Calenda lascia il PD. Fonderà un nuovo soggetto politico liberal-liberista?

28 agosto 2019

L’ha detto e l’ha fatto. “Se il PD si accorderà con i grillini lascerò il partito”. Così è stato e così ha fatto l’ex Ministro, Carlo Calenda. E il futuro? Dice che rafforzerà il movimento ‘Siamoeuropei’. Ma non è chiaro se darà vita a un nuovo soggetto politico

Il Governo Movimento 5 Stelle-PD? “Nato dal trasformismo”. La piattaforma Rousseau? “Eversiva”. E via continuando con l’accusa pesante al PD: partito che avrebbe rinunciato “a combattere per le sue idee e i suoi valori”. Quindi il dubbio su un possibile nuovo soggetto politico.

Così l’ex Ministro Carlo Calenda, già esponente di Confindustria, voluto al Governo da Matteo Renzi, sempre ipercritico con i grillini. E infatti, come leggiamo in una nota dell’ANSA, dopo l’accordo con Beppe Grillo e il PD ha lasciato il partito.

“Dal giorno della mia iscrizione – dice Calenda – ho chiarito che non sarei rimasto nel partito in caso di un accordo con il M5S. La ragione è semplice: penso che in democrazia si possano, e talvolta si debbano, fare accordi con chi ha idee diverse, ma mai con chi ha valori opposti. Questo è il caso del M5S. Le ragioni le abbiamo spiegate ai nostri elettori talmente tante volte che non vale la pena ripeterle qui”.

L’ANSA riprende una lettera (pubblicata da Huffington Post) indirizzata al segretario Nicola Zingaretti e al presidente Paolo Gentiloni in cui annuncia le proprie dimissioni dalla Direzione del partito, in dissenso con la prospettiva di un accordo con il M5S.

“Non saranno – aggiunge l’ex ministro – 5 o 10 punti generici a far mutare natura a chi è nato per smantellare la democrazia rappresentativa cavalcando le peggiori pulsioni antipolitiche e cialtronesche di questo Paese. Sapete bene che nulla abbiamo in comune con Grillo, Casaleggio e Di Maio. Ed è significativo il fatto che il negoziato non abbia neanche sfiorato i punti più controversi: dall’ILVA alla TAV, da Alitalia ai Navigator. Un programma nato su omissioni di comodo non è un programma, è una scusa. Eviterò di commentare la decisione di cedere al diktat del M5S su Conte. In fondo esiste una perversa coerenza nella scelta di questo nome per guidare un Governo nato dal trasformismo. Nelle ultime ore siamo arrivati persino ad accettare un giudizio sull’accordo di Governo da una piattaforma digitale privata che abbiamo sempre giustamente considerato eversiva e antidemocratica. Nell’ultimo anno sono stato molte volte in disaccordo con le decisioni del Partito, ma ho sempre rispettato il volere della maggioranza. Questo caso è differente. Stringendo l’alleanza con il M5S, il PD rinuncia a combattere per le sue idee e i suoi valori. E questo non posso accettarlo”.

Resta da capire, a questo punto, che cosa succederà adesso. Calenda andrà via da solo o se con sé ha già altre adesioni.

Stando a quello che leggiamo su Il Fatto Quotidiano sembrerebbe che Calenda, notoriamente liberista e in sintonia con l’attuale Unione Europea dell’euro ultraliberista, avrebbe pronto il progetto di un nuovo soggetto politico:

“In Italia – scrive – rafforzerò SiamoEuropei per dare una casa a chi vuole produrre idee concrete per una democrazia liberal-progressista adatta a tempi più duri e non ha paura del confronto con i sovranisti. Cercherò di mobilitare forze nuove”.

Poi, però, diventa un po’ ambiguo:

“Le elezioni arriveranno. Le avete solo spinte più in là di qualche metro. Quando sarete pronti a lottare ci troveremo di nuovo dalla stessa parte. Con amicizia”.

Per la cronaca, quando alle primarie del PD si doveva eleggere il nuovo segretario, la sua area veniva in parte assimilata a quella di Renzi e data intorno al 35%.

Andrà con Renzi se quest’ultimo lascerà anche lui il PD?

Foto tratta da Il Post

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