Esuberi in Unicredit, Raffa: “Vogliono ‘deitalianizzare’ l’azienda per trasferirla in qualche altro paese europeo?”

23 luglio 2019

Unicredit: è scontro sempre più duro tra i vertici dell’Azienda di credito da una parte e i lavoratori e i sindacati – FABI in testa – dall’altra parte. Dura la ‘bordata’ di Carmelo Raffa, che attacca l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier: “Si chiedono sacrifici ai lavoratori per poi constatare che sono finalizzati a riempire le tasche di soldoni…”. Il ‘numeri’ di Unicredit che, dal 2008 ad oggi, ha ridotto il personale del 50%. Il 29 luglio manifestazione di protesta a Messina  

Si fa sempre più duro lo scontro tra i vertici di Unicredit e i lavoratori. L’azienda ha annunciato altri 10 mila esuberi: cosa, questa, che ha scatenato la protesta di lavoratori e sindacati, in testa la FABI. Che lamentano già condizioni di lavoro difficili e una fuga di tanti correntisti verso le Poste italiane. Da Messina, intanto, si annuncia una manifestazione di protesta.

Leggiamo e commentiamo il comunicato della FABI siciliana, il sindacato più rappresentativo. Comunicato molto interessante, perché fa il punto della situazione di questa difficile vertenza in Sicilia:

“I coordinatori regionali della Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI) attaccano il gruppo di piazza Gae Aulenti e l’amministratore delegato Jean Pierre Mustier: ‘Pronti alla lotta contro i 10.000 tagli al personale paventati nel nuovo piano industriale. Da anni niente turnover, pochissime assunzioni. Enormi fette dell’Isola sono scoperte e senza banche, con la clientela che fugge in Poste Italiane’. Il 29 luglio la protesta con un sit-in sotto le sedi dell’azienda”.

“Il comportamento di Unicredit Group – si legge sempre nel comunicato FABI – di fronte alle prese di posizioni manifestate da mesi dalle organizzazioni sindacali in sede Abi (Associazione bancaria italiana ndr), sugli organi di informazioni e su social appare alquanto e fortemente provocatorio”.

“Non sono ottimista sull’andamento delle trattative in Abi, prevedo un autunno caldo con azioni di protesta che non coinvolgeranno solo i bancari, ma anche la clientela”, dice il coordinatore della FABI Sicilia, Carmelo Raffa, figura storica del sindacalismo siciliano in questo settore.

Le indiscrezioni sui nuovi diecimila esuberi del gruppo trapelate su
Bloomberg non sono state smentite dall’Azienda, ma quasi confermate:

“Parole come ‘rientrano nel turnover – aggiunge Raffa – ci inducono ad aprire un fronte di conflittualità con questa azienda internazionale, ma dai connotati italiani. Ci chiediamo se il signor Mustier stia lavorando per ‘deitalianizzare’ l’azienda per poi trasferirla in Francia o in qualche altro Paese dell’Europa”.

E dall’organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa, il cui leader nazionale è Lando Maria Sileoni, arrivano alcuni interrogativi:

“I 10 mila esuberi paventati da Unicredit saranno attuati per il turnover? Ma qual è il significato di turnover secondo i canoni del signor Mustier? Tagliare, tagliare e sempre più tagliare gli organici come ha iniziato a fare dal 2008 ad oggi? E’ questo il significato del turnover”?

“Ricordiamo a Mustier & Co – prosegue il comunicato della FABI – che nel 2008 i dipendenti di Unicredit erano circa 190 mila di cui circa 80 mila in Italia. Oggi sono meno di 90 mila e in Italia circa 36 mila. Da ciò si evince che le nuove assunzioni sono state pochissime e irrilevanti rispetto agli esodi e pensionamenti. E Mustier e i big di Unicredit che hanno piene le tasche di soldi continuano ad abusare del termine turnover per continuare a cacciare i lavoratori dall’Azienda?”.

“In particolare – si legge ancora nella nota della FABI – nella nostra Isola i primi fuochi erano già stati accesi dai lavoratori di Unicredit di Messina e provincia che, riuniti in assemblea, avevano dato mandato alle organizzazioni sindacali di proclamare una giornata di protesta”.

Temi sul tappeto: organici, situazione agenzie, sicurezza sul posto di lavoro, ferie, formazione del personale.

“Lo sciopero – si legge ancora nel comunicato – è stato indetto dalle Rappresentanze Sindacali Aziendali FABI – First/Cisl – Fisac/Cgil e Unisin e si terrà lunedì 29 luglio, dalle 10,00 alle 12,00”.

Sindacalisti e lavoratori attueranno, come forma di protesta, un sit-in sotto la sede di Unicredit. A giudizio di Massimo Pellegrino, segretario coordinatore della FABI di Messina, “la situazione ormai nella nostra
provincia è diventata insostenibile. Le agenzie sono al collasso. Ogni giorno è un’impresa riuscire a far funzionare le filiali. Le code agli sportelli sono ormai una consuetudine. A questo panorama già abbastanza grave si aggiunge, proprio nelle ultime ore, la notizia di nuovi 10.000 esuberi. Cosa ha deciso di fare questa Azienda? Non possiamo stare alla finestra aspettando gli eventi. Dobbiamo dare al Management un forte segnale. Dobbiamo scendere in piazza per rispetto ai lavoratori che in noi ripongono le ultime speranze”.

Secondo Giuseppe Angelini, membro della segreteria di coordinamento FABI, “di fronte a centinaia e centinai di esodi e pensionamenti in Sicilia, l’Azienda ha assunto negli ultimi anni meno di 20 giovani. Oltre il caso eclatante di Messina e provincia – aggiunge – anche nelle altre realtà territoriali emerge un problema di carenza di organici”.

“Le aziende tagliano sempre più personale e chiudono agenzie”, osserva ancora Raffa che esprime preoccupazione “per il fatto che tanti paesi della Sicilia sono rimasti senza una banca e i clienti si riversano, affollandoli, sempre più negli uffici postali e tanti lavoratori non possono godere neanche delle meritate ferie”.

“Il 29 luglio – conclude Raffa – sarò a Messina e, assieme ai dirigenti
sindacali della FABI Unicredit Sicilia -. Porterò solidarietà e sostegno ad una
giusta lotta che rappresenta l’inizio di una stagione conflittuale perché i lavoratori sono stanchi di continuare a fare sacrifici per poi constatare che sono finalizzati a riempire le tasche di soldoni dei vari Mustier”.

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