Pizza ‘biologica’ a 2 euro. Come fanno a venderla a un prezzo così basso?

27 settembre 2019

Come può un prodotto come la pizza ‘biologica’ costare appena 2 euro? E questa l’offerta lanciata da un grande Centro commerciale. Siamo andati a chiedere ‘lumi’ a un grande esperto di impasti e di pizze: Antonino D’Agostino è il fondatore di D’Agò Eccelsi Cibi, a Vallelunga Pratameno. Ci ha risposto che, in effetti, i nostri dubbi non sono campati in aria… 

Il solito grande Centro commerciale annuncia con una campagna pubblicitaria a tappeto la novità: la pizza biologica a poco meno di 2 euro! Possibile?

A noi questa storia che il ‘biologico’ ormai entri dappertutto, senza un controllo a valle (cioè sul prodotto finito) ci convince sempre meno. Ma che proprio nel momento in cui l’importazione in Italia di grano canadese sia aumentato di sette volte in un anno, l’annuncio in pompa magna della pizza ‘biologica’ a poco meno di 2 euro ci lascia molto perplessi.

A nostro avviso, i consumatori andrebbero informati meglio: non solo con le campagna pubblicitarie.

Questa storia della pizza ‘biologica’ ad un prezzo a nostro modesto avviso troppo basso – lo ribadiamo – non ci convince proprio. Così abbiamo deciso dio chiedere ‘lumi’ ad un grande esperto di chimica degli impasti: Antonino D’Agostino.

Grande esperto conoscitore di farine, impasti, lievito madre, maturazioni e lievitazioni, e naturalmente piuttosto ferrato anche nei condimenti per le pizze, Antonino D’Agostino è il fondatore di D’Agò Eccelsi Cibi, una azienda che ha sede a Vallelunga Pratameno, in provincia di Caltanissetta, che sta rivoluzionando il mondo della pizza in Sicilia e, perché no? anche in Italia.

“Una pizza biologica al costo di 2 euro? Mi sembra veramente impossibile – ci dice D’Agostino -. Se consideriamo la farina, che ovviamente deve essere di provenienza da un grano biologico, il pomodoro, ovviamente biologico, la mozzarella, ovviamente biologico, e l’olio d’oliva extra vergine, sempre biologico, siamo davanti a costi che, solo per questi prodotti, al netto della manodopera, non possono essere inferiori a 3 euro e 20 centesimi per ogni pizza. Attenzione: sto facendo un conteggio degli alimenti tenendomi, come si dice in questi caso, il più basso possibile”.

“Dopo di che – aggiunge Antonio D’Agostino – c’è la manodopera. Poi c’è il confezionamento e la distribuzione”.

Trattandosi di una pizza supponiamo che ci sia di mezzo la linea del freddo, no?

“Certo – ci risponde D’Agostino -. Sono costi che si vanno ad aggiungere al costo vivo della materia prima che, ribadisco, non può essere inferiore a 3 euro e 20 centesimi. Al tutto, poi, va aggiunta l’IVA”.

Insomma: costo delle materie prime, manodopera, packaging, linea di surgelazione, distribuzione e IVA: tenendoci bassi non dovremmo essere sotto i 4 euro per ogni pizza ‘biologica’.

Come fanno a proporre ai consumatori una pizza ‘biologica’ a meno della metà del costo effettivo?

Per un “Prodotto civetta” (i prodotti che servono per attirare i consumatori) spendono così tanto?

Sono i ‘misteri’ della Grande distribuzione organizzata…

P.s.

A proposito: qualcuno ha pensato ad effettuare i controlli sulla pizza ‘biologica’? 

Foto tratta da Io e Margherita 

QUI NOTIZIE SU ANTONIO D’AGOSTINO

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti