La Regione siciliana taglia i fondi agli studenti universitari di Palermo

28 ottobre 2019

La denuncia arriva dal Comitato Spontaneo di Mobilitazione Studentesca. Che, ‘numeri’ alla mano, fa sapere che soltanto il 17% degli studenti fuori-sede, iscritti al primo anno all’università di Palermo, è risultato assegnatario di un posto-letto. Un nostro consiglio agli studenti: occhio alla gestione degli ERSU…

da Salvatore Petrotto
riceviamo e pubblichiamo

Il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, toglie dal bilancio 8 milioni e mezzo di euro, destinati agli studenti universitari palermitani, e li destina ad una tenuta di cavalli del suo paese. Quando si dice campa cavallo che l’erba cresce!

La conseguenza di questo suo amore per i cavalli di Militello Val di Catania, suo paese natale è: niente borse di studio, niente posti letto, niente mensa per migliaia di studenti fuori sede che frequentano l’Università di Palermo.
Alla faccia del diritto allo studio!

Lo sottolinea il Comitato Spontaneo di Mobilitazione Studentesca, di recente costituzione, che precisa come, ad esempio, soltanto il 17% degli studenti fuori-sede, iscritti al primo anno, è risultato assegnatario di un posto-letto. In un comunicato, gli studenti palermitani che sono in stato di agitazione permanente precisano quanto segue:

“Il 17 Ottobre scorso sono uscite le graduatorie pubblicate dall’Ente Regionale per il Diritto allo Studio (ERSU) di Palermo degli studenti di primo anno (triennale, magistrale e magistrale a ciclo unico) aventi diritto ai benefici per A.A 2019/2020. I richiedenti risultati idonei sono 1343, mentre gli assegnatari – ossia quelli che ottengono materialmente un tetto sopra la testa – sono 232, il 17% del totale. Il primo Idoneo non assegnatario, il numero 233, HA UN ISEE DI 2.870,69 EURO”.

“Questo vuol dire, nei fatti – prosegue il comunicato – che all’83% degli idonei di primo anno non verrà garantito dall’ERSU un tetto sopra la testa e pertanto essi saranno costretti ad affrontare i primi mesi di lezione in condizioni disumane, sempre che ci riescano. In pratica, le Istituzioni hanno deciso di risponder loro, indirettamente, così: ‘Riconosciamo che hai difficoltà a pagarti una stanza e sappiamo che sul piano teorico andresti aiutato, ma malgrado ciò devi arrangiarti da solo, seguire i corsi da casa (rinunciando a lezioni ed esperienze) o abbandonare gli studi’”.

Anche per gli anni successivi al primo la situazione è gravissima. Sia per quanto riguarda l’assegnazione dei posti letto, sia per le borse di studio e la mensa. Seppure il coefficiente ISEE per avere diritto a questi benefici è di 23.508.78 euro, migliaia di studenti universitari sono tagliati fuori, seppure dichiarati idonei.

E dire che lo scorso anno l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto La Galla, aveva dichiarato che avrebbe assicurato la copertura finanziaria per garantire l’assegnazione delle borse di studio al 100% degli studenti aventi diritto! A Palermo vengono garantiti poco più della metà degli studenti aventi diritto. Così migliaia di studenti esclusi ingiustamente devono arrangiarsi o abbandonare l’Università.

Senza uscir fuori dalla Sicilia, già a Catania la situazione è diversa.
A sottolinearlo è Nicoletta Petrotto, studentessa fuori sede iscritta al quinto anno di Lingue che, nel dar man forte agli studenti palermitani, scrive nel profilo Facebook del neonato Comitato studentesco palermitano quanto segue:

“Le mobilitazioni studentesche dello scorso anno a Catania penso proprio che siano servite a qualcosa! Mentre a Catania le assegnazioni per il posto letto quest’anno sono avvenute con largo anticipo ed è già stato avviato il primo scorrimento a Palermo tutto è fermo. Per non parlare della disparità di percentuale delle borse di studio assegnate, più alta a Catania rispetto a Palermo. Forse scendere in piazza, battersi, lottare per i propri diritti ha ancora la sua utilità? Non posso che mostrare la mia più profonda solidarietà e stima agli studenti che hanno deciso finalmente di mobilitarsi e di battersi per i propri diritti anche a Palermo!”

Ma il presidente Musumeci tira dritto. E’ più forte di lui, è innamorato dei cavalli del suo paese.

Verrebbe da dire: ‘Alla faccia del cacio-cavallo’, parafrasando il comico Totò.
Che vadano pure al diavolo gli studenti universitari fuori sede! E chi se ne frega se infuria la protesta studentesca, con migliaia di studenti esclusi dal diritto allo studio, per la mancata assegnazione di alcuni milioni di euro all’ERSU, l’Ente regionale commissariato dai tempi di Crocetta, ed il cui ultimo commissario è l’agrigentino Giuseppe Amodei. Musumeci, da febbraio ad oggi, lo ribadiamo, continua a raschiare il fondo del barile della Regione, ed a spendere e spandere oltre 8 milioni di euro, puntando sempre e comunque sui suoi cavalli vincenti: quelli del suo paese.

P.s.

Il nostro amico Salvatore ‘Totò’ Petrotto lega il taglio dei fondi agli studenti dell’Università di Palermo al potenziamento delle attività ippiche a Militello Val di Catania, paese del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci. Il volo è un po’ pindarico, ma noi riportiamo, tali e quali, le parole di Petrotto, anche se non la pensiamo come lui.

A nostro avviso, infatti, aver valorizzato la manifestazione ippica ‘Coppa degli Assi’ è un fatto positivo. E’ un merito e non un demerito dell’attuale Governo regionale.

Non è per niente positivo, invece, il taglio delle risorse agli studenti dell’università di Palermo. Che – questo va detto per inciso – non ci sembrano, come dire?, dei lottatori…

Ha ragione Nicoletta Petrotto quando scrive che le mobilitazioni servono! Se a Palermo gli studenti non si mobilitano è inevitabile che, in condizioni di ristrettezza finanziaria, vengano presi di mira dal potere. 

La regola è sempre la stessa: chi non si lamenta può essere colpito. 

Gli ERSU, infine. 

Invitiamo gli studenti – e il nostro amico Petrotto – a verificare quanti dei fondi pubblici che finiscono agli ERSU vengono utilizzati per gli studenti e quanti di questi fondi pubblici, invece, servono per tenere in piedi queste strutture – cioè gli stessi ERSU – a nostro avviso troppo auto-referenziali e, soprattutto, troppo costose.   

Foto tratta da Palermo Today

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