Agricoltura

Palermo, sequestrate due tonnellate di falso olio d’oliva extra vergine

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L’annata olearia non è ancora cominciata e già iniziano i primi ‘botti’. Olio lampante al posto dell’extravergine. Comunque è importante che l’Agenzia delle Dogane e Monopoli effettui i controlli. Una garanzia per i cittadini, se è vero che quest’anno c’è una sensibile riduzione della produzione di olio d’oliva extravergine italiano (un po’ meglio dello scorso anno, ma sempre una riduzione) 

Ancora l’annata olearia non è iniziata e già cominciano i primi ‘casi’. Su Blog Sicilia leggiamo che

“Due tonnellate di falso olio extravergine di oliva sono state sequestrate al porto di Palermo dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli. L’attività di verifica, effettuata dal laboratorio chimico territoriale, ha rilevato che il carico più che extra vergine era lampante visto che ci sono difetti qualitativi e l’acidità supera il 2%, mentre dovrebbe essere dello 0,8%”.

“In questo caso – prosegue l’articolo – l’olio viene declassato come lampante e acquisisce la denigratoria etichetta che, proprio per le sue scarse qualità, fa riferimento, e diventa sinonimo, di olio da lampade… Il commerciante è stato denunciato e il carico sequestrato. Il provvedimento è stato convalidato dal giudice”.

Agli amici di Blog Sicilia va detto che, tutto sommato, l’olio lampante non rappresenta la fine del mondo. Certo, se lo spacciano come olio extravergine di oliva è un problema: ed è giusto che chi fa una cosa del genere venga sanzionato.

Tra l’altro, oggi l’olio lampante è stato rivalutato: se nei tempi lontani, quando non c’era ancora l’energia elettrica, veniva usato per illuminare i centri abitati, oggi questo prodotto viene tranquillamente utilizzato in cucina: l’importante è dire che si tratta di olio lampante, che ha un costo inferiore all’olio extra vergine di oliva che deve avere un tasso di acidità espressa in acido oleico inferiore all’1%.

Non è una bella storia: ma è meno pesante di oli di chissà quali semi trattati con clorofilla sintetica e spacciati per olio d’oliva, magari extra vergine!

Detto questo, il problema, quest’anno,sarà quello di capire che olio d’oliva extra vergine circolerà in Italia. Come abbiamo scritto, siamo davanti a una riduzione mondiale di produzione di olio d’oliva. Un calo che interessa anche l’Italia.

Mentre, guarda caso, la produzione di olio d’oliva è cresciuta in Tunisia, Paese dal quale, lo scorso anno, la Sicilia ha importato lo stesso olio d’oliva.

Riassumendo: riduzione della produzione di olive (e quindi di olio d’oliva extra vergine) in Italia e aumento della produzione in Tunisia.

E allora cominciamo a capire come ci possiamo difendere. Noi abbiamo già fornito qualche consiglio ai nostri lettori:

Foto tratta da Italia Oggi

 

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