Come stanno ammazzando la democrazia: sindaci-Podestà, riduzione dei parlamentari e stop ai permessi sindacali!

21 agosto 2019

In Italia, nel nome dell’antifascismo, stanno di fatto conculcando i residui spazi di democrazia. Il Governo Renzi ha già massacrato, fin dove ha potuto, i lavoratori. Nei Comuni i sindaci-Podestà sono monarchi assoluti. Le Province sono ormai esempi di non-democrazie. A Roma vogliono ridurre il numero di deputati e senatori e, adesso, stanno mettendo sotto i sindacalisti, riducendo o eliminando i permessi sindacali. E sono tutti antifascisti…    

Chi scrive, in anni ormai lontani, si è occupato, da giornalista, di cronaca sindacale. In pratica, raccontavo la vita sindacale – che significa la vita di chi si occupa dei lavoratori e degli stessi lavoratori – nel giornale per il quale lavoravo. Si era negli anni ’80 del secolo passato: un altro mondo, un’altra Sicilia.

Quell’esperienza, però, mi è servita per capire alcune cose. La più importante – vista dal punto di vista di un giornalista – è la possibilità di accedere a notizie che solo i sindacalisti, per il mestiere che svolgono, possono conoscere. Perché solo loro, i sindacalisti, possono chiedere ai datori di lavoro – sia pubblici, sia privati – informazioni che i datori di lavoro non farebbero mai conoscere ai lavoratori, né, tanto meno, ai giornalisti. 

Senza l’ausilio di un sindacalista della CGIL di Palermo, nel 1986, non sarei mai riuscito a districarmi nei meandri della vicenda Cassina, il gruppo imprenditoriale che per anni aveva gestito gli appalti per la manutenzione delle strade e delle fogne del capoluogo della Sicilia e che, tra il dicembre del 1985 e il gennaio del 1986 era stato messo in fuori gioco (anche se con metodi piuttosto sbrigativi…).

E’ grazie ai sindacalisti che, sempre nel 1986 – e sempre a Palermo – ho potuto ricostruire la genesi dello scandalo del mancato Palazzo dei congressi della Regione siciliana. Un mega appalto finito nelle mani sbagliate perché una commissione aggiudicatrice aveva rispettato i criteri previsti dalla legge.

Che volete: si erano spartiti i quattro più lucrosi appalti della Palermo dei primi anni ’80: Teatro Massimo (che avevano chiuso nel 1974 per appalti e sette-otto ani dopo discutevano ancora come organizzarsi…), nuova Aerostazione di Punta Raisi (che verrà completata a metà anni ’90!), la Sopraelevata nel tratto di Circonvallazione tra via Perpignano e via Basile (opera lasciata ‘in tredici’, forse qua e là ci dovrebbe essere ancora qualche ‘pila’, la base dei futuri pilastri) e, per l’appunto, il Palazzo dei congressi della Regione.

Pensate che i politici che avevano organizzato queste ‘operazioni’ avrebbero raccontato a me quello che stavano preparando? Col cavolo!

Sarebbe come andare a chiedere, oggi, agli uffici cos’hanno combinato con il Tram. Sì, a voi lo vanno a raccontare!

Potrei citare tantissimi casi di notizie che ho tirato fuori grazie ai sindacalisti. Per esempio – sempre negli anni ’80 – quello che combinavano con gli enti economici regionali EMS, ESPI e AZASI!

Per non parlare del mio amico Gioacchino Basile, operaio e sindacalista della CGIL del Cantiere Navale di Palermo. Pensate un po’: a metà anni ’80, mentre si celebrava il Maxiprocesso di Palermo alla mafia, con certi giornali che scrivevano “Silenzio, entra la Corte!”, Gioacchino Basile mi raccontava delle infiltrazioni dei mafiosi nella gestione dei subappalti (che, peraltro, una legge regionale di quegli anni vietava!) e dell’amianto che metteva rischio la vita dei lavoratori: e io scrivevo tutto per il giornale L’Ora di Palermo!

Senza i sindacalisti, a partire dai primi anni ’90, mai e poi mai avrei potuto raccontare quello che ho raccontato sulle esattorie siciliane prima e dopo la Sogesi, dove ne succedevano di tutti i colori. O sulle ‘avventure’ della Banca d’Italia in Sicilia: mi riferisco alla fine ingloriosa di Banco di Sicilia e Sicilcassa, due grandi banche della nostra Isola che non stavano affatto messe peggio di altre banche italiane, ma che i signori della Banca d’Italia hanno utilizzato per salvare le banche del Centro Nord Italia.

Certo, è servito a poco e i signori della Banca d’Italia – in assoluto, vista dal Sud, la peggiore istituzione pubblica (fino a quando è stata pubblica) dell’Italia repubblicana – non solo hanno favorito smaccatamente il Nord, ma passano ancora oggi per ‘Padri della patria’!

Ma, alla fine, le cose sono venute fuori. Grazie anche ai sindacalisti.

Per questo, oggi, quando leggo di tagli ai permessi sindacali, o di sindacalisti che “debbono assicurare il proprio lavoro” rimango perplesso. Anche con riferimento alla Regione siciliana. Dove la ristrettezza di risorse, a quanto pare, consiglia al Governo di turno l’opacità.

La verità è che si va verso una riduzione degli spazi di democrazia.

La legge regionale sull’elezione diretta dei sindaci, nei primi anni ’90 – una delle peggiori leggi nella storia dell’Autonomia siciliana: demagogica e antidemocratica! – ha creato dei veri e propri ‘Podestà’ di stampo fascista che in un Comune decidono tutto e il contrario di tutto: nomine degli assessori, revoche, nomine e revoche nelle società controllate dal Comune, promozioni nella burocrazia comunale e via continuando.

La legge Delrio sulle Province – una legge sbagliatissima – dà addirittura ai  sindaci di alcune grandi città dove sono state istituite le Città metropolitane la stessa presidenza delle rispettive Città metropolitane!

La concentrazione di un potere enorme nelle mani di un singolo senza nemmeno un’elezione! Solo il renzismo poteva concepire una legge del genere!

Il bello è che organizzano manifestazioni “antifasciste” senza capire che i metodi fascisti sono già operanti: sindaci-Podestà che fanno quello che vogliono; Province o gestite dagli stessi sindaci (nelle Città metropolitane) o da commissari; riduzione dei diritti dei lavoratori (ci ha pensato Renzi con l’attacco all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e con il Jobs Act: Renzi, quello ‘di sinistra’…); la preventivata riduzione del numero dei deputati e senatori (i grillini pensano così di recuperare voti); il leader di un partito – Matteo Salvini, Lega – che apre la crisi di Governo e chiede “pieni poteri” come se stesse ordinando un caffè; e, come già ricordato, ora anche la riduzione dei permessi sindacali.

Così chi comanda potrà farsi i cavoli suoi senza camurrie… 

Però sono tutti ‘antifascisti’…

Foto tratta da italmarketAndore-Finanza.com

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