Palermo tra gli incendi, gli alberi tagliati e gli appalti per Tram e parcheggi/ MATTINALE 357

3 agosto 2019

Cemento, cemento e cemento. Questa parola è tornata di moda a Palermo, città dove il riscaldamento globale gli fa un baffo, se è vero che, senza bisogno della foresta Amazzonica che si riduce e a prescindere dagli incendi di queste ore dell’Alaska, della Groelandia e della Siberia, Palermo ha anticipato tutti eliminando migliaia di alberi, ‘cementificando’ Mondello e altre parti della città e, soprattutto, preparandosi a sette nuove tratte di Tram e al festival dei parcheggi senza controlli ambientali: e vai ‘sinistra’ vai!     

Ieri sera abbiamo dato notizia di un incendio a Palermo. Abbiamo assistito alla scene da notevole distanza, da un terrazzo di Piazza Principe di Camporeale. Il fuoco si è diffuso sui monti che sovrastano contrada Ciaculli e sul monte Grifone. La cosa che ci ha colpito è che il fuoco, che alle 20 circa di ieri sera era ben poca cosa, tre ore dopo ha prodotto un inferno!

Non spetta a noi stabilire se i soccorsi, in prossimità delle zone abitate, sono scattati subito. Quello che possiamo segnalare è che questi incendi si combattono, in primo luogo, con le opere di prevenzione, eliminando erbe secche, arbusti e sterpaglie: e, soprattutto, realizzando i viali parafuoco. In una parola, facendo lavorare, a partire dai primi giorni di maggio (e non a partire dai primi giorni di luglio!) gli operai della Forestale.

Le opere di prevenzione del fuoco sono, anzi, erano state effettuate?

Quello che possiamo dire è che, ieri, è stata la seconda, vera giornata di caldo in Sicilia: vento di Scirocco. In occasione della prima giornata di caldo mezza Sicilia è andata a fuoco. E ieri?

A Palermo e in alcune aree del Palermitano il fuoco non è mancato. Ieri, da quello che ci risulta – oltre all’incendio dei monti che sovrastano contrada Ciaculli e monte Grifone, il fuoco ha creato problemi a Trabia, a San Martino delle Scale, a Monreale, a Partinico, a Borgetto, a San Giuseppe Jato, a Carini, a Camporeale, a Castellana Sicula, a Belmonte Mezzagno, ad Altavilla Milicia, ad Alia.

In provincia di Trapani incendio a Scopello con evacuazione degli abitanti di alcune ville. Nessuna novità, ormai anche da queste parti, quando soffia il vento di Scirocco arrivano spesso le fiamme.

Particolare l’incendio esploso, in queste ore, in provincia di Siracusa: le fiamme si sono avvicinate alla diga sul fiume Anapo, ai piedi dei monti Climiti. Il fuoco ha invaso una zona dove insistono i piloni dell’alta tensione. Superfluo chiedersi com’è stato possibile tutto questo, dal momento che, almeno in prossimità dell’alta tensione, si presuppone che erbe secche e sterpaglie non dovrebbero esistere: ma, a quanto pare, non è così…

Leggiamo su SiracusaNews:

“La centrale idroelettrica Enel viene ‘protetta’ dalle squadre dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile, che lavorano per tenere le fiamme a distanza, anche dalla cabina elettrica. Gli operai sono stati messi tutti in salvo e radunati nel piazzale” (DALLA FOTO CHE POTETE OSSERVARE NON MANCANO ERBE SECCHE E STERPAGLIE!).

Palermo e dintorni, a quanto pare, hanno ancora a disposizione un po’ di verde da dare in ‘pasto’ alle fiamme.

In queste ore il mondo si interroga sugli effetti che potrebbero provocare gli incendi che hanno colpito l’Alaska, la Groelandia e, soprattutto, la Siberia.

Pochi, invece, si interrogano su quello che sta succedendo in Sicilia e a Palermo.

Cominciamo dalla Sicilia. Tre giorni fa il quotidiano La Sicilia ha pubblicato un meritorio articolo di approfondimento sulle opere pubbliche in corso di realizzazione in Sicilia. Si tratta dei fondi del ‘Patto per la Sicilia’. Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e l’assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, fanno il punto della situazione.

Qui trovate l’articolo de la Sicilia. Quello che ci preme sottolineare è che si tratta di decine e decine di opere pubbliche: il 90% circa sono in corso d’opera per un totale di circa 400 stazioni appaltanti tra Comuni, Genio Civile e uffici della Regione siciliana vari.

Forse – ma non se siamo certi – qualche opera è stata completata: per il resto si tratta di opere appaltate o da appaltare: 750 milioni di euro di qua, 120 milioni di euro di là e via continuando.

Quello che ci ha colpito è che si tratta di opere che prevedono cemento, cemento e cemento. Nessuna opera di rimboschimento, di ripristino delle aree verdi ‘inghiottite’ dagli incendi degli anni passati. Nessun sostegno alle attività produttive, per esempio alle attività artigianali o a sostegno delle imprese agricole: solo grandi e medi appalti per improbabili opere pubbliche “necessarie”.

Poiché noi ci occupiamo spesso di finanza locale, fatti 100 i soldi che lo Stato centrale, da cinque-sei anni a questa parte ha scippato alla Regione siciliana, Roma ne sta restituendo, sì e no, 20. Di questi venti, grosso modo, da 16 a 18 andranno per grandi appalti, il resto per pagare il precariato che, con il voto, sostiene l’attuale vecchio ceto politico.

Non ci sconvolge più di tanto la strafottenza dell’attuale politica – nazionale e siciliana – verso l’agricoltura e l’artigianato. Non posiamo, però, non segnalare la follia legata alla mancanza di investimenti a tutela dell’ambiente. Anzi, tutte, ma proprio tutte le opere previste dal ‘Patto per la Sicilia’ prevedono nuove ‘cementificazioni’ del territorio.

La cosa a nostro avviso incredibile è che, mentre sono in fase di realizzazione tutti questi progetti di ‘cementificazione’ del territorio (in alcuni casi con lavori iniziati, in altri casi con gare già bandite o da bandire), mentre proseguono senza sosta i copiosi finanziamenti alle due ‘tele di Penelope’ autostradali della Sicilia – ci riferiamo alle nuove, improbabili strade Palermo-Agrigento e Agrigento-Caltanissetta, opere che, continuando di questo passo, verranno completate, bene che vada, tra una decina di anni: meglio così: l’operai travagghianu, come si dice dalle nostre parti – è arrivata la ‘buona nuova’: il probabile finanziamento di un’ennesima ‘mammella stradale in salsa sicula’: la nuova strada o superstrada, o autostrada (insomma fate voi: “liberamente”, si rispondeva un tempo in Sicilia di fronte all’offerta di partecipare a una tavolata…) Palermo-Ragusa.

In effetti, oltre alle centinaia di opere ‘cementizie’ del ‘Patto per la Sicilia’, oltre alle citate strade di ‘Penelope’, oltre agli eterni appalti ferroviari di Palermo e di Catania si avvertiva la mancanza di un bell’appalto decennale (meglio se ventennale: si ‘crea’ più lavoro…) lungo l’asse Catania-Ragusa. Mancano gli ultimi dettagli: ma quando, finalmente, verranno consegnati i lavori e si aprirà la terza ‘Penelope stradale’ saremo tutti più felici…

Palermo, infine. Città storicamente nemica del verde. Dove al ‘Sacco’ degli anni cianciminiani (i ‘mitici anni ’50, ’60, ’70, in parte, gli ’80 con le ‘Pizzo Selle’). E, naturalmente, gli anni ’90 e il 2000 con la ‘cementificazione’ di Mondello, a partire dal ‘caso’ di via Miseno. Dove la sentenza che ha chiuso questa vicenda giudiziaria segnala un metodo diffuso in tutta la città: e non siamo negli anni ci Ciancimino, ma nel tempo che stiamo vivendo.

E su Palermo – città senza regole urbanistiche, tra Varianti a ruota libera (negli ultimi cinque anni le Varianti urbanistiche hanno segnato il futuro della città con tanti, forse troppi punti interrogativi) – assistiamo attoniti a nuove ‘cementificazioni’ prossime venture come le sette nuove tratte di Tram e nuovo ‘festival’ dei parcheggi.

In genere il Tram e i parcheggi sono alternativi: se realizzi il Tram non dovresti avere bisogno delle automobili. A Palermo, invece, gli appalti per Tram & parcheggi vanno a braccetto, all’insegna della ‘legalità’.

Superfluo far notare che il Tram è superato; che i 15 Km di Tram già realizzati (il cui incredibile costo, pari a 320 milioni di euro, è stato ‘rendicontato’ come “spesa europea”: ‘mitico’ il dipartimento della Programmazione della Regione siciliana e ‘grandiosi’ gli uffici di Bruxelles che avallano tutto questo!) costano ai cittadini una barca di soldi; inutile precisare – come ha fatto il coordinatore dei Verdi Siciliani, Carmelo Sardegna – che, con i due terzi della spesa prevista per le sette tratte di Tram, si potrebbero acquistare bus elettrici per servire tutta la città, comprese le periferie, oggi abbandonate, che tali – cioè sempre abbandonate – resteranno dopo la realizzazione delle nuove sette tratte di Tram e dei parcheggi.

Ma, si sa: a Palermo gli appalti sono appalti: e gli appalti, a Palermo, non si discutono, anche perché sono la “politica”…

In realtà, ne dovrebbero discutere i giudici del TAR Sicilia. Perché? ‘Piccolezze’: perché le sette tratte di Tram e i parcheggi dovrebbero essere realizzati senza i controlli ambientali! E perché? Vabbé, c’è bisogno di dirlo: Palermo, oggi, è già di per sé sinonimo di ‘legalità’: che bisogno c’è di applicare la legge sulla VAS, sigla che sta per Valutazione Ambientale Strategica?

Era stata richiesta la sospensiva del provvedimento. Ma i giudici del TAR e poi quelli del CGA hanno detto che no, la sospensiva va respinta perché ancora non ci sono danni.

Adesso sia aspetta il TAR: ce la vogliamo vedere tutta…

Nel frattempo in città sono stati abbattuti oltre mille alberi. E lo scempio continua. In certi tratti di Palermo, quando fa caldo, c’è da impazzire. ma che importa? I danni ancora non ci sono hanno sentenziato…

Già, i danni.

 

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