Leoluca Orlando e Giusto Catania hanno sempre ragione, specialmente quando hanno torto!

21 novembre 2019

Un concetto così elementare per chi conosce anche superficialmente Palermo sfugge a quattro consiglieri comunali: a Fabrizio Ferrandelli e a i grillini Concetta Amella, Viviana Lo Monaco, Antonino Randazzo. Orlando e i suoi adepti non possono essere discussi, perché sono il principio, il verbo, l’assoluto…Altro che mozioni di sfiducia e richiesta di dimissioni!

La notizia è che il consigliere comunale di Palermo, Fabrizio Ferrandelli – giovane, ma con una certa esperienza alle spalle – pensa che il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e l’assessore Giusto Catania siano uguali a tutti gli altri cittadini.

Ferrandelli non sa che a Palermo si aprono i porti e si chiudono i cancelli: non sa che lo spoglio delle elezioni comunali dura almeno un mese: non sa che Pizzo Sella ha avuto la meglio sull’urbanistica: non sa che a Mondello il cemento si autodetermina in libertà: non sa, insomma, che nel capoluogo della Sicilia ci sono persone che possono fare tutto quello che vogliono perché nessuno gli chiede conto e ragione del proprio operato.

Probabilmente galvanizzato dalla puntata delle trasmissione Le Iene, che ha addirittura fatto le pulci a un esponente della ‘sinistra’ di Palermo alternativa al PD che governa Palermo con il PD, con Totò Cardinale da Mussomeli, con i resti del partito di Angelino Alfano e con i renziani,  Ferrandelli ha addirittura presentato una mozione di sfiducia all’assessore del cancello prima chiuso e ora aperto, Giusto Catania.

Semplicemente incredibile quello che c’è scritto nel comunicato diramato dallo stesso Ferrandelli:

“La mozione – precisa – poggia su diversi punti di criticità e di mancato rispetto istituzionale. L’assessore Catania, infatti, mostra assenza di dialogo e confronto democratico con l’organismo consiliare, glissando nei fatti la possibilità di un percorso condiviso che possa, con atti deliberativi e strumenti propri dell’organo, affrontare e risolvere definitivamente importanti problemi”.

Come può pensare Ferrandelli che uomini eccelsi come Orlando e Ferrandelli possano dialogare con semplici consiglieri comunali. Consigliere Ferrandelli, pensi al Marchese del Grillo: loro sono loro e voi…

Intanto Ferrandelli insiste con la sua volgare ricerca di normalità e, per giunta, di legalità:

“La questione più recente, in ordine di tempo – scrive Ferrandelli – riguarda la modifica di giorni e orari della ZTL in sfregio alla legge che impone la regolamentazione della materia con delibera di Consiglio comunale. Procedura che l’assessore vorrebbe disattendere emanando d’imperio un suo provvedimento. Catania – continua Ferrandelli – è anche chiamato a rispondere della mancata definizione dell’iter del PRG che doveva concludersi, come da determina sindacale, entro il 31 ottobre 2019”.

ZTl, PRG: ma Ferrandelli pensa per davvero che a Palermo valgano le regole delle tre città? Ma dov’è nato, Ferrandelli? Dove ha vissuto? Come fa a non sapere che Orlando, Rifondazione comunista, il PD a palermo e in Sicilia hanno ragione a prescindere?

Lo capisce o no che loro sono il ‘verbo’: ma che vuole Ferrandelli?

“Un ulteriore punto di contestazione – insiste Ferrandelli – è la mancata trasmissione al Consiglio comunale del Contratto di servizio di Rap (scaduto ad agosto 2019) che sta determinando incertezze a cittadini e lavoratori, pregiudicando la corretta gestione del ciclo dei rifiuti. Altrettanta preoccupazione registriamo in merito alla gestione del trasporto pubblico in città. Si constata, infatti, una sensibile riduzione delle corse e un preoccupante disequilibrio nei conti dell’azienda in questione”.

Consigliere Ferrandelli: quando a Palermo amministra il centrosinistra l’immondizia è sacra: sono come certi animali in India: si guardano ma non si toccano. Si guardi in giro, consigliere Ferrandelli: che ne sarebbe di Palermo senza Bellolampo? Ma come fa a non capire che le discariche che sorgono qua e là per le vie della città sono la trascrizione simbolica, a tratti anche esoterica, e forse anche un po’ teoretica di una concezione della vita che si fa sostanza di legalità dentro un quadro di prossimità dove ciò che appare, in realtà, non è altro che un’entelechia che è pienezza oltre ogni limite umano, in bilico tra immanenza e trascendenza?

“A queste puntuali contestazioni – aggiunge un prosaico Ferrandelli tutto immerso nella sua minimale dimensione terrena – seguono continue offese alla cittadinanza da parte dell’assessore Catania, squalificando il ruolo che riveste. Insieme a chi vorrà sottoscriverla – aggiunge il capo dell’opposizione – ci rivolgeremo a tutta l’aula affinché, a salvaguardia del rispetto istituzionale che merita l’organismo di pianificazione e controllo, condivida con noi lo spirito di questo segnale politico”.

Offese! Consigliere Ferrandelli: come può non sapere che Giusto Catania è il Superuomo meta-nietzschiano della sinistra di Palermo: l’assessore Catania non offende: dispone, risponde, emana, promana, ordina, rivede, interpreta, arguisce, illumina, estende, rimanda, comanda.

Ma veramente, Consigliere Ferrandelli, lei vuole sfiduciare l’assessore Catania? Dia retta a noi: non si avveleni in Santo Natale!

Il finale del comunicato di Ferrandelli sembra una poesia crepuscolare adattata alla musica rock:

“Infine, pur non essendo oggetto della mozione, lungi dal voler essere una strumentalizzazione politica, chiediamo sempre all’assessore Catania di far chiarezza circa il presunto abuso segnalato dalla trasmissione Le Iene che riguarderebbe un cancello del proprio condominio che interdirebbe un’area pubblica. Se tale fatto fosse riscontrato – conclude Ferrandelli – è inutile dire che comprometterebbe qualsiasi credibilità in relazione non soltanto alle dichiarazioni che ha rilasciato ma anche delle istituzioni che rappresenta”.

Per Ferrandelli che scambia Palermo per una città, ci sono i ‘resti’ del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle a Palermo che hanno deciso di prendere il coraggio tra le mani. Erano sei, i consiglieri comunali grillini del capoluogo dell’Isola. Ora sono tre: Concetta Amella, Viviana Lo Monaco, Antonino Randazzo.

E cosa scrivono questi tre? Addirittura attaccano il sindaco Orlando:

“Una paralisi che fa male alla città. Una maggioranza ormai inesistente, Leoluca Orlando prenda atto che la sua esperienza è terminata e si dimetta. Fra ripicche e cancelli, la resa dei conti nella maggioranza e nessun atto utile per la città viene discusso e votato in Consiglio comunale, e restano congelati atti che potrebbero migliorare la qualità della vita dei palermitani, come il Regolamento sui Beni Comuni, la partecipazione attiva, il decentramento amministrativo, quello sui rifiuti e gli ispettori ambientali, quello sugli impianti sportivi, sui Dehors e tanti altri. Per non parlare della necessità, già formalizzata per iscritto al Presidente e a tutti i componenti del Consiglio comunale e ampiamente disattesa, di esprimersi sulla proposta di Regolamento sull’inclusione sociale, per scongiurare il rischio concreto per Palermo di perdere una quota importante dei 12 milioni di euro del Pon Inclusione. È una agonia, una maggioranza che non ha nessuna idea e visione. Il problema non riguarda soltanto il singolo assessore ma l’intera squadra del Sindaco Orlando, compresa un’accozzaglia di consiglieri radunata solo per le votazioni, in assenza di un vero progetto comune”.

Ma prima di scrivere questo parole i tre consiglieri comunali rimasti si sono consultati con l’onorevole Giampiero Trizzino? Lo sanno o no che Trizzino è di ‘sinistra’?

Ne hanno parlato con Giancarlo Cancelleri, il vice Ministro che governa con il PD? Ma questi tre lo sanno che i ‘capi’ di quello che resta del Movimento 5 Stelle (ma cosa resta?) hanno deciso di non presentare liste alle elezioni regionali dell’Emilia Romagna e della calabria per cercare di far vincere il PD? Ma dove vivono Concetta Amella, Viviana Lo Monaco, Antonino Randazzo? Attaccano Orlando e il PD? ma cosa gli salta in testa?

Foto tratta da SlidePlayer 

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