Che confusione, signori, sull’agricoltura del Sud Italia! E adesso ci si mette pure Ignazio Corrao

16 ottobre 2019

Apprezziamo la buona volontà dell’europarlamentare Ignazio Corrao. Però sarebbe gradita meno confusione. E soprattutto una netta distinzione tra le cause della crisi di alcuni prodotti: crisi che, per alcuni prodotti, non ha nulla a che spartire con i dazi doganali americani! Crisi che, nei casi della frutta, dell’olio d’oliva extra vergine e del grano è provocata dall’Unione Europea e dalla globalizzazione dell’economia

Una dichiarazione dell’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao, sulla crisi del settore agroalimentare del Sud Italia merita di essere riportata e commentata.

“A distanza di anni sulla crisi del settore agroalimentare la Commissione UE ci ha dato ragione. Il comparto è in grave difficoltà per via di dazi e sanzioni, soprattutto nel Sud Italia e occorre intervenire immediatamente. Quello che abbiamo denunciato dal 2014, anno del nostro insediamento al Parlamento Europeo, finalmente viene ammesso anche dalla Commissione Europea”.

Evidentemente ci siamo un po’ distratti e non ci siamo accorti che il settore agroalimentare del Sud Italia è in crisi per i dazi doganali e le sanzioni. E noi che pensavamo che fosse in crisi per la globalizzazione dell’economia!

Ironia a parte, le parole di Corrao sono arrivare a seguito delle dichiarazioni di Phil Hogan, Commissario europeo per l’agricoltura presso il Consiglio dell’Unione Europea del 14 ottobre 2019.

“Il clima mondiale sugli accordi commerciali è cambiato – spiega Corrao – con la nuova stagione di dazi e sanzioni, dobbiamo tempestivamente rispondere a scelte politiche che danneggiano i nostri produttori. I dazi aggiuntivi che gli Stati Uniti vorrebbero mettere su alcuni prodotti agroalimentari europei avrebbero un impatto pesantissimo nell’Italia del Sud, in settori come formaggi di qualità, frutta, vino e olio. È urgente una risposta ferma dell’Europa per contrastare la riduzione delle esportazioni e per proteggere i nostri produttori. Per questo la Commissione deve urgentemente prevedere l’attivazione delle clausole di salvaguardia, perché con la guerra dei dazi in corso rischiamo di far soffrire quello che resta”.

Non condividiamo questa impostazione di Corrao, che mescola tra loro questioni molto diverse. Intanto bisognerebbe conoscere meglio gli effetti dei dazi doganali USA nel Sud Italia. E poi non ci sembra proprio che la frutta e l’olio d’oliva extra vergine (perché supponiamo che è all’olio d’oliva extra vergine che Corrao si riferisce con la parola “olio”) del Sud Italia siano in crisi per i dazi doganali USA!

La frutta del Sud Italia è in crisi perché arrivano prodotti da mezzo mondo a prezzi stracciati! Cosa cosa c’entrano i dazi doganali americani?

L’olio d’oliva extravergine del Sud Italia fa storia a sé e, anche in questo caso, i dazi doganali americani non c’entrano proprio nulla! Semmai il problema lo ha creato l’Unione Europea facendo arrivare in Europa fiumi di olio d’oliva tunisino che non viene venduto come tale!

L’onorevole Corrao, invece di guardare agli effetti dei dazi doganali americani, si dovrebbe chiedere come sia possibile che in presenza di una scarsa produzione di olive  – come avvenuto lo scorso anno e come avverrà in parte anche quest’anno – i Centri commerciali italiani sono pieni di bottiglie di “olio extra vergine di oliva italiano” al prezzo di 6 euro al litro, 5 euro, 4 euro, 3 euro e anche sotto i 3 euro!

Se lo scorso anno, tra novembre e dicembre, nelle tre Regioni italiane del Sud che producono il 90% dell’olio d’oliva extra vergine italiano – Puglia, Calabria e Sicilia – a ‘bocca di frantoio (quindi non imbottigliato), il prezzo di un litro d’olio d’oliva extra vergine variava da 8 a 12 euro, com’è possibile che “l’olio d’oliva extra vergine italiano”, nei centri commerciali, venga venduto, ancora in questo momento, a prezzi inferiori ad 8 euro?

E’ di questo il tema che Corrao dovrebbe porre ala Commissione UE.

Il discorso cambia per il vino e per il Caciocavallo, che potrebbero, in questo caso sì, essere penalizzati da dazi doganali americani.

Quest’altra parte del comunicato di Corrao invece ci vede d’accordo:

“Deve essere posta immediatamente al centro dell’agenda dell’UE- sottolinea l’europarlamentare – l’attivazione delle clausole di salvaguardia, che per anni la stessa Commissione ha sempre evitato di applicare. Le clausole di salvaguardia infatti possono essere attivate quando le importazioni provocano o minaccino di provocare grave impatto e difficoltà sui produttori di una regione. Ed è esattamente quello che sta accadendo nel sud Italia con i nostri produttori di olio d’oliva, ma anche nei settori del vino, dei formaggi, dell’ortofrutta e del grano”.

“L’Ue non deve far pagare questa guerra alle nostre eccellenze – dice ancora Corrao – ma attivare gli strumenti di difesa che da anni proponiamo. Auspico che questa tensione dei dazi si risolva, così come è auspicabile che vengano tolte le sanzioni alla Russia che di fatto hanno decimato la nostra esportazione verso quei mercati”.

“Una menzione particolare merita il settore dell’olio d’oliva. Il Commissario Hogan, che oggi è Commissario designato per il Commercio, adesso si accorge che l’attuale situazione dell’olio d’oliva è in difficoltà ed è in cima alla lista delle preoccupazioni della Commissione. Dunque sta pensando ad un piano di aiuti per lo stoccaggio privato di olio d’oliva, cosa che il regolamento consente di applicare in caso di grave perturbazione del mercato in talune regioni della Comunità. Va bene spingere verso strumenti del genere, ma adesso è chiaro che non si possono più stringere accordi commerciali senza conoscere e prevedere l’impatto che essi comportano sui nostri produttori agricoli”.

Foto tratta da YouReporter

 

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