Ai Bar deVenetizzati al Sud il Nord risponde con i Bar deTERONIzà. E ora il partito meridionalista/ MATTINALE 368

13 agosto 2019

Sì, un partito meridionalista che metta insieme tutte le esperienze del Sud di questi anni. Una forza politica lontana dai partiti politici tradizionali e radicata nelle contrade del Mezzogiorno. Per cendere in campo alle prossime elezioni politiche. La reazione stizzita di Luca Zaia al No del Sud ai prosecchi veneti. Nuovo appello ai cittadini del Sud Italia: non acquistate più prodotti del Nord, a cominciare dai prodotti agro-alimentari

Ormai è uno scontro all’arma bianca. Il Sud Italia finalmente ha cominciato a ribellarsi. E il Nord replica. Nei giorni scorsi a Siracusa e a Catania la gente è scesa in piazza per contestare il ‘capo’ dei leghisti, il Ministro-sceriffo Matteo Salvini. Brutta, anche, l’accoglienza che le altre Regioni del Mezzogiorno cominciano a riservare non solo a Salvini, ma a tutte le espressioni del Nord. Non è, quella contro la Lega, una semplice contestazione al Governo: è molto di più. E a dimostrarlo è la reazione, sempre più scomposta, di alcune zone del Nord all’iniziativa Compra Sud portata avanti in tanti centri piccoli e grandi del Mezzogiorno.

In Veneto, ad esempio, stanno cominciando ad accusare i colpi sul prosecco, perché in tanti centri piccoli e grandi del Sud si va sempre più diffondendo l’operazione Bar deVenetizzati: “Qui non si vendono vini spumanti veneti, ma solo vini spumanti del Sud”.

Così cresce il numero di spedizioni di vini spumanti del Veneto che, spediti nel Sud, ritornano in Veneto: e questo fa letteralmente impazzire di rabbia i veneti e, in generale, i settori del Nord che temono – e hanno perfettamente ragione – che la stessa cosa comincia a succedere per altri prodotti del Nord: la pasta industriale (quella prodotta, a parole, con grano “rigorosamente italiano” mentre – ma guarda che combinazione! – l’importazione di grano canadese, da quando è entrato in vigore il CETA, è aumentato di sette volte!), i salumi, i formaggi, l’acqua in bottiglia (ormai nei supermercati la gente del Sud – scena vista con i nostri occhi – scarta l’acqua imbottigliata del Nord e prende quella della propria Regione o, al massimo, del Sud) e anche l’olio d’oliva extra vergine.

Sì, anche sull’olio d’oliva il messaggio, al Sud, comincia a passare. Il 90% dell’olio d’oliva extra vergine italiano viene prodotto in Puglia, Calabria e Sicilia. Ma per la solita vergogna colonialista il mercato di questo prodotto è controllato dal Centro Nord. Il caso eclatante è rappresentato da una Regione del Centro Nord che produce, sì e no (più no che sì) il 4% dell’olio d’oliva extra vergine italiano, ma ne commercializza il 40%! Come fa (indovina indovinello…).

Ebbene, tutto questo ormai non è più assodato. Con la vendita dei prodotti del Nord ai ‘cafoni e colonizzati’ del Sud, ogni anno il Nord incassa 90 miliardi di euro. Pensate un po’: 90 miliardi di euro che, invece di restare nel Sud, vanno a sostenere le imprese del Nord!

Solo la Sicilia – per citare un esempio che conosciamo bene – ogni anno, per i beni agro-alimentari spende da 12 a 13 miliardi di euro. Ebbene, di questa spesa, solo 2 miliardi di euro sono utilizzati dalle famiglie siciliane per acquistare beni prodotti in Sicilia, mentre 10-11 miliardi all’anno vengono spesi dai siciliani per acquistare prodotti agro-alimentari del Nord Italia.

Pensate un po’: 10-11 miliardi di euro dei siciliani che ogni anno vanno a sostenere le imprese del Nord!

Ma da qualche tempo a questa parte – in particolare, da qualche mese a questa parte, da quando è partita l’operazione Compra Sud – la tendenza si va invertendo.

Le famiglie meridionali, là dove possono, acquistano prodotti del Sud.

E al Nord che dicono? L’abbiamo già accennato: cominciano a reagire male. Nella pagina Facebook di Vento Brigante, Vento da Sud che leggiamo che in Veneto, in risposta ai Bar devenetizzati, stanno lanciando l’iniziativa:

“Compra Nord Bar deTERONIzà – Ne sto Bar qua no servemo prodoti meridionali, ma solo prodoti made en Veneto – Rete nasionale dei bar deTERRONIzè”. 

Insomma, al Nord cercano di restituirci pan per focaccia. Peccato che a perdere sono loro. E che, non comprando Sud, sono costretti, per alcuni prodotti, a fare da sé.

Commenta in un post Vento da Sud, Vento Brigante:

“In un Bar di Verona compare una locandina che va a sbeffeggiare una ‘Causa Giusta’, e a fare razzismo sui Meridionali.

Bene! Significa che la campagna ‘Compra Sud’ sta avendo i suoi frutti.

È esattamente quello che vogliamo: arrivare alle orecchie e agli occhi del nostro nemico, e vederlo penare.

Al Nord tremano, e sanno che se il Sud si sveglia sono guai (Al Nord incassano 90 miliardi l’anno con le esportazioni al Sud).

In 159 anni si è sempre fatta una campagna a favore del Nord, schiacciando il Sud. I prodotti Meridionali sono stati svalutati: e il Nord né ha approfittato vendendo i suoi prodotti scadenti, e imbottiti di veleno (Come si può notare dalla cartina) (in questo caso il riferimento è all’area del prosecco, notoriamente inquinata ndr).

Inoltre il Nord, grazie a questa campagna, ha cominciato a produrre ‘Prodotti farlocchi’.

– Babà

– Pastiera

– Panettone (Nato in Sicilia, alla corte di Federico)

– Pizza

– Cannoli

– Mozzarella

La lista di prodotti Meridionali su cui il Nord ha il monopolio è lunga (Grazie anche a politici burattini, e terroni da cortile).

Ecco perché dobbiamo sostenere il ‘Compra Sud’. Guardate le etichette, e comprate da piccoli commercianti di quartiere.

Gli step per demolire il ‘Potere Economico’ del Nord sono semplici:

– Appoggiare il ‘Compra Sud’, aiutando le nostre aziende e creando automaticamente nuovi posti di lavoro (nel Sud ndr)

– Creare un consorzio che tuteli i nostri prodotti, costringendo a versare dei diritti (Stile ‘Piadina Romagnola’)

– Appoggiare la ‘Macroregione Meridionale’, avendo più autonomia su sanità, istruzione, infrastrutture, e pubblica amministrazione (Trattenendo anche il ‘Residuo Fiscale’, tasse, e guadagni di tutte le aziende straniere).

Al Nord sanno di non poter vincere (Come dice anche Carlo Botta): siamo noi che dobbiamo giocarci bene le nostre carte!

FORZA!

Nicola Bergamè”.

Ci piace sottolineare che il penultimo punto del programma annunciato da Vento da Sud, Vento Brigante il “(Trattenendo anche il ‘Residuo Fiscale’, tasse, e guadagni di tutte le aziende straniere)” la Sicilia l’ha in parte codificato, nello Statuto autonomista del 1946 con l’articolo 37 dello stesso Statuto: là dove si stabilisce che le imprese che hanno sede operativa in Sicilia, ma sede sociale fuori dalla Sicilia pagano le imposte alla Regione siciliana: peccato che questo articolo dello Statuto siciliano non sia mai stato applicato e non è tutt’ora applicato, forse – possibile? – perché i siciliani non sono mai scesi in piazza con i forconi per obbligare il presidente della Regione e il Parlamento siciliano a chiedere a Roma l’applicazione dell’articolo 37 dello Statuto.

Ma siamo sempre in tempo per farlo, no? E’ solo questione di volontà politica (e di forconi…).

Intanto il Compra Sud si allarga a macchia d’olio. Per non parlare dello stop ai prosecchi veneti. tanto che, sulla vicenda, è intervenuto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, quello che vuole l’Autonomia differenziata e si vuole tenere il ‘Residuo fiscale’. Ma al quale la ‘botta’ che i produttori di prosecco del Veneto cominciano a prendere per il gran rifiuto dei cittadini meridionali non va proprio giù.

Leggiamo in un articolo su News 24.it:

“Non ho parole Anzi, ne avrei molte, forse troppe, da pronunciare…”, ha postato sui social il presidente della Regione Veneto, scatenando una ridda di commenti, in parte divertiti, in parte critici, in parte caustici, tutti però utili ad ampliare ulteriormente il dibattito sulla questione. La campagna, inizialmente bollata come una boutade, non sembra quindi destinata ad esaurirsi. Al contrario, la sensazione è che i titolari dello storico caffè affacciato su Piazza Bilotti, abbiano più o meno inconsapevolmente dato la stura a quel desiderio di ribellione del Sud, sfruttato, umiliato e depredato, indicando questa volta un sentiero chiaro da seguire, se non per rovesciare del tutto gli equilibri, almeno per ripristinare un rapporto alla pari con le aree settentrionali del Paese: quello del boicottaggio”.

E ancora:

“Spontaneamente, l’esempio del bar deVENETIzzato cosentino è stato nell’immediatezza seguito in città da uno dei dirimpettai del Panoramico, la griglieria Beef & Wine e dalla Ristopizza di Mendicino, centro delle serre cosentine. Ma sta facendo proseliti anche altrove: segnalati due bar a Trani, altri due a Galatone e Nardò. E chissà quanti altri ce ne sono in giro, tra la Campania e la Sicilia.

Commenta Pino Aprile, giornalista e scrittore, autore – per citare solo due opere – di Terroni e Giù al Sud.

“E’ la giusta reazione a questa follia lombardo-veneta-emiliana, supportata dal patto scellerato sottoscritto dal vecchio governo Gentiloni, con cui è stato avviato il processo dell’autonomia differenziata. L’autonomia differenziata ha fatto aprire gli occhi a tanti. E in Veneto si sono molto spaventati. Hanno reagito alla solita maniera leghista, con insulti e contromanifesti. Però la realtà è che senza il Sud, il Nord perde un’ampia fetta del proprio mercato, stimato in circa 70 miliardi di euro. Non è uno scherzo. Ampliando l’iniziativa dalle bollicine ad altre categorie merceologiche, i riflessi sul piano economico possono essere davvero consistenti”.

Arriviamo così ai nostri giorni, con la crisi del Governo Giallo Verde voluta dalla Lega di Salvini:

“La consapevolezza – commenta Pino Aprile – ha raggiunto un livello tale per cui sarebbe davvero sorprendente se tutta questa reazione popolare, con manifestazioni in campo culturale, storico e commerciale, adesso non diventasse anche azione politica. I nostri gruppi sono assediati da persone che ci chiedono di fare un partito al quale aderire e da elettori che ci dicono: candidatevi e io vi voto. L’ultimo schiaffo lo abbiamo avuto con la TAV. Non è difficile immaginare cosa pensano i meridionali di quest’opera, reputata prioritaria dal governo, che tra vent’anni, forse, consentirà alle merci di arrivare a Torino un quarto d’ora prima, mentre al Sud oggi le merci non arrivano proprio perché le infrastrutture ferroviarie in pratica non esistono”.

Arriviamo al partito meridionalista destinato a rappresentare le Regioni del Sud.   Tranquilli, ‘nordisti’: i Terroni si stanno organizzando, alla faccia vostra e alla faccia dei partiti politici nazionali che, soprattutto a partire dalla Seconda Repubblica, hanno scientificamente massacrato il Sud. Tranquilli, stiamo arrivando…

 

QUI L’ARTICOLO DI NEWS 24.IT

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