Egregie ‘autorità’, per una volta eliminiamo burocrazia e formalismo e mandiamo a casa Turi Vaccaro?

18 ottobre 2019

Nel tempo della mercificazione e della violenza del liberismo dominante, un pacifista coerente fino in fondo con le proprie idee è merce rarissima. Turi Vaccaro, siciliano da sempre in lotta contro ciò che va contro la vita, è un grande esempio di coerenza. Condannato per le sue proteste contro il MUOS di Niscemi, potrebbe uscire dal carcere in anticipo. Ma non lo chiede. Dice che se ha diritto ad essere liberato deve essere lo Stato stesso a farlo. E’ così difficile, per lo Stato, liberarlo?   

Nel mare di indifferenza del mondo di oggi, dove tutto è stato mercificato dal demenziale liberismo dominante siamo felici che ci sia ancora qualche politico che si ricorda degli esseri umani che soffrono con coerenza nel nome delle proprie idee. Il politico di cui stiamo parlando è Pino Apprendi, figura storica della sinistra post comunista di Palermo. L’uomo che soffre in silenzio per le proprie idee è Turi Vaccaro, siciliano, figura storica del pacifismo.

Pino Apprendi, più volte parlamentare regionale, è abituato ad occuparsi del prossimo. Lo ha fatto nel vecchio Pci – partito dove ci si occupava dei lavoratori – e l’ha fatto anche per il mestiere che ha fatto: il vigile del fuoco: e i vigili del fuoco, è noto, si occupano degli altri.

Pino Apprendi, da sempre, si occupa dei carcerati. O meglio, delle condizioni in cui vivono i carcerati, che in Italia sono pessime per definizione. Nel carcere Pagliarelli di Palermo Pino Apprendi ha avuto modo di occuparsi di Turi Vaccaro.

Turi Vaccaro non ha nulla a che vedere con i delinquenti. E’ un idealista che si è sempre battuto contro i portatori di morte. Il 5 agosto del 2018 Turi Vaccaro è stato condannato a undici mesi e 27 giorni di reclusione. Lo ha condannato il Tribunale di Gela per fatti accaduti nel dicembre 2014. Durante una manifestazione contro il MUOS di Niscemi Turi Vaccaro ha oltrepassato la recinzione della base militare statunitense e ha colpito con una pietra alcune apparecchiature del citato MUOS, il sistema di telecomunicazioni satellitari, di proprietà della Marina militare americana, che non è altro che uno strumento di guerra.

“Ho incontrato Tuti Vaccaro al carcere di Pagliarelli – scrive su Facebook Pino Apprendi -. Continua la sua protesta pacifica in cella. Scrive, legge, medita. Lui vive il suo mondo. Dovrebbe uscire dal carcere il 31 dicembre 2019, ma potrebbe chiedere di anticipare l’uscita, ne avrebbe diritto. Gli ho portato il modulo da firmare. Ma mi ha detto di no, non vuole benevolenza dallo Stato. Ritiene che se ha diritto di essere liberato deve essere lo Stato stesso a farlo. Ho argomentato la mia richiesta di chiedere di tornare in libertà, ma la sua coerenza è inattaccabile. Lo dico ai suoi amici, ai suoi parenti, la figlia, la ex moglie e la sua nipotina, argomento quest’ultimo che lo ha fatto vacillare un poco”.

Turi Vaccaro è siciliano di Marianopoli, paese della provincia di Caltanissetta di circa mille e 800 abitanti. Oggi ha sessantacinque anni. Sin da ragazzo è sempre stato un pacifista. E lo è ancora.

Nella sua biografia si legge che la sua era una famiglia numerosa emigrata a Torino. Lui, da giovane, studiava filosofia e, contemporaneamente, lavorava.

“Turi – leggiamo in una biografia di qualche anno fa rintracciata sulla rete – è stato anche uno dei primi obiettori alla produzione bellica: accortosi che il suo lavoro doveva servire ad assemblare componenti di un sistema di trasporto militare, ha preferito il licenziamento alla complicità nella predisposizione di strumenti di morte”.

Una persona coerente. Chi oggi ha i capelli bianchi ricorda la grande protesta contro i missili di Comiso nei primi anni ’80 del secolo passato. E lui era lì.

“Egli – leggiamo sempre in questa breve biografia – accompagnava all’epoca il monaco buddhista Morishita nei suoi giri di preghiera e lo ha aiutato ad edificare la ‘pagoda della Pace’, un edificio di culto di tutto rispetto, che ancora svetta su una collina ai cui piedi sorge Comiso”.

Ancora un passaggio della sua biografia:

“Come organizzatore del ‘Cruisewatching’, cioè la vigilanza e l’inseguimento dei convogli dei missili americani che usavano la Sicilia come il ‘pagliaio’ in cui nascondere le proprie basi di lancio, era riuscito ad individuare il punto di disseminazione di Vizzini-Scalo (si fece allora per questo 4 mesi di carcere). Questa forma di ‘difesa popolare nonviolenta’ contro la minaccia nucleare era praticata in tutta Europa dai campi per la pace di Greenham Common (Gran Bretagna), Florennes (Belgio), Mutlangen (Germania), e, per l’appunto, Wonsdrecht (Olanda)”.

Dopo dopo l’accordo del dicembre 1987 tra Usa e Urss, quando venne deciso lo smantellamento degli euromissili e della base di Comiso, Turi Vaccaro + andato a vivere in Olanda con la sua famiglia.

Conosciuto anche tra i NO TAV – insomma, dove c’è da lottare per le giuste cause, contro la prepotenza del denaro e del militarismo – Turi Vaccaro c’è.

Ci rendiamo conto di tutto, noi.

Comprendiamo (o quasi), ad esempio, i ‘banditi’ italiani che hanno consentito agli americani di piazzare il MUOS nel centro della Sicilia. Come ci raccontò un giorno di qualche anno fa un esponente del Movimento 5 Stelle che poi si pentì subito di avercelo raccontato, a volere il MUOS a Niscemi non sono stati gli americani, ma i politici italiani, tra le perplessità degli stessi americani.

Comprendiamo anche la politica siciliana di ‘cacasotto’ che non si sono opposti alla realizzazione di questo ‘mostro elettromagnetico’ che regala ai siciliani una forma di inquinamento della quale non si conoscono appieno gli effetti (anche se non è difficile immaginare che questa tempesta elettromagnetica non deve fare bene alle piante, agli animali e all’uomo: ma tant’è).

Sì, comprendiamo tutto. E appunto perché comprendiamo tutto ci piacerebbe che qualche ‘alta autorità’ prendesse a cuore la storia di Turi Vaccaro per farlo tornare a casa nel rispetto della sua coerenza.

Foto tratta da Radio CL 1      

 

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