Lo sapevate che nei funghi conservati ci sono larve di insetti? Con rischi allergologici

5 ottobre 2019

Lo leggiamo in un articolo pubblicato da ‘Univadis’, noto sito di informazione sanitaria. A parte la sgradevole notizia – venire a sapere che nei fughi secchi o conservati nei liquidi ci sono larve di insetti non apre certo l’appetito! – c’è anche un problema: la presenza di rischio allergologico. E non solo  

A titolo di curiosità abbiamo chiesto ‘lumi’ a un nostro amico medico sulla presenza di larve di insetti nei funghi conservati: secchi e anche nei barattoli sott’olio o, in generale, in funghi conservati nei liquidi. Perché ci siamo rivolti a un medico? Perché ci hanno segnalato un interessante articolo pubblicato dal sito Univadis dove ci si deve iscrivere da medici, perché è riservato agli operatori della sanità: e siccome non siamo medici non ci piaceva l’idea di andare a registrarci millantando titoli che non abbiamo.

Così abbiamo dato un’occhiata a questo articolo sullo smartphone del nostro amico. Quello che abbiamo letto ci ha molto colpito. Sì, nei funghi conservati che mangiamo (e che chi scrive non mangerà mai più) ci sono le larve di ditteri: per essere chiari, larve di mosche, di zanzare e via continuando.

Nell’articolo si racconta di un dibattito tra gli esponenti di importanti istituzioni sanitarie italiane a proposito di eventuali rischi per la salute umana.

Così apprendiamo che la Commissione nazionale per la sicurezza alimentare (Cnsa) ha rivalutato le questioni relative al parere “numero 21 del 24 gennaio 2018”, dove si parla di “rischio legato alla presenza di larve di ditteri non vitali e non visibili in funghi conservati”.

Questo avviene a seguito di una nuova richiesta di valutazione avanzata dalla Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti “alla luce della relazione finale dello studio svolto dall’Istituto superiore di sanità commissionato dall’Associazione italiana industrie prodotti alimentari (Aiipa), e del Piano regionale integrato dei controlli di sicurezza alimentare (Prisa) della Regione Piemonte che propone come criterio di accettabilità un’infestazione media non superiore a 100 o più larve di lunghezza pari o superiore a 2 mm per 15 grammi di funghi secchi o 100 grammi di funghi sgocciolati e relativa quantità li liquido”; e “una presenza media non superiore a 4 mm per 100 grammi di funghi sgocciolati e relativa quantità li liquido, oppure 15 grammi di funghi secchi”.

Insomma, in Piemonte sono di bocca buona e vogliono trovare una soluzione.

“L’analisi attuale – leggiamo sempre nell’articolo – consente di confermare le conclusioni del parere del 2018 riguardo l’assenza, ad oggi, di dati scientifici che dimostrino un possibile rischio chimico-tossicologico e/o microbiologico correlato alla presenza di larve di ditteri nei funghi conservati, evidenziando, per contro, il potenziale e importante rischio allergologico determinato dalla presenza nella larve di ditteri di tropomiosina (panallergene), o dei suoi epitopi anche dopo la cottura e anche per minime quantità”.

Attenzione: il fatto che non ci siano “ad oggi” dati scientifici che dimostrino un possibile rischio chimico-tossicologico e/o microbiologico non significa che tale rischio sia da escludere del tutto.

Non solo. Nell’articolo si evidenza il “potenziale e importante rischio allergologico determinato dalla presenza nella larve di ditteri di tropomiosina (panallergene), o dei suoi epitopi anche dopo la cottura e anche per minime quantità”.

Ci chiediamo e chiediamo: i consumatori eventualmente soggetti a possibili allergie non dovrebbero essere informati?

E infatti leggiamo sempre nell’articolo:

“La sezione 1 del Cnsa ritiene pertanto importante cercare di minimizzare il potenziale rischio allergologico attraverso le seguenti azioni: informare i consumatori circa l’esposizione a potenziali allergeni a seguito del consumo di funghi conservati”.

Informare i cittadini consumatori “circa l’esposizione a potenziali allergeni a seguito del consumo di funghi conservati”, o informare i cittadini consumatori che nei funghi conservati ci sono larve di insetti che contengono “potenziali allergeni”? 

La differenza non ci sembra sottile: o no?

Leggiamo ancora nell’articolo:

“Ministero della Salute 2 – raccomandare di non superare (fino a scadenza di due anni a partire dal 24 gennaio 2018) il n. di larve di ditteri nei funghi già riportato nel parere Cnsa n. 21 del 24 gennaio 2018, con il limite già previsto per il n. di larve di ditteri maggiore o uguale a 2 mm, ma comunque non superiore a 4 mm; – ridurre, dopo il 4 gennaio 2020, a valori compresi tra 0 e 5 larve inferiore o uguale a 2 mm il n. di larve di ditteri presenti in 15 grammi di fungo secco/100 g sgocciolati e relativa quantità di liquido”.

Quindi a partire dal 4 gennaio ci ‘grazieranno’ e, bontà loro, ridurranno il limite legale numero di larve di ditteri nei funghi conservati.

Che dire? Non lo sappiamo. L’unica cosa che non ci sentiamo proprio di dire è buon appetito…

Foto tratta da AppuntidiMicologia

 

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