Di Maio sull’ILVA a un deputato pugliese: “Ma come ti permetti?” I grillini sono alla frutta o al caffè?

8 novembre 2019

Nel Movimento 5 Stelle si avvicina la resa dei conti. Che, con molta probabilità, subirà un’accelerazione con la crisi dell’ILVA di Taranto, se è vero che gli indiani della Arcelor Mittal, che hanno preso in affitto l’acciaieria,  avrebbero deciso di lasciare uno stabilimento industriale che, in verità, dovrebbe essere chiuso per la gioia di tanti cittadini tarantini

Eh sì, Luigi Di Maio è molto nervoso. Almeno così la racconta il quotidiano Il Messaggero di Roma, che descrive un incontro un po’ ‘elettrico’ tra il capo politico del Movimento 5 Stelle con i parlamentari pugliesi. Il tema, neanche a dirlo, è l’ILVA, la questione che Di Maio pensava di aver risolto in tre mesi e che, invece, è, per dirla con il sommo poeta, un “gran bordello”.

Gli indiani della Arcelor Mittal, che hanno preso in gestione l’acciaieria, se ne vogliono andare. E il bello è che non si capisce nemmeno il perché se ne vogliono andare.

All’inizio si pensava che volevano lo scudo penale. Ora sembra che vogliano sbarazzarsi di 5 mila dipendenti sui poco più 10 mila addetti della discussa (e inquinante) acciaieria di Taranto. Ora sembra che vogliano entrambe le cose. Ora sembra che vorrebbero andare via perché, con la crisi dell’automobile, acciaio se ne vende sempre di meno.

Scenario complicato. E grande nervosismo. Con tanti cittadini di Taranto che dopo 50 anni o giù di lì, vedono concretizzarsi la possibilità che l’acciaieria chiuda finalmente i battenti.

Del resto, la chiusura dell’ILVA era uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle in campagna elettorale. Poi, ad elezioni vinte, andati al Governo con la Lega di Salvini, i ‘capi’ dei grillini hanno cambiato opinione. Di Maio ha cominciato a raccontare che “l’ILVA non si può chiudere”, perché così avevano lasciato le cose i governanti precedenti.

Sì, per Di Maio – che è un grande conoscitore di questi argomenti economici e giuridici – un Governo non può chiudere un’industria che inquina, fa ammalare e anche morire le persone!

Insomma durante l’incontro con i parlamentari pugliesi sarebbero volate parole grosse! Il parlamentare tarantino Gianpaolo Cassese dice a Di Maio che non voterà un decreto con dentro lo scudo penale. Apriti cielo!

“Allora, ora basta: se il gruppo si spacca sull’ILVA, ne prendo atto politicamente e si ritorna al voto. Io non vado avanti così. E non mi faccio mancare di rispetto in questo modo. E poi, tu, ma come ti permetti: su questo dossier, quando ero ministro dello Sviluppo economico, ho dato il massimo”.

Queste le parole riportare da Il Messaggero. Atri organi di informazione scrivono anche di una sedia volata per aria…

Eh sì, Di Maio è nervoso: sente che attorno a lui tutto sta franando: frana il Movimento 5 Stelle e, piano piano, comincia a franare il Governo con il PD.

 

Pare che non siano pochi i parlamentari del Movimento 5 Stelle che sarebbero in fibrillazione. Fino a poco tempo fa, quando qualche parlamentare si permetteva di mettere in discussione il ‘credo’ dei ‘capi’, zact!, veniva subito buttato fuori.

Oggi non si può fare più. L’unica arma di convincimento sono le elezioni anticipate: della serie: finirete di fare i parlamentari, quindi obbedite.

Sarà così? A nostro avviso, sotto sotto cova qualcosa che Di Maio, Casaleggio e lo stesso Beppe Grillo non hanno capito: e che non controlleranno…

QUI L’ARTICOLO DE IL MESSAGGERO 

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