Pino Aprile: “Anche in Sicilia ci si sta rendendo conto che uniti forse si vince, divisi si perde sicuro”

13 settembre 2019

In una riflessione politica che Pino Aprile – tra i fondatori del Movimento 24 agosto – tiene sulla sua pagina Facebook (‘Terroni di Pino Aprile’), lo scrittore dedica un passaggio anche alla Sicilia. Ed è una nota positiva, perché anche i siciliani stanno cominciando a capire che solo un Sud unito può cambiare il corso delle cose in Italia

“In Sicilia, per dire (è solo per fare un esempio, scelto apposta perché l’Isola è sempre stata un mondo a parte, anche nella testa dei ‘continentali’ e ora ci si sta fortunatamente rendendo conto che insieme forse si vince, divisi di sicuro si perde), si stanno muovendo persone e gruppi di orientamento diverso, ma intento comune”.

Così Pino Aprile, che due o tre volte la settimana fa il punto della situazione sul Movimento 24 agosto che tra poco più di un mese si strutturerà in un nuovo soggetto politico del Sud, tocca anche i temi della Sicilia. “Mondo a parte”, scrive giustamente l’autore di Terroni, dove il Movimento si va organizzando.

Certo, ci sono sempre i nostalgici dell’Indipendentismo, ma ci sono soprattutto i ‘volponi’ della vecchia politica che, dopo aver militato nella vecchia politica-politicante siciliana – centrodestra e centrosinistra – stanno provando a presentarsi essi stessi come “meridionalisti” con l’obiettivo di intercettare una parte dell’elettorato siciliano che, deluso dai grillini, guarda oggi non grande interesse al Movimento 24 agosto di Pino Aprile.

Il trasformismo, dai tempi di Agostino Depretis e Francesco Crispi, è sempre stato una piaga nel Sud. Però, oggi, abbiamo la sensazione che i meridionali – e anche il “Mondo a parte” della Sicilia – si stiano finalmente svegliando. E il fatto che i soliti trasformisti siciliani siano all’opera ci dice he la strada è quella giusta.

Resta da capire come si strutturerà il nuovo soggetto politico. “Il Movimento 24 Agosto, M24A – si chiede e chiede Pino Aprile – è per l’euro, o contro? Vuole ‘africanizzare’ l’Europa o i porti chiusi? È per l’Italia unita, il Sud autonomo o indipendente? E per la famiglia che fa? (Non lo so, sono già sposato e nonno). Ma se imbarca chi è o è già stato assessore di Roccacannuccia Tre Case è strumento per il riciclaggio di dinosauri in cerca di nuova sistemazione o ne faranno parte solo vergini in arrivo da Marte e quelli giusti? Cioè io, io chi? Io io, non io tu! Anzi io e un amico mio che…, perché voi…”.

Insomma, diciamolo pure: fondare un nuovo soggetto politico nel Sud non è facile. Siamo in una terra che, dal 1860 è colonia italiana: ed è tale non soltanto per volontà del Nord, ma anche perché le classi dirigenti meridionali – con le dovute eccezioni che, però, non sono riuscite, se non per brevi momenti, ad bloccare il corso della storia – sono state al servizio dei Nord: in cambio di miserabili interessi personali hanno ‘svenduto’ il Sud al Nord Italia.

Esempio classico che va avanti dalla ‘presunta’ Unità d’Italia: il 90% dell’olio extra vergine di oliva italiano si produce tra Puglia, Calabria e Sicilia, ma il mercato di questo prodotto è controllato dal Centro Nord Italia. Ci sono regioni del Centro Nord Italia che, producendo l’1, forse il 2% delle olive da olio ‘esportano’ il 40% dell’olio d’oliva extra vergine italiano…

Lo sappiamo: viene da ridere: ma è un ridere amaro.

Ma la politica, si sa, ha le sue leggi. E non è facile spiegare osa si stra facendo nel Sud dopo il 24 agosto, quando nel Parco storico della Grancia, a due passi da Potenza, è stato deciso di dare vita a un nuovo soggetto politico del Sud.

“Capisco – scrive sempre Pino Aprile – sia difficile liberarsi dallo schema ‘partito’ (noi siamo ok, gli altri no), per cui bisogna avere una risposta su tutto e per tutti. Ma M24A non è un nuovo partito, lo si chiama ‘movimento’ ma si potrebbe chiamarlo Filippo o come volete, quella che va compresa è la sostanza, quale che ne sia il nome. Pensate quanta poca ideologia c’è dentro M24A, che per nome ha una data. Potremo cambiarlo, per carità, ho già detto che valore do a nomi, forme, strutture, gerarchie…: tutta roba che serve, ma sono l’utensile per l’opera, non l’opera. M24A è luogo d’incontro di persone decise a mostrare, nel nostro Paese, l’iniquità (anche) nella distribuzione delle risorse comuni e per indurre le istituzioni, su pressione popolare contraria alle dispari opportunità, a porre rimedio; che non significa solo dotare i territori e gli abitanti di tutto il Paese della stessa qualità e quantità di infrastrutture e servizi (treni, strade, porti, aeroporti, scuole, presidi sanitari…), ma pure dello stesso rispetto per i cittadini, ovunque risiedano. In nessun Paese sarebbero rimasti al proprio posto, addirittura al governo, razzisti che avessero chiamato ‘porci’, ‘topi’, ‘merdacce’ loro connazionali. Equità vuol dire alla pari e riconoscersi tali reciprocamente, non limitarsi ad avere la stessa dotazione di strade, treni e altro, pur necessaria (ma non sufficiente)”.

Importante anche la tolleranza:

“Quindi – scrive sempre Pino Aprile – M24A non chiede uniformità di opinioni (e se dissenti, sei fuori), ma adesione a progetti e solo a quelli che si condividono. Si è d’accordo per l’operazione ‘treno al Sud’? Ok. Se poi in un vagone ci sono unitaristi convinti, nel successivo separatisti siciliani e nel seguente autonomisti continentali, cambia qualcosa? Ognuno si tenga le sue idee (ma incontro e collaborazione, secondo me, faranno cadere molti pregiudizi e chiusure e chiariranno quali sono le differenze vere e quali le presunte), ma da quel che si può fare insieme, perché astenersi, solo perché gli altri non sono d’accordo anche sul resto? Questo è basilare, per capire la natura di M24A. Ed è quindi fuori luogo il gioco ‘ad esclusione’: se ci sono quelli, non ci sto io; se ‘fate entrare’ tizio o caio, allora vuol dire che siete di destra, o di sinistra, o per i riciclati, o per gli unitaristi, o per gli indipendentisti… Nello statuto di M24E sarà chiarito che non si accettano razzisti e delinquenti; poi, se qualcuno che non è né l’una né l’altra cosa vuole usare questa opportunità per fare cose in contrasto con i fini di M24A, ci sarà modo di impedirglielo. Detto questo, si comincia un cammino e strada facendo si perfeziona la macchina”.

“Ma già con sospetti reciproci – prosegue l’autore di Terroni – senza far nomi: che ci fa il senatore Saverio De Bonis all’incontro con esponenti meridionalisti e sicilianisti di varia estrazione? E che ci facevano tizio e caio che nell’Isola hanno già esperienze politiche che non tutti hanno condiviso? Ci fanno quello che stanno facendo altri altrove, giovani che non hanno mai fatto politica e ora vogliono impegnarsi, militanti delusi da formazioni diverse in cerca di uno strumento che della lotta alla discriminazione faccia la ragione della sua esistenza e non due righi di generico pro-Sud (magari aggiunti all’ultimo minuto), in programmi sterminati che si preoccupano della bulimia di chi ha già troppo, ma non ancora tutto. Perché gli uni dovrebbero escludere gli altri? De Bonis (soprattutto, ma non solo lui) si è fatto puntuale portavoce, in Senato, delle questioni sollevate da questa area meridionalista. Buona cosa. Altrettanto han fatto consiglieri regionali campani, per dire. Non mi importa di quale partito siano, ma sono molto interessato a quel che fanno. ‘Quello però è già sindaco!’. E allora? Se non avessero ucciso Angelo Vassallo, lo avremmo escluso, perché sindaco? Un centinaio scarso di coraggiosi e cazzuti sindaci meridionali hanno avviato iniziative giudiziarie per farsi restituire i soldi rubati dallo Stato ai loro Comuni, grazie alla scoperta dei documenti del furto, fatta da Marco Esposito. A voi interessa sapere di che partito sono? A me no. Io li ringrazio, comunque la pensino, per quello che fanno e condivido l’orgoglio dei loro concittadini e anche se a loro facessi schifo, li appoggerei con tutte le mie forze”.

“Quindi vanno bene tutti? – aggiunge Pino Aprile -. È chiaro che no, ma lo vedremo strada facendo, e l’organismo avrà o maturerà gli strumenti, a livello comunale, regionale (li metteremo a punto insieme), ‘nazionale’, per fare pulizia, ove si scoprissero (succederà, è una delle poche cose certe!) strumentalizzazioni o peggio. Toccherà essere bravi, svegli e decisi. Ma la presunzione di giudicare i vivi e i morti in partenza, la lascerei alle minoranze destinate a restare tali: le rispetto, ma per vincere dobbiamo essere tanti e determinati, sulle cose che condividiamo e sui progetti che vareremo di conseguenza”.

(L’articolo per esteso lo potete leggere sulla pagina Facebook Terroni di Pino Aprile

Foto tratta da Indygesto

 

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