Movimento 5 Stelle al capolinea: parlamentari in rivolta contro chi li ha ridotti ad ‘ancelle’ del PD…

27 settembre 2019

La rivolta non è contro Luigi Di Maio, ma contro la linea politica di Beppe Grillo che ha distrutto la storia del Movimento imponendo ai parlamentari l’alleanza con il PD. Il patto di governo poteva anche non essere sbagliato, ma la gestione è stata pessima: basti pensare che il PD, che ha la metà dei parlamentari del M5S, ha la maggioranza in Consiglio dei Ministri!

Con una velocità maggiore del previsto il Movimento 5 Stelle si va ‘squagliando’. Pensare che si tratti del malcontento di semplici parlamentari è un errore: è dalla base del Movimento 5 Stelle che nasce tutto: e dalla base si proietta verso i deputati e i senatori. Pensare che si tratti del ‘mal di pancia’ di parlamentari che non sono riusciti a diventare Ministri è un altro errore: perché il problema che sta portando il Movimento verso una crisi irreversibile è la disgraziata alleanza con il PD, probabilmente imposta dall’Unione Europea: un’offerta che l’oligarchia grillina non ha potuto rifiutare…

Ormai lo scenario che si presenta sotto gli occhi degli osservatori di cose politiche – con riferimento ai gruppi parlamentari di Camera e Senato – è una cosa a chi scappa di qua e di là.

Due giorni fa l’Adnkronos contava cinque possibili senatori pronti ad abbandonare la nave grillina che affonda per approdare nel nuovo partito di Matteo Renzi. Ci sono anche parlamentari grillini pronti a passare nel gruppo misto, alcuni con la Lega, altri con Forza Italia.

Perché sta succedendo tutto questo? La motivazione che regge tutto è solo una e l’abbiamo già sottolineato: la base del Movimento non ha apprezzato e continua a non apprezzare l’alleanza con il PD. In quest’atmosfera di dissenso rispetto a una scelta adottata da Beppe Grillo, tra i parlamentari in carica, matura la convinzione che noi abbiamo descritto lo scorso 11 settembre: la confluenza del Movimento 5 Stelle nel PD – secondo i voleri dell’Unione Europea dell’euro – per sostenere un partito ‘europeista’ in grande difficoltà. 

Tra i parlamentari grillini in carica matura la convinzione che il Movimento 5 Stelle non si ripresenterà più alle prossime elezioni politiche per eccesso di auto-sputtanamento. Dopo la fusione, a scelta dei vertici del PD, qualche parlamentare uscente grillini potrebbe trovare collocazione nel partito Democratico.

Il dubbio – che in realtà è più di un dubbio – è che la stragrande maggioranza degli attuali deputati e senatori del Movimento 5 Stelle, una volta finita questa grigia e trasformista legislatura, torneranno a casa senza arte né parte.

Per dirla in breve, gli attuali senatori e parlamentari grillini hanno capito che verranno ‘usati’ per sostenere l’attuale Governo e poi ‘posati’. In cambio non dovranno pretendere nulla.

Se il futuro degli attuali parlamentari nazionali grillini è questo – ed è difficile intravederne un altro – va da sé che alcuni deputati e alcuni senatori proveranno a cercare soluzioni diverse, magari per continuare a fare politica, magari in modo un po’ più serio, senza essere costretti a seguire le indicazioni di un ex comico ormai spompato.

E’ in questa realtà in dissolvimento che si inseriscono le settanta firme dei senatori grillini. Luigi Di Maio dice che non sono contro di lui: ha ragione da vendere. Le settante firme sono un messaggio forte di dissenso verso la linea politica del Movimento 5 Stelle che, pur avendo il doppio dei parlamentari rispetto al PD, è finito in minoranza nel Consiglio dei Ministri e ha ceduto a una mediocre figura politica anche la poltrona nella Commissione Europea!

Chi ha capito in anticipo quello che sarebbe successo tra i grillini è stato Renzi, che oggi raccoglie i frutti di questa sua intuizione politica: l’arrivo nel suo nuovo soggetto politico di parlamentari del Movimento 5 Stelle in rotta di collisione non con Di Maio – che alla fine prende ordini – ma con la linea politica dettata da Beppe Grillo.

I dirigenti del PD dovrebbero ringraziare Renzi, visto che sta intercettando parlamentari grillini che sarebbero finiti anche con le opposizioni. Invece lo criticano, forse perché il PD è ormai vittima di una condizione politica tipica di quei partiti che si accingono a scomparire, là dove il leader che arriva è sempre peggiore del precedente…

E, in effetti, oggi, il PD, sembra un esercito di mosche racchiuse in una grande bottiglia chiusa da un tappo…

Foto tratta da Studio Refresh   

 

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti