Una ‘fusione’ tra Pantelleria e Malta? Perché non lo facciamo decidere ai panteschi?

13 agosto 2019

In realtà, almeno in termini materiali, non sarebbe una fusione, ma l’acquisto di Pantelleria da parte di Malta. Non è uno scherzo, ma una proposta lanciata un anno fa dal sociologo maltese Godfrey Baldacchino e ripresa nei giorni scorsi dalla scrittrice e giornalista siciliana, Irene Chias, che oggi vive a Malta. La proposta è interessante, perché Pantelleria potrebbe avere finalmente trasporti e sanità da Paese civile e un futuro meno incerto  

Irene Chias è una siciliana di ‘mare aperto’ (l’esatto contrario dei siciliani di ‘scoglio’). Da siciliana raminga (i siciliani di ‘mare aperto’ amano viaggiare e cambiare) da qualche tempo si è trasferita a Malta (che magari potrebbe diventare il suo ‘scoglio’: chissà). Ci conosciamo da una vita, legati dalle radici comuni di Sciacca, provincia di Agrigento, città un tempo felice, oggi forse un po’ meno felice, in sintonia, del resto, con la Sicilia mascariata e rapinata (da non confondere con la “Sicilia sequestrata” raccontata dal filosofo Giovanni Gentile, siciliano anche lui). Perché ci occupiamo di Irene Chias, giornalista e scrittrice? Perché arrivata a Malta si è guardata in giro e ha scritto un articolo rilanciando la tesi del sociologo maltese, Godfrey Baldacchino, che lo scorso anno, dalle colonne del Malta Today, ha avanzato una proposta apparentemente bizzarra: unire Malta con Pantelleria: meglio, consentire a Malta di acquistare Pantelleria!

Apparentemente la proposta può sembrare folle. In realtà – e lo dimostra la reazione tutto sommato non negativa da parte dei panteschi (leggere abitanti di Pantelleria) – potrebbe essere una proposta interessante, e forse risolutiva, per Pantelleria. Siamo matti anche noi? Non esattamente! Conoscendo Pantelleria – e soprattutto le penalizzazioni incredibili che la Regione siciliana e lo Stato italiano hanno inflitto agli abitanti di Pantelleria – crediamo che la ‘fusione’ (noi la vogliamo chiamare ‘fusione’ tra Pantelleria e Malta e non acquisto di Pantelleria da parte di Malta!) tra Pantelleria e Malta possa risultare la chiave di volta per assicurare ai panteschi quel futuro civile e sereno che Regione siciliana e Stato italiano, fino ad oggi, gli hanno negato.

Stiamo esagerando? Non esattamente!

Leggiamo un articolo dell’agosto dello scorso anno di Itacanotizie.it:

“Un vero e proprio caos si sta verificando sulla rete dei collegamenti aerei e marittimi che interessano l’isola di Pantelleria. L’ultimo episodio in ordine cronologico, riguarda l’aereo della Blue Panorama, partito dall’aeroporto pantesco per Roma con 25 ore di ritardo. A ricostruire i dettagli delle ultime difficili giornate è il sindaco Vincenzo Campo, con riferimento anche alle difficoltà legate agli aerei della compagnia danese Dat che dal 1 luglio hanno sostituito quelli di Mistral Air (con non pochi malumori per il servizio da parte dei passeggeri) ma anche ai trasporti marittimi. Rispetto a quest’ultimo aspetto, in particolare, si evidenzia il disagio legato al traghetto Ro. Ro. (trasporto di veicoli su ruote) che ritorna a fare servizio sulla linea Porto Empedocle Lampedusa, lasciando il collegamento da Trapani a Pantelleria con una sola nave, quella della Siremar”.

“Basta con l’emergenza – scrive in un comunicato il sindaco Campo -. Pantelleria è stanca. Non si può calpestare ripetutamente un’isola in piena stagione turistica”. (qui l’articolo di Itacanotizie.it per esteso).

Secondo voi il caos nei trasporti, a Pantelleria, è finito? Articolo e video dello scorso aprile con titolo che già dice tutto:

“Pantelleria-Trasporti, “25 anni di proteste e polemiche” il punto di Angelo Fumuso. Video 

Parliamo della sanità a Pantelleria? Stato e Regione hanno deciso insieme che il Punto nascita di Pantelleria deve essere chiuso. Motivazione ufficiale: si registrano meno di 500 nascite all’anno e i medici non avrebbero la “manualità”…

Carino, vero, che lo Stato e la Regione siciliana si occupino della sicurezza dei parti a Pantelleria?

Poi, però, scopriamo che lo Stato scippa alla Regione siciliana quasi 600 milioni di euro all’anno!  

E scopriamo, anche, che la Regione utilizza una parte cospicua dei fondi della sanità pubblica per pagare spese che con la sanità non hanno nulla a che spartire! 

Come potete vedere, a tutti mostrano il voto bello di Pantelleria: luoghi incantevoli, mare bellissimo e altro: tutte cose vere. Poi, però, ai quasi 8 mila abitanti di Pantelleria lo Stato e la Regione, da sempre gliene combinano di tutti i colori!

Pantelleria subisce penalizzazioni a catena: l’Unione Europea dell’euro penalizza l’Italia che, a catena, fa arrivare a Pantelleria penalizzazioni sempre maggiorate: lo Stato italiano, taglieggiato’ dalla UE, ‘taglieggia’ la Regione siciliana e il Comune di Pantelleria; e, in ultimo, la Regione ‘taglieggia’ ulteriormente Pantelleria e i suoi abitanti.

Converrebbe ai panteschi ‘fondersi’ con Malta? Perché non chiederglielo con un referendum, dal momento che per lo Stato e per la Regione siciliana Pantelleria è un’isola da ‘taglieggiare’?

Scrive Irene Chias sul suo blog:

“Le isole maltesi hanno una popolazione ufficiale di oltre 450.000 abitanti (460.297 secondo il Calendario Atlante DeAgostini 2019), per una densità di popolazione di quasi 1.500 abitanti per km2 (1.460 ab/km2). Inoltre, il crescente afflusso di lavoratori stranieri potrebbe portare la popolazione a crescere fino a 700.000 abitanti e la densità a 6.700 ab/km2 entro un decennio. Cifre che non tengono conto di abitanti temporanei come l’enorme mole di turisti che in ogni periodo dell’anno arrivano ad assediare i luoghi più suggestivi delle tre isole (Malta, Gozo, Comino). In una tale situazione è chiaro che lo spazio vitale di ciascun essere umano risulta drasticamente ridotto, specie in una cultura che disconosce il mezzo pubblico e sembra considerare indispensabile il possesso di un’automobile, con le conseguenti congestioni della mobilità. I piani alti della politica beneficiano del consenso garantito da un’espansione economica mai vista prima nella storia di una terra povera di risorse, e sembrano non avere alcuna intenzione di fare scelte impopolari, come imporre un numero chiuso alle auto o una più severa regolamentazione all’edilizia”.

“Una soluzione – scrive sempre Irene Chias – l’aveva proposta l’anno scorso un sociologo maltese, Godfrey Baldacchino, dalle colonne del Malta Today: Compriamo dall’Italia l’isola di Pantelleria. La meravigliosa isola vulcanica a vocazione agricola con 7.000 abitanti e una distanza dalle coste maltesi di 240 km (130 miglia nautiche), la perla nera del Mediterraneo, ruvida e difficile, dovrebbe quindi diventare uno sfogo della sovrappopolata Malta, a sua volta una bellssima isola che però ha immolato se stessa sull’altare del Pil, dell’edilizia, dello sviluppo a tutti i costi. Successivamente a una nostra conversazione telefonica e alla pubblicazione di un mio articolo sul tema sulle pagine siciliane di Repubblica, sono andata incontrare Baldacchino all’Università di Malta. Il sociologo mi ha raccontato che la sua idea è nata da una rilettura del libro di Braudel, Il Mediterraneo, in cui si faceva riferimento all’arcipelago siciliano come a quell’insieme di isole che si estendeva dalle Eolie alle Kerkenna, includendo anche le isole maltesi.

“Non c’erano Stati, solo un’identità culturale che poi è stata spezzata e differenziata da casualità storiche”.

“E così Baldacchino – scrive sempre Irene Chias sul suo blog – ha riflettuto sulle affinità culturali con Pantelleria. Innanzitutto la lingua, che fino al diciottesimo secolo era un dialetto siculo-arabo molto simile al maltese. E poi una storia di dominazioni in buona parte comune: i romani, gli arabi, i normanni, gli aragonesi”.

“‘Malta è una pentola a pressione senza valvola’, sottolinea. E l’eventuale acquisto di Pantelleria potrebbe garantire lo sfogo necessario ed evitare quell’esplosione cui Malta sembra destinata. Il passaggio all’euro ha evidenziato come i maltesi fossero risparmiatori occulti”.

“È venuta fuori tantissima liquidità in lire maltesi che le persone tenevano a casa e non in banca”, ricorda. “Malta è ricca, anche perché il debito pubblico maltese è in mano soprattutto ai risparmiatori maltesi, non a Paesi esteri”.

“Pantelleria, d’altra parte – scrive sempre Irene Chias – è l’isola dell’isola. È alla periferia di una Sicilia che, insieme al resto del Sud Italia, fa sempre più fatica, da cui si registra una continua e mortificante migrazione di intere generazioni. Raggiungerla è complicato e faticoso. Forse anche per questo le reazioni dei panteschi alla proposta di Baldacchino non sono state negative”.

“L’accademico fa riferimento ai precedenti storici citando i casi della Louisiana e dell’Alaska che gli Stati Uniti acquistarono rispettivamente da Francia e Russia. Ma quando si tratta di prendere l’iniziativa si schermisce, e non a torto”.

“Non sta a me – dice – non ho alcuna funzione politica, non ho alcun ruolo. A questo punto sarebbe bene che i panteschi avanzassero le loro proposte con prospettiva di sostenibilità”. E chiude ricordando: “Malta ha un sacco di soldi da investire”.

Ma sì, lasciamo liberi i panteschi di scegliersi il presente e il futuro. Mettiamoli in condizioni – visto che “Malta ha un sacco di soldi da investire” – di organizzare un sistema di trasporti da Paese civile.

Tra l’altro, avrebbero l’opportunità di non vedere più Nello Musumeci, Gianfranco Miccichè, Antonello Cracolici, i leghisti di Matteo Salvini e via continuando. Vi sembra poco?

Non sappiamo quando noi siciliani ci libereremo dalle catene colonialiste con le quali ci tengono prigionieri dal 1860. Ma se possiamo fare qualcosa per liberare i panteschi, la facciamo con piacere!

Foto tratta da Global Geografia

QUI IL BLOG DI IRENE CHIAS 

 

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