La storia infinita del nuovo porto di Sant’Agata di Militello e la variante ‘fantasma’

10 dicembre 2019

La cosa incredibile, in questa storia di ritardi, è che oggi è a rischio il finanziamento di 49 milioni di euro. Sarebbe veramente una beffa per tutta l’area dei Nebrodi. La storia della variante ‘fantasma’ voluta dall’attuale amministrazione comunale. L’ombra della Corte dei Conti con un possibile danno erariale

di Teresa Frusteri

Il nuovo porto di Sant’Agata Militello è uno dei più attesi dell’area settentrionale tirrenica. Ricade nel territorio a valle della “catena” dei Nebrodi. Negli ultimi dieci anni la storia di Sant’Agata-porto è stata vissuta nel susseguirsi di diverse amministrazioni comunali, tra ricorsi durante le gare di appalto e il fallimento di una delle imprese. Insomma, un alternarsi di gare e ricorsi…

I lavori di questo atteso “lotto” sono stati assegnati all’impresa esecutrice Cogip Infrastrutture spa di Catania. Un risultato ottenuto dall’amministrazione comunale precedente guidata dall’allora sindaco, Carmelo Sottile, che ha terminato il suo mandato nel Giugno del 2018, sconfitto dall’ex senatore Bruno Mancuso. Sottile attualmente è capogruppo dell’opposizione consiliare.

A Sant’Agata, dopo i tanti anni di attese e sorprese, non sempre positive, finalmente pareva che tutto stesse procedendo per il meglio nell’esecuzione dell’opera. Si stava agendo con senso pratico per fare il meglio a favore di un veloce procedere dell’opera verso il suo completamento.

Per la cronaca, il finanziamento di 49 milioni di euro è stato ottenuto dall’amministrazione guidata da Aldo Fresina nel lontano 2001. Progetto inserito nell’accordo di Programma Quadro relativo al trasporto marittimo, per la realizzazione di infrastrutture portuali della Sicilia.

Il porto doveva essere consegnato alla città il 7 novembre 2019, ma a tutt’oggi i lavori sono ancora a meno della metà.

Questa la situazione. La responsabilità principale di questi ritardi è stata una variante, presentata in pompa magna dall’Amministrazione comunale attuale, che di fatto risulta inesistente negli uffici dell’assessorato regionale competente. Variante al progetto originario che, però, ha creato un alibi all’impresa, che giustifica i ritardi facendo riferimento alla variante ‘fantasma’. Cosa, questa, che ha suscitato le ire delle opposizioni in Consiglio comunale, che hanno presentato interrogazioni e mozioni sull’argomento.

L’idea che ha ispirato l’amministrazione comunale attuale ad annunciare la variante ‘fantasma’ era quella di una infrastruttura di grandissimo fascino e funzionalità riguardo ai servizi, alla fruibilità e alla vivibilità non solo degli operatori marittimi, ma dei cittadini tutti, che nel Porto dei Nebrodi di Sant’Agata Militello avrebbero potuto trovare un vero e proprio “borgo nella città”.

Una variante tanto annunciata ed oggi svanita come una bolla di sapone, con il risultato di avere solo allungato i tempi di completamento dell’opera!

Sul nuovo porto di Sant’Agata di Militello sembra che incomba una maledizione. Non è mancato nulla, in questa tormentata storia. Neanche procedimenti penali per abuso d’ufficio e turbativa d’asta ancora pendenti. Una vicenda giudiziaria che vede imputati cinque imprenditori e quattro funzionari comunali.

C’è anche una cessione del ramo d’azienda, operazione annullata dal Tribunale di Palermo nel 2018. Nelle motivazioni della sentenza si evince che non si è trattato di una cessione del ramo d’azienda, ma di una vera e propria cessione del contratto non prevista dal codice degli appalti.

L’amministrazione guidata da Carmelo Sottile, precedente a quella attuale , dopo aver superato tutte le problematiche giudiziarie amministrative e tecniche, oggi non vorrebbe che venga tutto vanificato per le ulteriori “scelte avventate” dall’attuale amministrazione. Da qui le mozioni e interrogazioni della minoranza.

I consiglieri di opposizione, che fanno capo a Sottile, hanno rilevato che la variante sarebbe stata sostanziale al solo fine di aumentare la cubatura e spostare i manufatti ed il molo d’attracco dell’aliscafo. Risultato: il progetto non potrebbe non essere assoggettato all’acquisizione di tutti i pareri, con il conseguente rischio di perdita del finanziamento nel caso del mancato rispetto del termine ultimo del 31.12.2020 per l’impiego delle risorse comunitarie.

Ma la variante – che continua ad essere ‘fantasma’ – nello stesso tempo continua a produrre effetti. Infatti questo giochino potrebbe, con ogni probabilità, creare difficoltà. Quali? per esempio, non potrebbero essere applicate le penali per il ritardo, visto che, per come si sono messe le cose, non sarà facile stabilire le responsabilità.

Per non parlare del rischio concreto della perdita del finanziamento di 49 milioni di euro: cosa che si configurerebbe come un sacrilegio per il territorio dei Nebrodi!

La minoranza consiliare ha chiamato in causa il sindaco Bruno Mancuso anche per contestare i ritardi e individuare eventuali responsabilità. Questo perché, secondo la Corte dei Conti, il ritardo nella realizzazione delle opere finanziate determina un’ipotesi di danno erariale per mancato impiego di risorse.

Lo stato dell’opera e i tempi per il suo completamento sono ancora l’enigma più importante per la commissione di collaudo e per l’assessorato regionale alle Infrastrutture.

Chi vivrà vedrà. I nostri nonni da oltre 50 anni non ci sono ancora riusciti.

Foto tratta da YourSailor

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