farsi, e le future iniziative che intenderà no svolgere”.

‘Agricoltori Riuniti’, prosegue il comunicato, “nasce con l’obiettivo di difendere l’agricoltura siciliana da una sempre più crescente concorrenza estera e da leggi controproducenti per gli agricoltori stessi”.

Giovanni Balba, tra gli agricoltori più dinamici del movimento afferma:

“Agricoltori Riuniti si riunirà giorno 16 a Caltanissetta per decidere la data e il luogo dove manifestare contro questo Governo che ci sta portando alla disperazione più totale. Invito tutti gli agricoltori a partecipare a questo incontro. Si devono svegliare scendendo in campo con noi”.

Lo stesso Giovanni Balba, in più occasioni, ha dichiarato “che in tutti questi anni la politica si è riempita la bocca di promesse mai mantenute”.

A nostro modesto avviso anche il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale della Sicilia dovrebbe cominciare la propria battaglia politica a partire dalle campagne, dove l’assenza del Governo nazionale e del Governo siciliano è palpabile.

Basti pensare alla totale assenza di interventi a tutela degli agricoltori siciliani che subiscono la concorrenza sleale di prodotti agricoli esteri che, in alcuni casi, sono di qualità scadente, se non tossici.

Basti pensare all’invasione di grano duro canadese e adesso anche turco.

Basti pensare a quello che succede nel mondo del latte.

Basti pensare a quello che succede nel mondo della carne.

Basti pensare all’invasione di olio d’oliva estero che serve solo a deprimere il prezzo del vero olio d’oliva extra vergine italiano che, per il 90%, è prodotto in Puglia, in Calabria e in Sicilia.

Basti pensare alle ‘aggressioni’ che le aziende agricole in difficoltà debbono subire dai creditori: i loro prodotti vengono deprezzati dall’invasione di prodotti agricoli esteri – spesso pessimi – ma lo Stato vuole paghino tasse e imposte (e anzi le sta inasprendo) e le banche chiedono indietro i prestiti.

Non c’è che una via: la protesta.

In Francia, ad esempio, Macron si è già ‘rimangiato’ la riforma delle pensioni…

 

QUI L’ARTICOLO PER ESTESO DI AGRICOLTURA CALATINA

Foto tratta da Business People

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