Ecco a voi un TG contro l’Italia, contro gli italiani e, soprattutto, contro il Sud/ MATTINALE 456

24 novembre 2019

Cronaca di una cena molto meridionale ascoltando un TG che, sulle piogge, dimentica il Sud. Da Grillo e Di Maio pronti a smentire il voto della piattaforma Rousseau per un “nuovo accordo con il PD” ai disordini in Bolivia senza parlare del Litio, fino al MES, appena accennato, per lanciare un ‘messaggio’ alla Lega. Si chiude con la pubblicità che magnifica l’Alta velocità ferroviaria (del Nord), proprio nel giorno in cui il sindaco di Licata ricorda che in treno, dalla sua città, per arrivare a Palermo passano cinque ore…

Sabato sera ‘politico’ a cena in casa, dalle parti del Sud Italia. Tavola apparecchiata. Si attende il piatto forte: la zuppa di verdure del giorno prima riscaldata. Prima di tirarla fuori da frigorifero accendiamo la televisione. Vediamo che succede nel mondo.

La tavola è già apparecchiata. Al centro c’è il piatto con un generoso pezzo di caciocavallo Ragusano semi-stagionato. Accanto sarde salate condite con olio d’oliva e origano. Poi una cipolla di Tropea cruda, affettata e condita con olio e sale con accanto due peperoncini freschi. Al centro della tavola quattro pomodori San Marzano aperti in quattro che parlano: “Mangiami, mangiami!”. Sulla destra quattro fette di pane di grano Senatore Cappelli (alla faccia dei bolognesi) condito con sale e olio, alla Giuseppe Marotta: e, naturalmente, una bottiglia di Nero d’Avola (siamo meridionali e, per giunta, siciliani).

La televisione trasmette le immagini di un film cominciato.

“Metti un TG, vediamo che dice”.

Arriviamo in tempo per la sigla.

CHE HANNO DA RIDERE GRILLO E DI MAIO? – La prima notizia ci fulmina mentre abbiamo addentato un pomodoro di Tropea. Spuntano le facce di Luigi Di Maio e di Beppe Grillo. Ridono entrambi.

(“Che avranno da ridere ‘sti due?”, ci chiediamo svevianamente: vi avvertiamo che il racconto di questo TG sarà inframmezzato da flussi sveviani di coscienza).

Di Maio sembra un calamaro aggritta, come si dice dalle nostre parti. Mentre Beppe Grillo ci ricorda il Bettino Craxi che richiamava all’ordine i ‘compagni’ socialisti che si permettevano di non obbedire ai suoi ordini.

Il servizio su Grillo e Di Maio, in rigoroso stile da primo Coro dell’Adelchi, riporta con toni quasi ieratici, tipo Cristo Pantocratore della Cattedrale di Monreale, il Grillo-pensiero:

“A Gennaio serve un nuovo accordo con il PD”.

(Flusso di coscienza sveviano: perché, l’accordo fatto fino ad ora con il PD non andava bene? E poi perché a Gennaio ‘sto nuovo accordo tra Movimento 5 Stelle e PD? Magari perché a Gennaio si vota in Emilia Romagna per le elezioni regionali?).

Nel frattempo un pezzo di caciocavallo fa il suo mestiere accompagnato da un tocco di pane e olio.

Sommessamente, senza esagerare, anzi sminuendo, il servizio del TG ricorda che sì, la piattaforma Rousseau ha deciso che il Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali in Emilia Romagna e in Calabria andrà da solo. Ma…

A tavola è il momento del peperoncino accompagnato da una fetta di cipolla di Tropea: al palato è un tripudio. Pizzica, sì: ma noi siamo meridionali: i tortellini li facciamo mangiare ai bolognesi!

Nel servizio – sempre con il tocco da primo Coro dell’Adelchi e, magari, con una spruzzatina di Don Abbondio – ci si guarda bene dal far dire a Grillo che il voto della piattaforma Rousseau non conta nulla. Si dice invece che Grillo ha voluto l’incontro con Di Maio per ribadire che il capo del Movimento 5 Stelle rimane Di Maio, anche se è stato smentito dalla base.

(Flusso di coscienza: ‘sti grillini se vanno al voto con la faccia di Di Maio scendono sotto il 5%: Grillo vuole fare sparire il Movimento per ‘scioglierlo’, come il bicarbonato nell’acqua, nel PD).

Ma qual è la morale di questo tragicomico servizio su Grillo e Di Maio?

La domanda ci assale mentre mandiamo giù mezzo bicchiere di Nero d’Avola.

Ci pensa l’autore dello stesso servizio del PG a cuntarini ‘u cuntu, sempre come si usa dire dalle nostre parti:

“Sì, è vero, c’è stato il voto della piattaforma Rousseau, ma Di Maio, tutto sommato, non è stato smentito…”.

Mentre addentiamo un altro pezzo di caciocavallo con mezza sarda salata – sale più sale, meridionali siamo! – con un pezzo di pane e olio, rispunta la faccia di Di Maio che ride, ride ride…

“Non è ancora detto che in Emilia Romagna, alle elezioni regionali, il Movimento 5 Stelle andrà da solo, ci sono ancora i margini per la trattativa…”, chiude suadente il servizio.

E mentre il TG pronuncia queste parole grottesche, che sono l’esatto contrario di quello che pensano e dicono i militanti del Movimento 5 Stelle (‘pura cronaca’, quella fatta da questo TG, giornalismo allo stato puro…) scorrono le immagini dei ‘capi’ del PD dell’Emilia Romagna, quelli che amministrano questa Regione da quasi 50 anni: sono l’uno accanto all’altro e ridono e battono le mani promuovendo se stessi e poi, via con la dissolvenza…

A tavola ci sono cibi che ci fanno sognare: non possiamo dire di essere disgustati. Non ci rimane che il flusso di coscienza:

(Grillo è il capo e Di Maio non conta nulla: prende solo ordini. E Grillo è cento volte peggiore di Craxi: Grillo della base se ne sbatte i c… Puntiamo l’orologio: tra qualche settimana, il tempo di fare ‘asciugare’ il voto malandrino della piattaforma Rousseau, Di Maio, quello che ride sempre, comunicherà che l’accordo elettorale in Emilia Romagna si deve fare. Ma quali segreti nascondono i dirigenti del PD negli uffici della Regione Emilia Romagna? Perché sono terrorizzati dall’idea che un non-PD – peggio se fosse addirittura uno della Lega! – possa leggere cosa c’è scritto in quelle carte? Che hanno combinato in 50 anni i comunisti emiliani e i post comunisti in Emilia Romagna? E’ normale che una Regione venga amministrata sempre dalle stesse persone per quasi 50 anni? Non è giusto votare contro il PD proprio per fare venire alla luce questi segreti, che evidentemente ci sono? E i grillini che proteggono ‘ste cose: che tristezza!).

BOLIVIA: NON PRONUNCIARE LA PAROLA LITIO – Arriva il servizio sulla Bolivia: disordini di qua, disordini di là. Cronaca tra l’entropico e l’immaginifico. Nessuna spiegazione razionale. Un servizio da TG tanto per esserci. Della serie: “Ve ne abbiamo parlato. Che volete sapere ancora?”.

(Flusso di coscienza: lì, in Bolivia, si vogliono prendere le miniere di Litio, tra le più importanti del mondo. L’energia del futuro si governerà con questo minerale. Poveri boliviani. Nell’arco di qualche anno gli faranno fare la fine degli Indiani d’America). 

IL MES, CONTE E LA LUNGA ‘CODA’ DI SALVINI – Arriva il servizio sul MES. Con il ‘bordello’ che sta succedendo anche i TG italiani – sembra incredibile! – debbono parlare del Meccanismo Europeo di Stabilità. E’ una delle truffe con le quali la Germania governa l’Unione Europea dell’euro, ‘alleggerendo’ le tasche dei cittadini dei Paesi-cavia. Tipo Grecia, va, giusto per capirci.

Uno dei motivi per i quali il Regno Unito si è chiamato fuori dall’Unione Europea è il MES, anche se questo non si deve dire: quindi dimenticate quello che avete letto. Boris Johnson è “cattivo” perché vuole portare il Regno Unito fuori dalla UE e i laburisti sono buoni perché vogliono restare nella UE (così il MES lo pagano pure loro: ma cosa ci guadagnano i socialisti europei con il MES? Indovina-indovinello…).

Torniamo al TG. Parla Giuseppe Conte, il capo del Governo italiano. Noi ce la stiamo spassando con il pomodoro San Marzano e la cipolla di Tropea cruda accompagnati da olio d’oliva e sale: nulla può ferirci! Nemmeno Conte che sbraita contro il capo della Lega, Matteo Salvini:

“Sul MES, quando governavamo insieme, eravamo d’accordo. E ora che sono all’opposizione attaccano sulla riforma del MES? E’ inaccettabile”.

Salvini respinge le accuse. E’ inquadrato di davanti. Peccato. Se le telecamere lo avessero inquadrato di dietro, si sarebbe vista una ‘coda’ lunga lunga, tipo filo di Arianna…

(Flusso di coscienza sveviano: le trattative ‘segrete’ – ovviamente da segreto di Pulcinella, perché chi si occupa di economia segue sui siti specializzati da quasi un anno la trattativa sulla riforma del MES – non possono non essere conosciute dai leghisti che, con Claudio Borghi, proprio su questi argomenti, sono sempre super-informati. Solo un cretino può pensare che Salvini e leghisti vari non erano informati su questa vergogna con la quale la Germania sta provando a far pagare ai risparmiatori italiani i ‘buchi’ delle proprie banche, in particolare di una banca. Ai tempi dei subprime, messi in giro da quel diavolo di Alan Greenspan, le banche tedesche hanno fatto il pieno: ‘in pancia’ gli scadenti banchieri teutonici hanno un quantitativo impressionante di titoli ‘tossici’: fino a quando l’economia tira, non si sentono: ma ora, con gli effetti dei dazi doganali americani e con la barca di miliardi di euro che ci vorrà per tenere prigionieri i 4-5 milioni di siriani sulla frontiera turca per evitare che invadano la Germania, ebbene, i nodi stanno venendo al pettine: i soldi da qualche parte si debbono trovare…).

Il servizio sul MES dura poco: il tempo di lanciare qualche ‘messaggio’ in codice. Nessuna spiegazione. Ci manca pure che un TG spieghi agli italiani che i loro risparmi potrebbero essere ‘immolati’ per parare il culo ai tedeschi: ci mancherebbe!

Il caciocavallo, nel frattempo, è finito. Il pomodoro San Marzano pure. Il peperoncino ce lo siamo sbafati con il pane di Tumminia e l’olio d’oliva (a noi i calabresi non fanno paura). Siamo alla zuppa riscaldata. Tre fette di cipolla di Tropea crude e due sarde saranno la nostra prima ‘frutta’.

LE PIOGGE NEL NORD ITALIA – Nel frattempo il TG ci propone il servizio sul maltempo in Italia. O meglio, sul Nord Italia: grande preoccupazione in Piemonte, grande preoccupazione in Liguria, grande preoccupazione in Toscana, grande preoccupazione persino in Emilia Romagna (di nuovo l’Emilia Romagna: non ci bastavano i grillini e il PD?). E poi Venezia di qua, Venezia di là…

Oddio ascoltare una sola parola – una sola! – sul maltempo nel Sud. E dire che sempre ieri, in auto, di ritorno dalla spesa, su Radio Cusano Campus, il sindaco di Licata, rispondendo alla giornalista che gli chiedeva notizie sulla città allagata dalla pioggia e sul ruolo della Regione siciliana e dello Stato, rispondeva così:

“La Regione siciliana c’è. Il presidente della Regione siciliana in persona è venuto qui. Fanno quello che possono. Lo Stato? Non c’è”.

E se lo Stato non è a Licata allagata dalla pioggia perché mai i TG dovrebbero parlare delle piogge al Sud? E infatti non ne parlano! Sotto la linea gotica le piogge non sono degne dei TG.

(Non ce la sentiamo di informarvi, per filo e per segno, sul nostro flusso di coscienza sveviano su questo modo di fare informazione e, soprattutto, su quello che fluttua liberamente nei nostri pensieri: lasciamo alla vostra fantasia quello che abbiamo pensato del TG, del Piemonte, della Liguria, della Toscana, dell’Emilia Romagna e di Venezia: avanti, vediamo se la pensate come noi… vediamo se gli avete augurato le stesse cose che gli abbiamo augurato noi…).

LA PUBBLICITA’ DELL’ALTA VELOCITA’ – Il TG finisce con lo sport e noi siamo alla zuppa. Resta l’ultimo bicchiere di vino (nulla a che vedere con “l’ultima sigaretta” di Svevo). Arriva la pubblicità. Questa ve la dobbiamo raccontare pure, perché, vista da Sud, fa il paio con il TG.

Scorrono immagini delicate: paesaggi, sorrisi. Poi c’è gente che si muove, si sposta: sì, si viaggia. Per andare dove? Non ha importanza. Si viaggia. Si va avanti così per 35 secondi cronometrati. Si viaggia. Si viaggia in treno. In treno? Sì, in treno. Alla fine scopriamo l’arcano: è la pubblicità dell’Alta velocità ferroviaria!

Lo capite a che punto si arriva? Fanno vedere la pubblicità televisiva dell’Alta velocità ferroviaria in Sicilia? E magari anche a Matera, dove la ferrovia la aspettano dai tempi dell’unità d’Italia. Tutto questo nella stessa giornata in cui, sempre ascoltando Radio Cusano Campus, il sindaco di Licata diceva:

“Ma vi rendete conto che noi, da Licata, per recarci a Palermo in treno, e sono meno di duecento chilometri, impieghiamo più di cinque ore? Lo capite che se andiamo con l’auto, soprattutto se piove, non sappiamo quando e se arriviamo?”.

Siamo alla frutta, in tutti i sensi: noi con un paio di clementine, il TG con la pubblicità dell’Alta velocità…

Foto tratta da Formiche.net

 

 

 

 

 

 

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