Trentanove anni fa il terribile terremoto in Irpinia e in Basilicata (VIDEO)

23 novembre 2019

Il 23 Novembre del 1980 Irpinia e Basilicata furono colpite da un sisma spaventoso. Una scossa di terremoto – il secondo più forte della storia d’Italia dopo quello del 1908 a Messina e a Reggio Calabria – che per novanta lunghissimi secondi travolse città e persone. Migliaia di morti e danni incalcolabili.  Anche allora lo Stato arrivò in ritardo nel portare i soccorsi  

di Valerio Rizzo

23 novembre 1980, ore 19:34: 90 secondi di paura, 6,9 gradi Richter, 679 Comuni distrutti, 3.000 morti, 8.848 feriti, 280.000 sfollati!

Possono sembrare numeri di una guerra o di un bombardamento, ma non è niente di tutto ciò.

A provocare tale immane strage fu il secondo terremoto più forte della storia d’Italia dopo quello di Reggio Calabria e Messina che superò i 7 gradi.

Siamo in Irpinia e in Basilicata, era una domenica sera, fredda, d’autunno inoltrato di trentanove fa; molta gente era in casa, pochi in strada, mentre a Balvano, in provincia di Potenza, la chiesa era gremita per la prima comunione dei bambini.

All’improvviso si sentì un boato terribile, interminabile che fece crollare tutto, edifici e speranze, e soprattutto spezzò vite umane.

La chiesa di Balvano crollò, seppellendo 66 bambini che erano lì per condividere un giorno gioioso.

Ma anche Sant’Angelo dei Lombardi, Lioni, Torella dei Lombardi, Conza della Campania, Teora, Laviano, Calabritto e Senerchia vennero quasi rase al suolo.

Crollarono edifici a Potenza, ad Avellino, a Benevento, a Melfi e a Rionero, perfino nel centro storico di Napoli ci furono dei sussulti.

La scossa durò un minuto e mezzo e fu così forte che si avvertì in tutto il Centro-Sud, da Reggio Calabria a L’Aquila, facendo oscillare anche i palazzi di Roma.

Era l’inferno che, partendo dalle viscere della terra, si manifestava agli uomini impotenti di fronte a tale impeto distruttivo.

Lacrime e disperazione scesero come una nebbia su un’intera popolazione la quale si infittì nei giorni e nelle settimane successive per l’assenza, ancora una volta, dello Stato che non mandò i soccorsi con tempestività e i cittadini furono costretti a scavare a mani nude nelle macerie per salvare chi ancora era in vita.

Una radio locale di Avellino registrò la “voce del terremoto” casualmente, mentre stava componendo un mix di stacchi musicali su nastri da mandare in onda (QUI IL VIDEO SU TERREMOTO IN IRPINIA E BASILICATA). Una voce da ascoltare con rispetto, quel rispetto che l’uomo deve avere sempre per la Natura.

Foto tratta da FIRSTonline

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti