Casteldaccia, la caduta del sindaco Di Giacinto, un tempo uomo forte di Giuseppe Lumia

5 dicembre 2019

Arrestato il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto, già esponente di primo piano del Megafono dell’ex senatore Giuseppe Lumia e dell’ex presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Storia di un personaggio sempre al centro del potere, già deputato regionale ai tempi di Rosario Crocetta presidente della Regione, del quale è stato sostenitore

Non ci occupiamo mai di cronaca giudiziaria. Ma questa volta dobbiamo fare un’eccezione. Perché con l’arresto con l’accusa di corruzione del sindaco di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, a chi scrive suonano certe ‘campane’: sono i ricordi di quando su Link Sicilia, tra il 2012 e il 2013, abbiamo firmato una serie di inchieste su Casteldaccia e, in particolare, sull’allora sindaco Giovanni Di Giacinto, che alle elezioni regionali del Novembre 2012 avrebbe lasciato Gianfranco Miccichè e il suo Grande Sud per transitare nel Megafono di Rosario Crocetta (allora candidato alla presidenza della regione siciliana per il centrosinistra), sotto l’egida – o se preferire la regia – dell’allora senatore Giuseppe Lumia.

Noi, per nostra abitudine – lo ribadiamo – non ci occupiamo di cronaca giudiziaria. Tranne quando – come in questo caso – la cronaca giudiziaria ‘invade’ la politica.

Sulla cronaca ci limitiamo a riportare quanto scrive Blog Sicilia, sempre puntuale, informato e preciso:

“Questa mattina sono scattate le manette per il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto, per il suo vice Giuseppe Montesanto, l’assessore della giunta Marilena Tomasello, la funzionaria Rosalba Buglino e un geometra, Salvatore Merlino. Il Comune due anni fa fu colpito dall’alluvione”.

“Tutti a vario titolo – leggiamo sempre su Blog Sicilia – devono rispondere di corruzione, abuso d’ufficio, falso materiale ed ideologico. Secondo le indagini dei militari della compagnia di Bagheria, sarebbero state pagate tangenti sotto forma di assunzioni di parenti e amici per poter lavorare con il Comune di Casteldaccia. Incarichi per il sostegno dei disabili o per la raccolta dei rifiuti o ancora per il rilascio di concessioni a costruire, da oltre due anni la prassi era consolidata: lavori e appalti in cambio di assunzioni e in qualche caso anche di denaro”.

“Il blitz dei carabinieri – prosegue l’articolo – è scattato questa mattina all’alba nel Comune di Casteldaccia in esecuzione ad un’ordinanza di i custodia cautelare nei confronti dei cinque esponenti della pubblica amministrazione firmata dal Gip su richiesta del procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, e del sostituto, Daniele Di Maggio. Secondo quanto si apprende, l’indagine della Procura era già stata avviata quando è successa la tragedia in cui sono morte nove persone per un’alluvione. Gli inquirenti hanno accertato decine di casi di corruzione fino a quest’estate. Oltre ai cinque arrestati sono indagate altre persone, fra cui gli imprenditori e i commercianti che hanno pagato i politici e i funzionari comunali di Casteldaccia”.

Saranno gli inquirenti a stabilire come stanno le cose. Noi ci limitiamo a raccontare il politico Giovanni Di Giacinto.

Abbiamo già ricordato l’elezione di Crocetta a presidente della Regione. Tra gli elettori del candidato del centrosinistra, alle elezioni regionali siciliane dell’autunno del 2012, c’era anche Di Giacinto, assieme al PD, all’UDC di Giampiero D’Alia e a Confindustria di Antonello Montante e ad altri appoggi arrivati sottobanco da alcuni settori del centrodestra.

Per la cronaca, la candidatura di Gianfranco Miccichè alla presidenza della Regione, nel 2012, è stata fondamentale per spezzare l’unità del centrodestra e affossare il candidato ufficiale dello stesso centrodestra, Nello Musumeci (che verrà eletto presidente della Regione cinque anni dopo, nel Novembre del 2017). Importante anche il ruolo di Raffaele Lombardo, alleato di Miccichè.

Il quadro d’insieme è importante per illustrare la figura di Di Giacinto, che si inserisce nell’alleanza politica che ha avuto come grande ‘tessitore’ il già citato allora senatore, Giuseppe Lumia.

E sarà proprio la candidatura di Lumia al Senato, nel 2013, a dare modo a Di Giacinto di mettere a disposizione la sua forza elettorale.

Abbiamo già ricordato che Di Giacinto, nel Novembre del 2012, lascia la formazione politica di Miccichè, Grande Sud, per aderire al Megafono. E nel Megafono verrà eletto nel collegio di palermo con oltre 3 mila voti di preferenza.

Pochi mesi dopo arrivano le elezioni politiche nazionali. Lumia dovrebbe essere fuori dalle liste del PD perché ha già alle spalle tante legislature. Ma lo stesso Lumia si inventa la sua candidatura al Senato con il Megafono: e tra i suoi grandi elettori c’è proprio Di Giacinto.

Per cinque anni – gli anni del Governo regionale di Rosario Crocetta – Di Giacinto sarà sempre accanto al presidente della Regione.

Ma chi è Giovanni Di Giacinto? E perché chi scrive, tra il 2012 e il 2013, si era interessato a questo personaggio? Perché, da sindaco di Casteldaccia, Comune di quasi 12 mila abitanti, Giovanni Di Giacinto – così si raccontava – ne combinava di tutti i colori. Gli echi delle sue ‘gesta’ erano arrivati fino a noi. Così abbiamo raccontato in un’inchiesta a puntate (quattro o cinque puntate, adesso non lo ricordiamo con precisione), quello che succedeva in questo Comune.

Ovviamente non ricordiamo tutto, andiamo per sintesi. Ricordiamo che prima di diventare sindaco Di Giacinto – che nella vita fa il commercialista – era stato vicesindaco. E poi sindaco per due consiliature.

Cos’è che ci aveva colpito nella gestione del Comune di Casteldaccia? Ovviamente questioni economiche: l’affidamento di appalti, le convenzioni  per servizi esterni e le consulenze. Il tutto condito con il clientelismo.

Ricordiamo, in particolare, gli affidamenti diretti. E le polemiche che ne erano venute fuori. E sono stati infatti alcuni cittadini di Casteldaccia a segnalarci alcuni fatti. C’era chi si batteva per le gare pubbliche e chi diceva che certi atti amministrativi dovevano passare per il Consiglio comunale.

Ricordiamo anche le polemiche – particolarmente roventi – sulla riscossione dei tributi. Ci siamo occupati, in particolare, di una cooperativa che aveva sede a Caltavuturo. Anche in quell’occasione polemiche al vetriolo, diffide, interventi dell’assessorato regionale agli Enti locali e poi una transazione che dimezzerà i compensi.

I fatti che abbiamo raccontato, se non ricordiamo male, sono andati in scena tra il 2004 e il 2008. Nel 2010 il sindaco Di Giacinto si rivolge alla Serit Sicilia. Altre polemiche roventi sull’affidamento e, in generale, sulla gestione. Vicenda che si chiude due anni dopo con una revoca poco prima che Di Giacinto si candidi alle elezioni regionali.

Polemiche roventi ancora per il fotovoltaico. Chi critica il sindaco lamenta la cessione, in comodato d’uso gratuito, dei tetti degli edifici pubblici di Casteldaccia a un società milanese per venti anni.

Polemiche anche per il ricorso al Project Financing per l’illuminazione pubblica. Articoli sui giornali, accuse, veleni. E anche indagini della magistratura.

 

Polemiche anche sulla gestione dei precari. Questa, in realtà, sarà una tempesta in un bicchiere d’acqua, perché dopo le elezioni regionali del 2012 di questa storia non si saprà più nulla.

C’è anche il Coinres, un Consorzio che riunisce 22 Comuni a sud est di Palermo, Bagheria e Casteldaccia in testa. nel Coinres Di Giacinto ricoprirà ruoli importanti.

Stringi stringi – perché di questo alla fine si trattava – le accuse che venivano mosse a Di Giacinto è che tante operazioni andavano in scena a ridosso delle campagne elettorali. Ma questo, in Sicilia, è la norma.

Per anni, fino a quando è stato in piedi il sistema di potere – piaccia o no, legato al centrosinistra siciliano – Di Giacinto è sempre uscito indenne da tante vicende contrassegnate da aspre polemiche.

Oggi non è più così. Oggi un altro ‘pezzo’ di quel centrosinistra siciliano – non il più importante, ma da non sottovalutare – è oggetto di provvedimenti giudiziari.

Noi cogliamo solo l’aspetto politico di questa storia: e ci sembra una storia che volge verso la fine.

 

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