Ripuliranno il mare di Augusta dal mercurio e da altri inquinanti? Speriamo che sia vero

15 ottobre 2019

Fino ad oggi la bonifica della rada di Augusta è rimasta sempre sulla carta perché lo Stato ha trovato una scusa ‘inossidabile’: non si può spostare il mercurio che si trova sotto il mare di Augusta perché inquinerebbe! Invece lasciandolo in mare fa bene? Le teratologie di fauna e flora marina. L’impegno della Regione di Musumeci. Vediamo cosa risponderà lo Stato

Si comincia a bonificare la rada di Augusta, inquinata per decenni anche dal mercurio scaricato in mare da industrie senza scrupoli? Non sappiamo se alle dichiarazioni del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, seguiranno i fatti. Ma che ci siano degli impegni, rispetto al disinteresse del passato, questo è n fatto positivo.

“Con la salute umana non si scherza – si legge in un comunicato della presidenza della Regione siciliana -. Non possiamo più permetterci di indugiare sulla definitiva bonifica della rada di Augusta. Da troppo tempo, pur conoscendo lo stato di inquinamento, che rappresenta un serio problema anche per la fauna ittica, non si è ancora intervenuti. Da oggi si cambia percorso: il presidente della Regione parteciperà a tutti i tavoli ministeriali per accelerare l’iter che porti allo sblocco delle risorse a disposizione”.

Queste parole il presidente Musumeci le ha pronunciate, mettendole nero su bianco, dopo una riunione da lui convocata e presieduta nel Palazzo della Regione di Catania. Erano presenti i dirigenti generali dei dipartimenti regionali dell’Ambiente Beppe Battaglia e di Acqua e rifiuti Salvo Cocina, il dirigente del Servizio bonifiche dell’assessorato all’Energia, Francesco Lo Cascio, il sindaco di Augusta Cettina Di Pietro, il dirigente generale dell’Arpa Sicilia Francesco Vazzana con il responsabile provinciale dell’Agenzia di Siracusa, Antonio Sansone Santamaria, e il segretario generale dell’Autorità portuale di sistema della Sicilia orientale, Attilio Montalto.

“Una vicenda, quella dell’inquinamento delle acque antistanti il petrolchimico – leggiamo ancora nel comunicato – che si trascina da una ventina di anni. Numerosi studi di alto livello scientifico hanno infatti evidenziato la presenza di minerali inquinanti, soprattutto mercurio e idrocarburi pesanti. Nel 2015, a tal proposito, Stato e Regione hanno firmato un Accordo di programma quadro che stanzia quattro milioni di euro a favore dell’Isola per procedere con la bonifica dell’area Siracusana. Da allora, tuttavia, nulla di concreto è stato fatto. La successiva gestione commissariale del governo nazionale, però, ha reso tutto più complicato. Nello scorso novembre, il governo Musumeci ha sollecitato il ministero dell’Ambiente per la definizione della cosiddetta ‘contabilità speciale’, presupposto indispensabile per procedere con la redazione del progetto”.

“Nei prossimi giorni – continua il presidente della Regione – scriveremo al ministro Costa (Sergio Costa, Ministro dell’Ambiente ndr) perché si acceleri: sbloccare le risorse è diventato un obiettivo prioritario dell’azione del mio governo. Non possiamo più permetterci ulteriori ritardi, i cittadini del Siracusano non lo capirebbero. Già da adesso, comunque, va affrontato il tema di quale debba essere il futuro del porto di Augusta. Noi abbiamo le idee chiare: deve diventare un punto di riferimento per tutto il traffico mercantile che arriva dal Canale di Suez. Su questo progetto avremo modo di confrontarci con il Comune e con l’Autorità portuale e sono certo che arriveremo a una soluzione condivisa che potrà poi essere discussa con il governo nazionale. Ma ogni futura destinazione del porto di Augusta rimane subordinata alla bonifica del suo mare”.

Siamo d’accordo con il programma dell’attuale Governo. Così come non eravamo d’accordo con i Governi nazionali della passata legislatura, che hanno abbandonato la rada di Augusta alla mancata bonifica e che avevano trasformato questo porto in un punto di sbarco di migranti.

Ricordiamo – giusto per questione di verità – che la storia di Augusta, ovvero la scoperta dell’inquinamento della rada di Augusta – non la dobbiamo alla politica siciliana di ascari e venduti, che nel passato hanno consegnato Augusta ai titolari delle raffinerie di petrolio e a industriali del Nord senza scrupoli.

Per la cronaca, è stato un giovane magistrato che ha scoperto e bloccato il flusso di contaminanti – mercurio in testa – che finiva in mare.

Sapete con quale scusa, da un ventennio, lo Stato blocca i fondi per il risanamento della rada di Augusta? Perché, dicono gli ‘scienziati’ ministeriali, nei fondali di Augusta ci sono tanti di quelle sostanze contaminanti – mercurio in testa – che sarebbe ormai impossibile toglierli. Quindi è meglio lasciarli sotto la sabbia del mare, dove continua a inquinare e a provocare teratologie nella flora e nella fauna marina (i pesci deformi sono diventati la normalità!).

Con questa scusa, in un ventennio, tutti i fondi stanziati per Augusta venivano ritirati e spesi altrove (cioè nel Nord Italia).

Oggi si torna a parlare di bonifica della rada di Augusta. Speriamo sia la volta buona.

Detto questo, siccome l’abbiamo già visto in azione con il nulla di fatto contro le trivelle in mare e in terra di Sicilia autorizzate dal Governo Renzi, diciamo subito che del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa non ci fidiamo proprio. Questo personaggio non dà alcuna garanzia.

Corretto individuare nel porto di Augusta, una volta bonificato, “un punto di riferimento per tutto il traffico mercantile che arriva dal Canale di Suez”. Infatti è proprio per questo che è stato individuato e realizzato il porto di Augusta, l’unico ad avere i fondali adeguati a ricevere il traffico mercantile.

Foto tratta da ilpapaverorossoweb

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