A proposito della ZTL nel Centro storico di Palermo

14 novembre 2019

In questo intervento non c’è soltanto la critica alla confusionaria gestione del Centro storico di Palermo. L’autore, oltre a definire la parte antica della città “un enorme pub a cielo aperto per accontentare la maggioranza dei cittadini secondo il motto latino “panem et circenses”, avanza anche alcune proposte

da Giuseppe Varvaro
riceviamo e pubblichiamo

È notizia di questi giorni che la Giunta comunale di Palermo sta per estendere alle ore notturne ed al weekend la ZTL, già operativa durante la settimana e nelle ore diurne nel Centro storico. Sulla sua opportunità si rilevano pareri discordanti.

Al di là del desiderio dell’Amministrazione comunale di fare cassa con gli introiti derivanti dai pass (annuali e giornalieri), l’istituzione della ZTL si accompagna alla istituzione su vasta scala di ampie zone pedonali e alla futura realizzazione della linea tranviaria in via Roma; l’intento, proclamato ai quattro venti dall’Amministrazione, è quello di rendere più vivibile e fruibile il Centro storico, riducendo al contempo le emissioni nocive dei gas di scarico delle automobili.

Sino ad ora, la ZTL infrasettimanale e diurna ha penalizzato principalmente i residenti e i gestori di attività commerciali diurne: i residenti perché sono costretti a pagare un’ingiusta tassa aggiuntiva e si ritrovano con meno spazio per posteggiare le proprie automobili, i commercianti perché hanno di fatto diminuito, in alcuni casi in maniera notevole, il loro fatturato dato che molti clienti, pur di non pagare il pass quotidiano, preferiscono cambiare fornitore; la pedonalizzazione di vaste aree, invece, ha favorito la nascita di innumerevoli attività commerciali di tipo food&drink, che a detta di molti hanno finalmente inserito il Centro storico di Palermo nel solco del modo di vivere di molti centri storici di varie città del mondo.

I residenti pensano che l’istituzione della ZTL h24 aiuterebbe a limitare l’invadenza delle attività notturne che, spesso, rendono invivibili le abitazioni; i commercianti notturni si lamentano che l’introduzione della ZTL notturna e nel weekend finirebbe per minare i loro fatturati ed in generale il minimo rilancio delle attività economiche, mettendo sulla strada tanti lavoratori (però mi chiedo quanti di questi locali abbiano lavoratori in regola).

La prima obiezione che viene in mente è sul perché dovrebbe esistere tale discriminazione tra attività diurne e notturne, dato che le seconde non subiscono alcuna restrizione da ZTL né da pedonalizzazioni (in quanto la sera ed il weekend mancano totalmente i controlli da parte della Polizia municipale). D’altronde, se si impone ai residenti di rinunciare all’auto o posteggiarla lontano, figuriamoci se non possono farlo tutti i cittadini per andare a bere una birra o mangiare una pizza. Cosa c’è di più bello che passeggiare in Centro storico?

I residenti hanno certamente le loro ragioni: basta fare un giro di notte per il Centro storico per vedere la quantità di automobili posteggiate ovunque, in vicoletti stretti ove vige il divieto di sosta e nei quali un’ambulanza non potrebbe passare; nelle piazze pedonali trasformate in comodi parcheggi per la movida, con piante e fioriere spostate che, se ancorate al pavimento, vengono divelte; e le moto che assediano i monumenti.

In tutto questo, i residenti rimangono prigionieri in casa, con difficoltà ad uscire e rientrare, e tentano di chiamare inutilmente per tutta la notte la Polizia municipale. Sembra quindi che il vero problema sia la maleducazione delle persone e il mancato rispetto delle regole, soprattutto da parte dei commercianti notturni.

Le domande che ci poniamo sono le seguenti: è necessario un provvedimento, come la ZTL h24, per porre fine all’inciviltà di una intera popolazione? Non sarebbe più facile effettuare controlli sul territorio a tappeto, con telecamere e Polizia municipale? Sarà vero che un Comune in deficit come il nostro fa fatica a garantire controlli notturni e festivi?

Ci crediamo poco. A nostro avviso, basterebbe incrementare i controlli, che si ripagherebbero ampiamente con le multe elevate; e non si parla solo di multe per le automobili che entrano senza pass o posteggiate selvaggiamente dove capita, ma anche e soprattutto di multe agli esercenti notturni che non rispettano le regole.

Avete mai sentito parlare di regole del vivere civile? E se non bastassero, sapete che esiste un regolamento comunale per regolamentare le attività di esercizio pubblico e svago, soprattutto nelle ore notturne? Bene, a Palermo gli esercenti che le rispettano si contano sulla punta delle dita di una mano, perché gli altri, pur di fare cassa e andare incontro alle esigenze di una popolazione sempre più incivile ed incapace di divertirsi se non in mezzo a musica assordante, non le rispettano proprio.

Ne deriva a nostro avviso che il nocciolo del problema non sta nell’istituzione di tali provvedimenti, ma nel fatto che poi l’Amministrazione comunale non ha intenzione di farli rispettare. Si sbandierano ai quattro venti tali provvedimenti e si getta la colpa poi sulla cittadinanza tutta. La realtà dei fatti è che vige l’idea di fare del Centro storico un enorme pub a cielo aperto per accontentare la maggioranza dei cittadini secondo il motto latino panem et circenses; e colpire di tanto in tanto gli stessi cittadini con qualche multa, lasciando il cittadino stesso convinto che si sia trattato di un caso e non della regola.

È bene dunque a nostro avviso istituire tale ZTL h24 e cominciare a fare rispettare le regole; si potrà poi intervenire sul decoro urbano, con la pavimentazione; creare nuovi percorsi pedonali collegati fra loro, estendendo il provvedimento a strade minori; predisporre nuovi stalli per il car sharing; consentire orari per carico/scarico merci, incrementare le telecamere di sicurezza e quelle sul controllo dei varchi della ZTL; istituire convenzioni tariffarie con i taxi per corse notturne da e per il Centro storico e introdurre anche il movida bus; creare tariffe notturne particolarmente basse per i parcheggi attorno al Centro storico.

Serve infine una campagna informativa che insegni a distinguere il diritto alla mobilità dal diritto all’accessibilità.

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