Riaffiora dal passato un’altra villa romana ad Enna a 15 Km dalla villa del Casale di Piazza Armerina

12 settembre 2019

La villa si trova in contrada Gerace, lungo la strada che collega Enna a Barrafranca. I primi segni della presenza di questa testimonianza di età romana risalgono al 1994 e sono stati scoperti grazie agli effetti un un temporale. I lavori sono stati sbloccati quest’anno dalla Regione siciliana dopo un lungo abbandono 

La notizia la leggiamo su ENNA press.it: le dimore rurali di età romana in Sicilia non si esauriscono con la straordinaria Villa del Casale di Piazza Armerina: ci sono altre testimonianze, come quella che, piano piano, sta venendo alla luce lungo la strada che collega Enna con Barrafranca, in contrada Gerace.

Già, piano piano. Perché, come racconta sempre ENNA press.it, la storia di questa villa romana che sta affiorando dal lontano passato comincia nell’agosto del 1994, quando “furono avviati saggi esplorativi, motivati dal rinvenimento di strutture fortuitamente posti in luce nell’alveo di un canalone naturale creatosi a seguito di un’alluvione nell’ottobre 1991. Lungo il canalone era possibile osservare strutture murarie che affioravano tra resti di crolli di tegole e pietrame e lembi di pavimenti mosaicati geometrici policromi, erosi dal notevole dilavamento meteorico”.

Insomma, sono stati gli effetti di un temporale a indicare agli archeologi la presenza di una nuova testimonianza di età romana.

Su questo e su altri ritrovamenti sta scommettendo la Regione siciliana, che dopo anni di abbandono dei siti archeologici, pur trovandosi in condizioni di ristrettezza finanziaria, ha messo a disposizione 500 mila euro. Non è una grande somma, ma come scrive CustonaciWEB, sono piccoli interventi in tanti siti archeologici della Sicilia:

“Palermo (Complesso di età medievale di San Giovanni degli Eremiti); Catania (pulitura dei mosaici, ripristino, restauro e messa in sicurezza della Villa romana con le Terme di contrada Castellitto); Agrigento (necropoli di “Monte Mpisu” e area di “Monte Castello” dove le strutture del castello medievale si sono impiantate su strati preistorici e greci); Trapani (a Pantelleria scavo, rilievo e studio di Mursia, il villaggio preistorico costituito da capanne e con la necropoli costituita dai Sesi); Ragusa (Villa romana di Giarratana, del III secolo dopo Cristo);Messina (scavi archeologici nel sito della necropoli greca dell’antica Mylai, a Milazzo)”.

Gli scavi – tornando alla villa romana che si trova lungo la strada Enna-Barrafranca – hanno interessato un’area di circa 500 metri quadrati. La villa rustica di epoca tardo-romana (sembrerebbe del III secolo) sarebbe stata riutilizzata nel X e nell’XI secolo. Gli archeologi hanno messo in luce cinque ambienti tra loro comunicanti, con muri di pietrame legato con malta.

La villa che piano piano sta venendo fuori si trova a circa quindici chilometri dalla più nota Villa del Casale di Piazza Armerina. Si nota un corpo centrale con un peristilio circondato da ambienti abitativi, pavimenti a mosaico, un corridoio, sale per banchetti e cucine.

Chiediamo scusa ai lettori se alterniamo periodi di due giornali on line diversi – ENNA press.it e Custnaci WEB – ma stiamo provando a fare una sintesi, con qualche nostra considerazione, tra due ottimi articoli che sintetizzano bene questa storia.

“Tra il maggio e giugno del 2000 – leggiamo su ENNA press.it – fu condotta una seconda e breve campagna di scavi. Furono aperti due saggi di scavo a circa 80 metri a nord dall’area indagata nel ’94; il primo consentì la lettura di alcuni allineamenti di mura, con allineamento nord-sud, pertinenti gli ambienti di una casa del villaggio che sorse sopra i resti della villa romana. Nel secondo saggio, in un’area più vicina allo scavo del ’94, emerse con maggiore evidenza la sovrapposizioni delle due fasi. Il ritrovamento del livello romano a circa 60 metri dagli ambienti mosaicati confermò che le dimensioni complessive della superficie della villa rustica potevano attestarsi ad almeno 10.000 mq; in entrambi i saggi, i blocchi irregolari dei muri medievali hanno indicato un riutilizzo di parte dei materiali impiegati precedentemente per la costruzione del fondo romano”.

“La sintassi decorativa – leggiamo ancora su ENNA press.it – precorre le composizioni geometriche della Villa del Casale di Piazza Armerina e anticipa i legami con le maestranze nord-africane; la gamma di colori utilizzata è molto varia: nero, grigio-azzurro, rosso, verde azzurro, rosa, bianco su composizioni accurate e di ottime fattura” (per approfondire la scoperta vi invitiamo a leggere per intero l’articolo di ENNA press.it).

“Successive ricerche – leggiamo su Custonaci WEB – hanno consentito di stabilire che l’area di interesse archeologico è di circa tre ettari, sui quali insistono almeno dodici costruzioni e tra queste i resti di un edificio termale che domina il complesso, con mosaici pavimentali e marmi policromi di almeno quindici tipi diversi, tutti di provenienza estera. La struttura presenta diversi ambienti, compresa una vasca per immersioni, con complessi sistemi di riscaldamento tramite tubuli in cui circolava l’aria calda. Sono state trovate anche tracce di una cisterna per l’approvvigionamento idrico, di alcune fornaci per la lavorazione della terracotta e di magazzini per lo stoccaggio di sementi. Costruita intorno al IV secolo dopo Cristo, secondo alcuni archeologi la Villa edificata tra il 361 e il 363 sarebbe appartenuta a tale Philippianus della famiglia romana dei Filippiani”.

“L’identificazione del proprietario – prosegue l’articolo di Customaci WEB – è stata possibile grazie allo scavo e al ritrovamento dei pavimenti a mosaico policromi. La gamma di colori utilizzati è molto varia: nero, grigio, rosso, verde, rosa, bianco e le composizioni sono di pregevole fattura arricchiti da iscrizioni latine. Proprio una di queste iscrizioni recita: ‘Possano le tenute dei Filippiani prosperare! Gioia ai giochi Capitolini! Possiate costruire più cose, dedicare cose migliori. Asclepiades, possa tu invecchiare insieme alla tua famiglia!’”.

“La Villa di Gerace, fin dal 2013 – leggiamo ancora su Custonaci WEB – vede la presenza dell’università canadese di Vancouver, con una missione diretta dal professore Roger Wilson. Quest’anno, la delegazione composta da quindici studenti ha effettuato scavi e rilievi in convenzione con la soprintendenza ai Beni culturali di Enna. In particolare sono stati portati alla luce due locali delle Terme con pregevoli testimonianze che arricchiscono le conoscenze sulla Villa e ci raccontano la Sicilia centrale all’epoca del Tardo Impero, l’economia del latifondo e un’attività legata all’allevamento dei cavalli”.

Qui i lettori possono leggere per esteso l’articolo di Custonaci WEB 

Qui i lettori possono leggere per esteso l’articolo di ENNA press.it 

Foto tratta da ENNA press.it

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