Sgomberi: a Palermo si possono fare, a Messina chi le dispone diventa “forte con i deboli”…

15 agosto 2019

Sugli sgomberi di chi occupa abusivamente gli immobili il giudizio, in Sicilia, cambia a seconda di chi sbatte in mezzo alla strada gli abusivi. Se il sindaco è di ‘sinistra’ gli sgomberi si possono fare e sono “necessari”; se il sindaco non è di ‘sinistra’ – come nel caso del primo cittadino di Messina, Cateno De Luca – diventa “forte con i deboli”. Viva l’ipocrisia! 

Stranezze di Sicilia.

A Palermo, tra l’ottobre e il dicembre dello scorso anno, sono state sgomberate decine di famiglie che occupavano una palazzina abbandonata e non è successo nulla.

A Messina l’amministrazione comunale effettua lo sgombero di un edificio pubblico occupato abusivamente ed è successo un parapiglia!

Addirittura, il sindaco di Messina, Cateno De Luca, è stato accusato di essere “forte con i deboli”. E invece a Palermo chi ha sbattuto fuori oltre venti famiglie da due palazzine – ribadiamo: abbandonate! – non era “forte con i deboli”?

Vediamo di spiegare l’arcano: a Messina l’attuale amministrazione comunale non sarà di sinistra: quindi non può permettersi di mettere alla porta chi occupa abusivamente un edificio pubblico!

Mentre a Palermo l’attuale amministrazione comunale è di sinistra: PD renziano, ma ufficialmente di sinistra: quindi lo sgombero si può fare!

Tra l’altro, se proprio la dobbiamo dire tutta, lo sgombero avvenuto lo scorso anno a Palermo è – sotto il profilo sociale – molto più grave di quello avvenuto in questi giorni a Messina. Lo sgombero di Palermo ha coinvolto molte più persone e si trattava – lo ribadiamo – di due palazzine abbandonate, mentre a Messina gli abusivi occupavano un edificio pubblico.

Pensate un po’: chi scrive abita a Palermo, a qualche centinaio di metri dalle due palazzine fatte sgomberare. Ebbene, le due palazzine erano in affitto dal Comune che vi teneva alcuni uffici. A un certo punto non si è capito che è successo: gli uffici sono stati sbaraccati e le palazzine sono state occupate da una ventina di famiglie con minori.

Oggi le entrate delle due palazzine sono state murate. Sono chiuse. Sigillate.

Più volte abbiamo posto due domande.

Prima domanda: ma se nessuno sta utilizzando le due palazzine che motivo c’era di gettare fuori le venti famiglie con minori?

Seconda domanda: quando le due palazzine sono state occupate erano ancora in affitto dal Comune?

Ovviamente, nessuna risposta.

Ora leggiamo che il sindaco di Messina ha fatto sgomberare un edificio pubblico da alcuni abusivi e leggiamo di una mezza sollevazione. Che dire? Che la sinistra a Palermo funziona in un modo e a Messina in un altro modo: e che i due modi, a quanto pare, sono intercambiabili a seconda della convenienza del momento…

Leggiamo intanto come replica il sindaco Cateno De Luca:

“A tutti quelli che si sono indignati per il video del blitz mattutino al Palacultura, in cui la polizia municipale intima a due extracomunitari di non utilizzare uno spazio pubblico come propria dimora dico: siete degli ipocriti. L’alternativa c’è, si chiama Casa di Vincenzo, una struttura di accoglienza che offre un ricovero notturno, purtroppo snobbato da tali individui. Gli stessi tra l’altro sono stati più volte redarguiti, ma continuano a fare i propri comodi. Fanno parte di una vasta organizzazione che proviene da Catania. Abbiamo ricevuto tante segnalazioni in riferimento alla zona del Palacultura. Si tratta di cittadini che temono per la propria sicurezza, specie quando il numero dei senza dimora cresce in modo esponenziale”.

“Non abbiamo offeso né malmenato nessuno: esiste un’ordinanza contro il bivacco e deve essere rispettata. La differenza tra noi e gli altri – continua il Primo cittadino di Messina – è che noi facciamo tutto alla luce del sole, documentandolo pubblicamente, a prescindere dal colore della pelle o dall’atteggiamento che mette in discussione il decoro urbano. Altri purtroppo consumano i peggiori delitti nei confronti di queste persone utilizzando le armi dell’ipocrisia e dell’indifferenza, non avendo il coraggio di rendere pubblico il proprio comportamento”.

“Paghiamo le colpe della nostra trasparenza. Altri fanno di peggio ma, per paura del linciaggio mediatico, celano dietro la maschera del perbenismo le loro azioni. Io non accetto che il territorio venga deturpato. Per onestà intellettuale i miei detrattori dovrebbero ammettere che per tali tematiche non guardo etnia, religione o status sociale. Chi viola la legge – locali o extracomunitari – dovrà assumersi le proprie responsabilità”.

L’azione del sindaco Cateno De Luca non è piaciuta al consigliere comunale di Messina, Alessandro Russo:

“Ancora una volta – dice Alessandro Russo – De Luca utilizza una inusitata forza nei confronti dei più deboli per fare spolvero mediatico mentre nulla si muove su temi molto più seri ed importanti per la vera vivibilità della città, come la non applicazione da parte di armatori pubblici e privati del divieto di attraversamento della città da parte dei TIR. Su questo fronte, il silenzio da mesi. Eppure, della lotta ai presunti poteri forti, alle presunte lobby e ai presunti violentatori della città, l’allora candidato a sindaco De Luca aveva fatto cavallo di battaglia quasi ossessivo. Giunto a Palazzo Zanca, qualche cosa sarà accaduto, perché di quei temi non solo non parla, ma camuffa il silenzio con blitz tutti mediatici che non risolvono nulla. Non si gioca con la dignità degli individui, neppure fossero dei clochard che pernottano per strada”.

Immediata la replica del sindaco De Luca:

“Per il consigliere Alessandro Russo, visto che ultimamente dimostra una spiccata sensibilità, lo invito ad adottare un po’ di questi soggetti, magari utilizzando la sua indennità di consigliere per mantenerli mensilmente. Auspico magari che li ospiti a casa propria, dando con i fatti prova di concreta solidarietà, evitando la solita passerella politica, utile solo a ricordare al mondo che anche lui è nel novero di chi fa opposizione al Sindaco De Luca per ottenere visibilità”.

Intanto la parlamentare della Camera del Movimento 5 Stelle, Antonella Papiro, dichiara che il sindaco De Luca somiglia, nei comportamenti, al Ministro Matteo Salvini.

Immediata la replica dello stesso De Luca che, di certo, non le manda a dire:

“Carissima Deputata, per una questione anagrafica e di storia politica, quando io facevo queste cose, amministrando per la prima volta il Comune nel quale ero stato eletto, il buon Matteo Salvini, politicamente prendeva il biberon. Le ricordo che io ho cominciato nel 2003 a fare il Sindaco della metropoli di Fiumedinisi, applicando gli stessi metodi che ho replicato nella mia esperienza di Sindaco a Santa Teresa di Riva e adesso, con costante dedizione, anche a Messina. Se qualcuno ha imitato l’altro, probabilmente, senza presunzione, quello è Salvini. Forse la crisi di governo aperta a Ferragosto l’avrà destabilizzata. Le ricordo che sino a ieri, la persona che indica come metro di paragone in negativo, era il vostro migliore alleato politico”.

 

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