Perché tanta attenzione solo su Open e su Renzi? L’elenco di tutte le Fondazioni ‘politiche’

28 novembre 2019

Nel pieno rispetto delle indagini della magistratura – per onestà intellettuale – non possiamo non condividere una riflessione del leader di Italia Viva, Matteo Renzi: perché tanta attenzione solo sulla Fondazione Open? Ricordiamo che fornire i dati riguardanti i rendiconti sulle entrate e le spese sostenute per le attività di tali Fondazioni non è un obbligo di legge. I politici si sono auto-tutelati bene… I nomi di tutti i politici e di tutte le Fondazioni politiche

di Antonino Privitera

Tra le notizie più dibattute – insieme a ex Ilva, viadotti che crollano, crisi economiche e politiche – in scena anche i sospetti del toscano Matteo I° che si lamenta per le attenzioni che la Magistratura dedica alla sua Fondazione Open. Nel nostro Paese la Fondazione è regolamentata e si definisce come “un ente che un soggetto, denominato fondatore, mediante atto pubblico o testamento, istituisce per l’attuazione di uno scopo possibile e lecito di utilità generale attraverso il patrimonio assegnato dal fondatore stesso”. ( art. 14 Codice Civile).

Giusto per contestualizzare il concetto, la tra le più note e nobili Fondazioni di valenza internazionali basta citare il Premio Nobel.

Ma torniamo all’Italia e alle motivazioni che ci spingono a proporre qualche riflessione. Come si è detto spesso abbiamo sentito citare da nostri esponenti politici di Fondazioni che si assumerebbero oneri finanziarie per “aiutarli e coadiuvarli” nell’impegno cui sono chiamati, ivi compresi gli impegni elettorali. Dallo studio pubblicato si notano curiose combinazioni: come la nascita esponenziale di questi enti dal 1990 in poi e che di moltissime Fondazioni fanno parte uomini politici che sono stati o sono ai vertici per incarichi politici, in aziende pubbliche e nelle istituzioni.

Destra e sinistra sono ben rappresentate, anche nella medesima Fondazione: magari sulla scena pubblica li troviamo a dibattere in schieramenti opposti, ma insieme negli studi, nelle elaborazioni e nelle pianificazioni dei Think tank e non mancano nemmeno personaggi che fanno parte di più laboratori o pensatoi!

Per esempio, sono risultati facenti parte di più fondazioni:

il deputato PD ed ex Presidente di Legambiente, Ermete Realacci, che elabora i suoi pensieri nelle Fondazioni Open, Symbola, Ecodem, Centro per un futuro sostenibile;

l’ex consigliere Rai Angelo Maria Petroni, che fornisce il suo contributo di idee in ResPublica, Fondazione Italia Usa, Aspen, Italia decide;

l’ex ministro, passato alla storia per il “capolavoro” della riforma burocratica, Franco Bassanini che è nella Fondazione per scienze religiose Giovanni XXIII, Astrid, Italianieuropei, Fondazione Italia Usa;

anche l’ex ministro Lorenzo Ornaghi lo troviamo in quattro fondazioni: Costruiamo il futuro, ResPublica, Fondazione De Gasperi, Aspen;

mentre l’ex viceministro degli Esteri, Marta Dassù, è la “maglia rosa” della classifica risultando addirittura in ben cinque Fondazioni: Human Foundation, Fondazione Italia Usa, Aspen e Italianieuropei.

In questa panoramica troviamo anche altre particolarità:

Massimo d’Alema che divide il suo tempo tra la viticultura e i Think tank di Italianieuropei e la presidenza della Feps ( Foundation for European Progressive Studies). Per gli studi prodotti, Bruxelles copre, come da regolamento, l’85 per cento delle spese documentate e dal 2008 ha elargito alla Feps circa 16,7 milioni di euro;

la Aspen Institute, con Giuliano Amato in coppia con Giulio Tremonti;

la Open più volte alla ribalta a sostegno di Matteo Renzi;

la Alcide De Gasperi che, dopo Giulio Andreotti, è nelle mani di Angelino Alfano con al suo interno anche l’eurodeputato Vito Bonsignore;

la Free Foundation di Renato Brunetta;

il Centro per un futuro sostenibile di Francesco Rutelli.

Non mancano le curiosità, come la separazione familiare della coppia formata da Bassanini/Lanzillotta che evidentemente, non per incompatibilità familiare, ma per coprire più esigenze avranno pensato di impegnarsi: il marito in Astrid e la moglie in Glocus.

Non mancano all’appello altri politici appassionati alla pratica delle Fondazioni che tanta poca fantasia e tanta malcelata nostalgia hanno pensato a nomi che in fondo – se fossero dei bambini innocenti – farebbero anche un po’ tenerezza: l’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti, che non vuole mettere a riposo la sua passione politica, ha la sua fondazione: Cercare Ancora;

il deputato PD che, dall’esperienza di ex Ministro del Lavoro, Cesare Damiano, non poteva che essere l’ispiratore della Associazione Lavoro e Welfare;

l’ex ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi è rimasto in tema con Costruiamo il futuro;

l’ex Ministro Claudio Scaloja ha cercato di onorare la sua città e la forza politica del cavaliere con Cristoforo Colombo per la Libertà;

il sindaco di Napoli Luigi De Magistris semplicemente “al risparmio sillabico” DemA;

l’on. Mara Carfagna ha Diritti in Cammino;

l’ex sottosegretario all’economia di AN, Mario Baldassarri: Economia Reale;

Stefania Craxi in memoria del padre… semplicemente Fondazione Craxi.

Non può mancare il riferimento religioso ed a questo ha pensato Rocco Buttiglione con Fondazione Fede e Scienza…

Potrei continuare ancora, ma preferisco consigliarvi di fare una puntata sul Web dove è possibile trovare molto di più di quanto provo a dire io.

E’ possibile verificare una curiosa combinazione scorgendo i nomi di famosi politici, che sono stati o lo sono ancora titolari di importanti incarichi, nel ritrovarli a fare parte di queste elitarie Think tank.

Certo, dare una mano alla fortuna non guasta… poi i casi della vita… si sa che nella Fondazione Open hanno discusso assieme a Matteo Renzi: Maria Elena Boschi, Luca Lotti e Marco Carrai.

In Italianieuropei hanno discusso insieme a D’Alema: Bersani, Padoan, Pittella e Vincenzo Visco.

La compagine più variegata fu sicuramente la disciolta Fondazione VeDrò dell’ex Presidente del Consiglio, Enrico Letta (poi tranquillizzato da Matteo Renzi) dove hanno avuto la fortuna di discutere oltre che a Palazzo Chigi: Angelino Alfano, Maurizio Lupi, Andrea Orlando e Nunzia De Girolamo.

Insieme, in ResPublica, troviamo i nomi di Giuliano Amato, Mario Monti, Gianni Letta, Romano Prodi, Franco Frattini.

Quindi è molto comune trovare spesso anche insieme esponenti di primo piano del panorama politico: gli ex Ministri Savona e Moavero li troviamo nelle fondazioni a/Simmetrie, Iustus, Icsa e Ugo La Malfa e Aspen;

l’ex ministro Tria in Magna Charta, Fondazione Craxi, Iustus;

gli esponenti 5 Stelle Bonafede e Di Stefano nell’associazione Rousseau; Vito Crimi, altro grillino, nel Thik tank group.

Anche gli esponenti della Lega sono organizzati e presenti in Think tank come a/simmetrie che è alquanto critica nei riguardi dell’Europa: il Centro Studio Machiavelli; la Fondazione federalista per l’Europa dei popoli fondata da Umberto Bossi; Il Talebano (che nome ispirato!!! ).

Dallo studio effettuato si conferma che il problema più appariscente, derivato da una regolamentazione carente, riguarda la trasparenza amministrativa, poiché fornire i dati riguardanti i rendiconti sulle entrate e le spese sostenute per le attività per cui queste Fondazioni hanno motivo di esistere non sono un obbligo di legge: soltanto quattro di esse hanno deciso di rendere pubblici i bilanci: la Aspen di Giulio Tremonti (soci sostenitori); Italia Decide di Luciano Violante; Human Foundation di Giovanna Melandri (soci fondatori) e Symbola di Ermete Realacci. Poi Human Foundation, Libertiamo di Benedetto Della Vedova e Open di Matteo Renzi con dati riferiti al 2013.

Sempre di Renzi è la Fondazione BIG Bang che ha reso noto di avere ricevuto da privati al 30 giugno del 2014 ben 1,9 milioni di euro!

Altre Fondazioni sono finite nei servizi di Report che hanno evidenziato rapporti poco trasparenti con l’imprenditore Alfredo Romeo, coinvolto nell’inchiesta Consip e che, tra le tante elargizioni, risulta avere donato 60.000 euro alla Open ammettendo candidamente:

“Nessun finanziamento era stato fatto se non richiesto…”.

In queste ore una riflessione di Matteo Renzi è pienamente condivisibile: perché tanta attenzione SOLO su Open?

Foto tratta da La Notizia

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