Solo una scissione può salvare ciò che resta del Movimento 5 Stelle

14 ottobre 2019

Abbiamo chiesto al nostro collaboratore Economicus – che di solito si occupa di economia e di politica estera – cosa pensa del Movimento 5 Stelle e se c’è ancora la possibilità di salvare qualcosa da uno sputtanamento che ogni giorno appare sempre più pesante. Le parole pronunciate poche ore fa da Beppe Grillo – tutti insieme con il PD e basta – sono tombali. Ecco la sua riflessione

di Economicus

Di solito il direttore mi invita a scrivere di economia. Poi, com’è mia abitudine, sconfino nella politica. Inevitabile. Ma mai, fino ad oggi, mi aveva chiesto un commento su “ciò che resta del Movimento 5 Stelle”.

In effetti, di questo Movimento resta ben poco. Io, per deformazione professionale, ho cominciato a seguire la temperie politica grillesca quando volevano il referendum per uscire dall’euro. Fino ad allora, l’ammetto, non avevo dato molto peso a questo movimento politico. Mi sembravano improvvisati. E qualunquisti.

Quando hanno cominciato a parlare di euro e di referendum, come ho detto, ho deciso di ascoltarli: anche per capire cosa dicevano e se avevano basi. E ho capito subito una cosa: mentre, sull’euro, nella Lega c’è qualcosa di concreto oltre gli slogan, nella parole anti-euro dei grillini leggevo solo il vuoto.

Li ho votati? No. Il direttore di questo blog, in verità, mi ha invitato a votarli alle elezioni politiche del 2018. Ma non gli ho dato retta: e ho fatto bene. Il direttore mi diceva:

“Non c’è altro da votare”. Aveva ragione. Infatti non sono rientrato in Italia per votarli. Né mi andava di votare per altri soggetti politici. Magari mi prenderanno per qualunquista, ma io, quando non sono convinto di fare una cosa, non la faccio. Punto.

Nel marzo del 2008 ho fatto un ragionamento semplice.

Centrodestra? Nemmeno a parlarne.

Centrosinistra? Per favore: il PD è, in assoluto, il partito politico italiano più legato all’Europa dell’euro.

La Lega di Salvini? No, grazie: anche se vivo fuori dall’Italia sono sempre meridionale.

Il Movimento 5 Stelle? Mai. Gente senza storia, pronta ad andare con il migliore offerente.

Vi svelerò un segreto che il direttore mi ha concesso di svelare. Lui, il direttore di questo blog, subito dopo le elezioni del marzo del 2018 mi disse:

“Vedrai, si tornerà al voto. Così come hanno fatto nel 2013, anche questa volta non si alleeranno con nessuno”.

Io replicai che, secondo me, i ‘capi’ del Movimento avevano deciso di andare al Governo comunque. E dissi al direttore che sarebbero andati al Governo con il PD per poi fondersi con questo partito.

Dissi allora al direttore di questo blog – eravamo a fine aprile – che il Movimento 5 Stelle è un’invenzione dei poteri forti per canalizzare il dissenso per poi portarlo verso l’Unione Europea dell’euro. Ovviamente, il direttore mi ha preso per matto.

Però chi ha memoria ricorderà che è stato Matteo Renzi, dopo le elezioni del 4 marzo 2018, a bloccare l’accordo tra grillini e PD.

Poi è arrivato il Governo tra grillini e leghisti. E debbo dire che, dopo quattro mesi, il direttore di questo blog deve aver capito qualcosa se ha pubblicato un articolo piuttosto critico verso il Movimento 5 Stelle, dove compare l’ombra degli americani.

Da allora il direttore è moto critico verso il Movimento. Ha capito che il 4 marzo del 2018 gli hanno sostanzialmente rubato il voto.

Il direttore non ama la Lega di Salvini. Ed era favorevole all’accordo tra grillini e PD in chiave anti-Lega.

Ci siamo visti e, dopo una lunga chiacchierata, gli ho spiegato perché il Governo grillini-PD non sarebbe stato un accordo politico, ma una capitolazione del Movimento 5 Stelle.

Assieme siamo arrivati alla conclusione che Grillo era già da tempo d’accordo con il PD. Anche se il direttore, nella capitolazione del Movimento 5 Stelle dentro il PD – ovvero la confluenza dei grillini nel PD – ci ha messo il punto interrogativo.

Il direttore è convinto – e questa volta sono d’accordo con lui – che nel Movimento c’è ancora una minoranza che non viene fuori, sta nascosta, ma che è contraria non all’accordo con il PD, ma alla scomparsa del Movimento, che verrebbe sacrificato per dare forza al PD.

Cosa penso che dovrebbero fare questi dissidenti? Semplice: una scissione, come quella che ha fatto Renzi nel PD. Una scissione restando nel Governo, cioè appoggiando il Governo, ma prendendo le distanze da Beppe Grillo e dai suoi sodali.

Imponendo un rimpasto al Governo per riequilibrare la divisione dei Ministeri, oggi troppo sbilanciata in favore del PD.

Dopo di che, da una posizione di forza, provare a salvare il salvabile: ovvero a ricostruire tutto quello che Grillo, in poche settimane, ha provato a distruggere.

Del resto, cos’hanno da perdere? Fra tre anni e qualcosa saranno tutti fuori. Il Movimento 5 Stelle non si presenterà alle prossime elezioni politiche. Il PD, sì e no, garantirà qualche candidatura. Tutto qui. A questo punto meglio provare a salvare il salvabile, come si usa dire in questi casi. E’ un tentativo, è chiaro: ma è meglio che niente.

Proprio stamattina su Radio Cusano Campus intervistavano un esponente del Movimento 5 Stelle di Roma. Questo grillino raccontava delle difficoltà che il PD ha creato alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, nella gestione dei rifiuti. Difficoltà creategli dalla Regione Lazio della quale il segretario nazionale del PD, Nicola Zingaretti, è il presidente.

Dalle sua parole, da suo ragionamento espresso con garbo veniva fuori il disappunto per un’alleanza politica – quella con il PD – molto problematica. Mi ha colpito l’ultimo passaggio dell’intervista, quando ha detto che quello che sta succedendo sta appannando l’immagine del Movimento 5 Stelle.

A mio avviso io parlerei di sputtanamento dei grillini, più che di appannamento. Però siccome in questo movimento ci sono ancora persone che ci credono – e che non amano il PD – l’unica cosa che potrebbe ancora salvare qualcosa è una scissione: non vedo altre vie d’uscita.

Foto tratta da neXt quotidiano    

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