Agricoltura

Aumento del prezzo del gasolio agricolo: Saverio De Bonis si rivolge al Governo e…

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… e annuncia una battaglia parlamentare utilizzando “tutto quanto l’ordinamento giuridico consente al parlamentare nell’interesse esclusivo di categorie falcidiate come i PESCATORI e gli AGRICOLTORI!”. Eh già, perché l’eventuale aumento del costo del gasolio non colpirà solo gli agricoltori, ma anche i pescatori. L’interrogazione ai Ministri Sergio Costa e Teresa Bellanova 

“La rimodulazione degli sgravi sul gasolio agricolo non può essere una delle priorità! Penalizzerebbe le imprese più deboli, quelle piccole e medie dei territori più difficili come, per esempio, quelli di montagna e collina, oltre che quelli del #Mezzogiorno d’Italia”.

Così scrive sulla propria pagina Facebook il senatore della Basilicata Saverio De Bonis, eletto nel Movimento 5 Stelle, messo fuori dal Movimento per eccesso di libertà e oggi vicino al Movimento 24 agosto. De Bonis, che conosce molto bene i problemi dell’agricoltura meridionale (è tra i protagonisti di GranoSalus, l’associazione che raccoglie cittadini e produttori di grano duro del Sud Italia), ha presentato un’interrogazione al Governo nazionale sulla questione del gasolio agricolo che il Governo nazionale vorrebbe far pagare di più agli agricoltori.

E’ una vicenda che noi abbiamo trattato in un Mattinale di qualche giorno fa (che potete leggere o rileggere qui).

De Bonis, nell’interrogazione, si rivolge al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa, e al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova.

Il senatore fa notare che, spesso, “i costi di produzione agricola non sono coperti dai ricavi, proprio per l’energia ad alto prezzo e per il costo del lavoro. Toccare gli incentivi sul gasolio – precisa De Bonis – porterebbe un aumento del prezzo del cibo ed un incremento dei sistemi di sfruttamento del mondo agricolo come, per esempio, il caporalato. Aumenterebbe la concorrenza sleale e i nostri mercati subirebbero l’invasione di prodotti importati da parte dei Paesi sovvenzionati”.

“Questa misura, inoltre – aggiunge il senatore – penalizza anche i PESCATORI, altra categoria martoriata come gli agricoltori”.

Secondo il senatore, leggiamo nell’agenzia di stampa AGRICOLAE.EU, la decisione di aumentare le tasse e ridurre gli sgravi, “sarebbe un vero e proprio paradosso: le aziende faticherebbero ancora di più a produrre un reddito, e dunque non potrebbero nemmeno fare innovazione, per esempio sostituendo i mezzi datati con quelli a minori emissioni. In parole povere, tutto questo costringerebbe semplicemente molti agricoltori a chiudere la propria attività. E questo, sì, avrebbe un devastante impatto ambientale, soprattutto nei territori più difficili come quelli di montagna e collina, oltre che quelli del Mezzogiorno, se non altro a causa della delocalizzazione delle fonti di approvvigionamento alimentare, con il conseguente enorme costo ambientale legato al trasporto su gomma”.

Per queste ragioni De Bonis si è rivolto ai Ministri dell’Ambiente delle Politiche agricole, alimentari e forestali, chiedendo se “i Ministri in indirizzo ritengano di modificare la disposizione di cui all’articolo 6 della bozza del decreto-legge su clima e ambiente, visto che il punto non è quello di fare cassa, bensì quello di disincentivare l’utilizzo del gasolio (inquinante) rispetto ai carburanti alternativi, cercando soluzioni condivise con i produttori agricoli, per consentire al settore di non essere schiacciato da ulteriori accise, anche se progressive, e valutando l’opportunità di prevedere una gradualità legata all’effettiva disponibilità di soluzioni alternative, soprattutto con riferimento alla meccanizzazione agricola”.

Se gli agricoltori e i pescatori italiani non hanno una valida alternativa al gasolio che cosa dovrebbero fare? Pagare di più il carburante appesantendo i costi o chiudere le proprie attività?

“Penalizzare le aziende che usano il gasolio agricolo, per il quale a oggi non esistono alternative concrete – dice De Bonis nell’articolo di AGRICOLAE.EU – non può essere la priorità nella pur fondamentale battaglia per salvaguardare l’ambiente e la salute. Aumentare di fatto le tasse sui carburanti non farebbe che punire gli agricoltori e le imprese che, soprattutto nelle zone più deboli, lottano tutti i giorni per continuare a presidiare territori altrimenti già abbandonati da tempo. Il governo, se proprio vuole, può eliminare i 16 miliardi di euro che eroga a favore dei fossili e incentivare l’idrogeno, adottando soluzioni compensative per gli agricoltori nella fase di transizione”.

De Bonis chiede ai due Ministri “se non siano del parere che occorra tutelare non solo l’ambiente ma anche gli agricoltori ed i pescatori, ritenuti da sempre custodi dei beni comuni, come acqua, aria, terra e paesaggio, un ruolo purtroppo non riconosciuto, ma importante”.

“Il primo passo l’ho fatto – conclude De Bonis -. Se non sarà sufficiente, proporrò tutto quanto l’ordinamento giuridico consente al Parlamentare nell’interesse esclusivo di categorie falcidiate come i PESCATORI e gli AGRICOLTORI!”.

Insomma, se il Governo insisterà su questa linea sarà battaglia!

Foto tratta da Agricoltura.it

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