Sbagliato l’accordo grillini-PD? Certo. Ma il vero problema è che i grillini non sono più credibili/ MATTINALE 444

2 novembre 2019

Ormai il Movimento 5 Stelle è in caduta libera. In quest’atmosfera da fine di tutto potrebbe prendere piede – magari al Senato – un tentativo per salvare il salvabile. Proviamo a ipotizzare, tra indiscrezioni e voci di corridoio, cosa potrebbe succedere la prossima settimana

Sulla rete, da qualche giorno, circola una foto di Luigi Di Maio accompagnata da una scritta. La foto di Di Maio che, come sempre, sorride e le parole di accompagnamento danno un effetto per certi versi ‘folgorante’ e provocano, in chi legge, un sorriso, magari un po’ amaro, ma pur sempre un sorriso:

“Abbiamo restituito 6 milioni di voti!”.

Eh sì, invece di restituire ai cittadini una parte dell’indennità parlamentare, questa volta i grillini hanno restituito i voti!

Abbiamo scelto questa immagine perché la riteniamo, come dire?, la sintesi quasi perfetta non tanto della crisi del Movimento 5 Stelle, ma della spiegazione di questa crisi. E la spiegazione della crisi del Movimento 5 Stelle – a nostro avviso ormai irreversibile – sta proprio nel sorriso: amaro, certo, ma sempre sorriso.

E non è un caso se, già da qualche giorno, circolano voci di possibili nuovi scenari al Senato, che è il vero punto debole del Governo Conte bis. Nuovi scenari che potrebbero coinvolgere anche alcuni senatori del Movimento 5 Stelle stanchi di portare acqua al mulino del PD, come proveremo a raccontare nella parte finale di questo articolo.

DELUSIONE – Tutto nasce dalla delusione. Se provate a interrogare chi, alle elezioni politiche del marzo 2018, ha votato per il Movimento 5 Stelle, vi accorgerete che otto persone su dieci vi risponderanno di essere delusi.

Gli ‘intellettuali’, gli ‘analisti’ e i ‘commentatori’ politici – quelli che in televisione e nei grandi giornali ci ‘spiegano’ la politica (o quasi…) – invece di elaborare questa o quella raffinata teoria dovrebbero ascoltare le persone di ogni giorno, andando alla ricerca del sentire comune.

Quando oggi si parla del Movimento 5 Stelle, di Beppe Grillo che vuole l’accordo con il PD, di Luigi Di Maio che, a parole, prende le distanze dal PD, bisognerebbe riflettere sulla foto di Di Maio che, ridendo, afferma che il Movimento 5 Stelle ha restituito 6 milioni di voti.

Cosa vogliamo dire? Che il tragico 7% del Movimento 5 Stelle in Umbria non si spiega – come cerca di fare Di Maio – con il fatto che l’alleanza con il PD è sbagliata. L’alleanza con il PD, per com’è stata gestita, è di certo sbagliata: ma il problema, il vero problema è rappresentato dagli stessi grillini.

Facciamo un esempio di queste ore. Subito dopo la pesante sconfitta alle elezioni regionali in Umbria, Di Maio ha annunciato che il Movimento 5 Stelle non farà più accordi elettorali con il PD: insomma, niente accordo elettorale PD-Movimento 5 Stelle alle elezioni regionali in Puglia e in Calabria.

LA NUOVA AUTOSTRADA A BOLOGNA – Nelle stesse ore succedeva una cosa che definire incredibile è poco. Dalle parti di Bologna gli attuali gestori delle autostrade italiane – gli stessi chiamati in causa per il crollo del ponte Morandi di Genova – incassavano un’importante commessa.

Ricordate cosa dicevano Di Maio e compagni all’indomani del crollo del Ponte di Genova? Che gli attuali gestori delle autostrade italiane sarebbero usciti di scena! Invece non solo non sono usciti di scena, ma hanno messo all’incasso un’altra importante commessa!

Diciamolo con estrema chiarezza: i grillini, ormai, non sono credibili. Sicuramente l’accordo con il PD – politico ed elettorale – non gli facilita la vita: ma la vera ragione per la quale perdono voti è che, agli occhi di milioni di italiani, il Movimento 5 Stelle non è più credibile. 

La grande opera stradale di Bologna che verrà realizzata dai vecchi gestori delle autostrade italiane che i grillini avrebbero dovuto mettere alla porta sono il sigillo del fallimento del Movimento 5 Stelle: un fallimento che, prima che politico, è culturale.

Pensate un po’: tra poche settimane in Emilia Romagna si voterà per le elezioni regionali e, improvvisamente, si materializza una mega opera pubblica a Bologna! E che fanno i grillini? Zitti! La loro speranza è che nessuno ne parli. E che nessuno gli chieda conto e ragione di un altro impegno assunto con gli elettori andato a mare.

Questa delusione si somma al cambio di opinione sull’ILVA di Taranto, sulla TAP nel Salento, sul CETA, sul grano duro del Sud Italia e via continuando con i tanti impegni assunti dai grillini in campagna elettorale e non mantenuti.

SI’ NO MA – In tutto questo assistiamo a scene grottesche. Di Maio – che dovrebbe essere il capo politico del Movimento – dice basta agli accordi elettorali, mentre altri esponenti del Movimento che dicono: sì, è vero, ci sono problemi con il PD, però…

Però l’accordo elettorale tra Movimento 5 Stelle e PD in Puglia e in Calabria si deve fare lo stesso!

Così torniamo alla delusione. Che non è un sentimento dei soli elettori – anzi, ormai in buona parte ex elettori – del Movimento 5 Stelle. Anche tra i parlamentari grillini monta la delusione, che è accompagnata dall’idea di provare a salvarsi dal marasma.

E AL SENATO… – In queste ore si parla di possibili nuovi scenari al Senato. L’UDC, ad esempio, viene dato come il partito che potrebbe ospitare ‘pezzi’ di Forza Italia, altra formazione politica in via di ‘decomposizione’ politica.

Ma si vocifera, anche, di possibili ‘scosse telluriche’ nello stesso Movimento 5 Stelle. Dove potrebbe prendere piede il seguente ragionamento: visto che, restando nel Movimento e continuando ad appoggiare quello che gli italiani hanno già identificato come il “Governo delle tasse”, alle prossime elezioni politiche saremo matematicamente a casa, perché non provare a fare qualcosa di diverso?

Non ci sarebbe, ovviamente, la salvezza matematica del seggio: ma se non facendo nulla il seggio è matematicamente perso, ebbene, perché non provarci?

Agli osservatori attenti non sfugge un particolare: e cioè che nel dicembre del 2017 il Movimento 5 Stelle, nel silenzio quasi generale, ha cambiato tutto: niente più movimento popolare, ma una ristrettissima oligarchia che ha preso le redini di tutto, con a capo Casaleggio e Di Maio (Grillo sembrava fuori: in realtà c’è anche lui).

E oggi? Non è facile capire cosa potrebbe succedere: se il passaggio in altre formazioni politiche (qualche parlamentare grillino che è andato via c’è già), o la formazione di ‘qualcosa’ di diverso.

Volendo, potrebbe anche essere ‘divertente’: quando il vento girava in favore dei ‘capi’ del Movimento 5 Stelle, chi non si adeguava veniva messo fuori. Oggi le parti si sono invertite: e il coltello dalla parte del manico non ce l’hanno più gli oligarchi del Movimento che si sono autoproclamati tali nel dicembre del 2017: oggi le sorti del Governo Conte bis dipendono anche da un possibile nuovo gruppo di senatori che…

Foto tratta da Leggilo.org  

 

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti