Pino Aprile: “I bar ‘devenetizzati’? Siamo solo all’inizio di una lunga serie di iniziative”

2 agosto 2019

In un’intervista a tutto campo rilasciata al ‘Corriere del Veneto’ (gruppo ‘Corriere della Sera’), il giornalista e scrittore del Sud, Pino Aprile, non solo rivendica l’iniziativa bar ‘devenetizzati’, ma annuncia nuove battaglie: “Dopo un secolo e mezzo di discriminazioni, insulti e rapine, il Sud ha aperto gli occhi e sono i suoi abitanti a non volere più il resto dell’Italia”  

“Gli italiani non hanno ancora capito che il vento sta cambiando. Dopo un secolo e mezzo di discriminazioni, insulti e rapine, il Sud ha aperto gli occhi e sono i suoi abitanti a non volere più il resto dell’Italia, come dimostra la richiesta al Parlamento europeo di aprire una commissione sulle discriminazione dello Stato italiano verso il Sud“.

Un Pino Aprile a tutto campo, nell’intervista al Corriere del Veneto (gruppo Corriere della Sera), ha rivendicato l’iniziativa dei bar ‘devenetizzati’, che circola sui social con l’hashtag #comprasud. Una mossa che comincia a fare paura non soltanto al Veneto, ma a tutto il Nord Italia, se è vero che – ‘Compra Sud’ – appello per spingere i cittadini del Sud ad acquistare, fin dov’è possibile, solo prodotti del Sud – comincia a diffondersi tra i tanti cittadini meridionali.

Insomma, per il Centro Nord Italia – e segnatamente per il Veneto e per la Lombardia, regioni amministrate dalla Lega di Salvini, e per l’Emilia Romagna (Regione amministrata dal PD che, per provare a non perdere le imminenti elezioni, ormai cavalca i temi della Lega) – l’Autonomia differenziata, detta altrimenti ‘Secessione dei ricchi’, rischia di cagionare danni seri alle imprese del Centro Nord Italia.

Perché se i cittadini del Sud, in massa, dovessero decidere di non acquistare più prodotti del Centro Nord Italia, a cominciare dall’agro-alimentare, ma non soltanto dell’agro-alimentare – la ‘botta’, per i colonizzatori del Nord sarebbe tremenda!

Ecco perché, in queste ore, dalle parti del Veneto e della Lombardia sono un po’ spaventati. E Pino Aprile, con l’intervista di ieri al gruppo ‘nordista’ del Corriere della Sera, ha rincarato la dose:

Com’è nata questa iniziativa?, gli chiede il giornale milanese-nordista, con riferimento ai ‘bar devenetizzati’.

E Pino Aprile:

“In occasione delle ultime elezioni politiche, la mia pagina Facebook ‘Terroni’ aveva chiesto ai candidati di sostenere il diritto del Mezzogiorno ad avere una spesa pubblica proporzionata almeno alla popolazione, se non addirittura al territorio. In questi mesi il gruppo ‘Agenda Sud-Calabria’ ha portato avanti l’impegno e adesso ha rilanciato la rete dei bar devenetizzati. Il concetto è ‘aiutiamoli a casa loro’, e questa iniziativa è solo la prima di una serie: i gruppi attivi sono molti, intanto partiamo col vino e poi si vedrà”.

Brutte notizie per i nordisti: i ‘terroni’ si sono rotti le scatole e hanno tutta l’intenzione di utilizzare un’arma che nessuno gli può togliere: non acquistare più i prodotti del Centro Nord Italia.

Perché avete scelto proprio il Veneto, e non altre regioni ‘autonomiste’ come Lombardia o Emilia Romagna?, chiede il giornale.

Il giornalista e scrittore, autore del noto Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali risponde così:

“Perché la regione capofila dell’autonomia è questa: il Veneto vuole istituire l’apartheid come norma costituzionale, il resto sono solo chiacchiere e tabacchiere di legno, come dicono a Napoli. Inoltre il riconoscimento dell’Unesco alle colline del Prosecco ha fatto accantonare questo tipo di percorso per la Sila, e in Calabria la cosa non è piaciuta per niente: devenetizzare i bar è un modo per colpire il Veneto nel suo punto più sensibile”.

In effetti, l’Unesco che va a mettere il ‘bollino’ in un’area che, da anni, è oggetto di polemiche per via dell’inquinamento provocato dai pesticidi è veramente incredibile!  

Toccati nel ‘portafoglio’ i veneti si difendono dicendo che sarebbe in corso un’operazione di “razzismo al contrario”.

Secca la replica dello scrittore e giornalista pugliese:

“Boicottare il vino del Veneto è solo una pallida imitazione del razzismo verso noi meridionali. La verità è che i servizi sono tutti concentrati nelle zone più ricche del Paese, e che i loro abitanti sono così abituati a questa situazione che arrivano perfino a credere di essere sfruttati. Evidentemente i veneti non si rendono conto dei privilegi che hanno, altrimenti sarebbero sorpresi di non vedersi tornare indietro le bottiglie con mira precisa”.

Sempre a proposito del Veneto, Pino Aprile aggiunge:

“Sono stati proprio due sociologi veneti, Stefano Cristante e Valentina Cremonesini, a condurre uno studio sulla percezione del Sud nell’immaginario collettivo. Da questo lavoro emerge che negli ultimi 30 anni il Tg1 ha dedicato al Sud il 9 per cento del suo tempo, e il 90 per cento di questo tempo a temi negativi come mafia, cronaca nera e malasanità. Questa è una vera e propria educazione al razzismo. E di fronte a una narrazione come questa, non bisogna sorprendersi se la gente finisce per avere un atteggiamento ostile verso il Sud”.

Chiusura sul prosecco:

“Se evitiamo di bere i vini veneti, è anche perché sappiamo che le colline del Prosecco sono infestate dai pesticidi e che il Veneto è la regione più cementificata d’Italia”.

 

QUI L’INTERVISTA AL CORRIERE DEL VENETO

Foto tratta da indygesto.com 

 

 

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