J'Accuse

Una riflessione sulla Formazione professionale in Sicilia, tra leggi violate, burocrazia e malapolitica

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Oggi anche il SIFUS Confali Formazione professionale è responsabilmente accanto a questa battaglia cruciale, insieme a chi voglia dare la propria onesta collaborazione, perché il riscatto è il riconoscimento dell’impianto legislativo con una ferma condanna innanzitutto morale dell’apparato burocratico e amministrativo e di certa malapolitica, nel rispetto delle leggi vigenti

da Costantino Guzzo
del SUFUS Confali
riceviamo e pubblichiamo

Uno tsunami senza precedenti, tra leggi della Regione da anni puntualmente disattese, aggirate con pericolosi artefatti, provvedimenti, circolari che, secondo il brocardo dei burocrati, spesso incompetenti o in malafede, hanno la valenza e l’effetto di legge, tra tribunali, a volte beneficio del dubbio, distratti, confusi dalla stessa AR, avvocati confusi dal plagio dall’interesse particolare dal potere politico, per prendere e far perdere del tempo o, semplicemente, impreparati a fronteggiare una situazione di degrado giuridico del Diritto creativo, tanto caro a certi burocrati che dovrebbero cambiare mestiere. Poi sindacati complici dello sfacelo e macelleria sociale, deputati appagati dalla nascita di nuovi enti che reclutano a iosa personale che risponde a contratti creativi sul piano dei contributi e delle ore, per mantenere in cambio una ristretta pletora di personale a tempo determinato e indeterminato. La confusione artefatta, cavalcata da taluni sulle politiche attive del lavoro, lavoratori rassegnati al connubio devastante tra cattiva politica, farlocchi “salvatori della patria” e giuristi per hobby con i soldi altrui.

In questo quadro, dopo oltre 5 anni di devastazione, la Regione è costretta a scontrarsi e riconoscere l’ultimo lavoratore, illicenziabile, come l’ultimo giapponese, che ha RESISTITO senza alcun tipo di dovuto sostegno al reddito, in modo encomiabile, rischiando di compromettere la propria salute, a qualsiasi suono di sirene sindacali, perché no, anche di colleghi fuorvianti e arrendevoli, corbellerie propinate da burocrati, politici imbonitori, proposte in netto contrasto alla posizione acquisita e quant’altro, finanche ai “magheggi” di certa burocrazia che pensava di abbattere, mettere fuorigioco “L’ultimo sopravvissuto” in piena legge regionale 25/93 comma 2, in pieno regime di mobilità certificato e recepito, secondo il sistema di leggi regionali e CCNL allegato 12, che ha accompagnato questo settore, che sono state implicitamente riconosciute dagli atti, messi in atto dalla Regione, dai funzionari ed esplicitamente dallo stesso ufficio legislativo e legale.

RIBADIAMO QUESTA CERTEZZA PER I PIU’ TECNICI: Questo eroe è l’unico dipendente ad oggi non licenziato, in mobilità a 0 h. di cui alla circolare 10/94, ma che non ha alcun sostegno al reddito dall’anno 2014 ad oggi, nonostante le garanzie del CCNL di categoria vigente 2011/13 che, nel caso di riduzione dei finanziamenti e/o contrazione di ore, non prevede il licenziamento, ma prevede la mobilità del personale per la salvaguardia dei livelli occupazionali di cui agli artt. 34 e 35, secondo quanto disposto dall’art. 26 CCNL 1994/97 DI CATEGORIA espressamente recepito dall’allegato 12, non all’80% dello stipendio, bensì al 100%.

Non è servito un Tribunale, una causa o una discriminazione di procedure, ma semplicemente un carattere, una tenacia, una lungimiranza fuori dal comune, una strategia e dei pochi ma buoni colleghi di viaggio, oggi anche il SIFUS Confali Formazione professionale è responsabilmente accanto a questa battaglia cruciale, insieme a chi voglia dare la propria onesta collaborazione, perché il riscatto è il riconoscimento dell’impianto legislativo con una ferma condanna innanzitutto morale (al resto lavorano già le sedi preposte), dell’apparato burocratico e amministrativo e di certa malapolitica, nel rispetto delle leggi vigenti, per antonomasia parallelismo con la sconcertante vicenda.

Questa Sicilia, come affermava il Giudice Borsellino, “Diventerà bellissima”, non con chi usa slogan e stereotipi, strumentalizzando i morti ammazzati e dileggiando i vivi, ma sol quando finirà il puzzo del silenzio delle istituzioni.

Foto tratta da RAI Scuola

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