Un video del giovane economista siciliano, Luca Pinasco. Si parla del MES, ma si parla anche di come liberare l’Italia dal ricatto dello spread. Come? Rinanzionalizzando il debito pubblico italiano
All’indomani dell’incredibile approvazione del MES – il Meccanismo Europeo di Stabilità – da parte di Camera dei deputati e Senato della Repubblica pubblichiamo le riflessioni – scritte e in un video – del giovane economista siciliano, Luca Pinasco (nella foto tratta da OraNews.net). Le considerazioni di questo giovane ci dicono, in primo luogo, due cose.
La prima cosa è che la politica europea è ‘vecchia’, intendendo con tale accezione una politica legata ancora agli schemi di un’Unione europea fallimentare, dove la furbizia e l’egoismo prendono il sopravvento sui valori dell’Europa unita egli anni ’50 e ’60 del secolo passato, quando si pensava – o almeno c’era anche chi lo pensava – alla costruzione di un’Europa dei popoli e non della finanza ladra o, peggio, delle banche di affari (affari spesso andati a male: basti pensare alle banche tedesche con le ‘pance’ piene di derivati ‘tossici’).
La seconda considerazione riguarda l’Italia, guidata da una classe politica mediocre, inadeguata (basti pensare a come viene tradito l’elettorato), in parte anche legata agli affari. Una politica italiana che non fa gli interessi dell’Italia, ma che tutela posizioni personali, spesso contro gli interessi dell’Italia.
Ma andiamo alle considerazioni di Luca Pinasco sul MES:
“Quali soluzioni al problema della gestione del debito pubblico? – leggiamo sul post che accompagna il video -. Il MES non facilita la gestione del debito pubblico ma la rende più complessa. La soluzione ovvia sarebbe invece che la BCE facesse il lavoro che fanno tutte le altre Banche centrali al mondo, ovvero il prestatore di ultima istanza, ma la proposta italiana in tal senso è già stata rigettata”.
A questo punto Pinasco affronta la questione spread:
“Due soluzioni rimangono allora possibili per abbattere in modo permanente il problema spread.
1) Costruire un fondo ad hoc in una banca pubblica (MPS o CDP) da utilizzare nel caso improbabile in cui i mercati non volessero acquistare i nostri titoli. Queste banche sarebbero oltretutto capaci di finanziarsi presso la BCE e acquistare titoli di Stato con tassi negativi senza rimetterci. Come già fanno Germania e Francia.
2) Incrementare la quota di titoli in possesso di famiglie e imprese italiane (modello giapponese) con strumenti fiscalmente agevolati (ad es. deducibili dal reddito). Questo ci sottrarrebbe dalla speculazione internazionale (ricordiamo che a Deutsche Bank bastò vendere 8 miliardi di titoli italiani, over the counter e mal comunicandolo, per far crollare un Governo nel 2011) e la crescita dei tassi e dello spread non rappresenterebbe più una fuoriuscita di ricchezza, ma la spesa per interessi, rimanendo in misura maggiore in tasca a famiglie e imprese italiane, diverrebbe reddito e domanda interna”.
QUI IL VIDEO DI LUCA PINASCO SUL MES
Foto tratta da Panorama
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