La protesta degli ex sportellisti a mare? Prima vengono i ‘picciuli’ e i progetti del Centro direzionale…

11 luglio 2019

La vecchia politica siciliana non si smentisce mai. In una Sicilia piena di grandi opere pubbliche incompiuta, il Parlamento dell’isola che fa? E’ pronta per il nuovo ‘pasto miliardario’: il Centro direzionale “a comu veni veni, basta ca ci su i picciuli!”. E i disoccupati? E i lavoratori licenziati dalla stessa Regione, tra Formazione e ex Sportelli? Dopo… E infatti, ieri, la politica ha ignorato la protesta degli ex sportellisti  

La protesta degli ex sportellisti in barca: ne abbiamo parlato ieri (QUI IL NOSTRO ARTICOLO). Torniamo sull’argomento per segnalare la pressoché totale mancanza di umanità da parte dell’attuale politica siciliana rispetto a un dramma sociale.

Ieri, nel leggere i post su Facebook di questi lavoratori – licenziati e lasciati senza ammortizzatori sociali – non siamo rimasti stupiti quando abbiamo appreso che alcuni pescatori, ascoltando il racconto di questi lavoratori massacrati  dalla politica senz’anima della Sicilia, si sono subito prodigati per aiutarli. Così come non siamo rimasti stupiti quando abbiamo preso atto che gli unici che non sono intervenuti sono stati proprio i politici.

C’è un parallellismo che ci piace sottolineare, tanto per illustrare ai nostri lettori di che pasta è fatta, oggi, la politica siciliana. Mentre questi lavoratori davano vista a questa singolare protesta, l’Assemblea regionale siciliana era impegnata in un dibattito ‘cruciale’: come spartire tra tra le varie ‘camarille’ parlamentari i quattro soldi di un disegno di legge definito pomposamente ‘Collegato alla Finanziaria 2019’.

E che è successo, ieri, all’Ars? Niente di novo sotto il sole (che ieri, fino al tardo pomeriggio, era veramente pesante): tanto a te, tanto a me, leva fondi di qua e mettili là, dammi questa cosa a me, prenditi quest’altro cosa tu, ma non interferire con quella cosa lì eccetera eccetera eccetera. Insomma accattonaggio politico e parlamentare, però di basso livello, visto che, come si dice ad Oxford, ‘i picciuli r’a Regione fineru…

Avevamo deciso di non scrivere nulla sulla seduta di Sala d’Ercole di ieri, proprio per la noia e per la pochezza degli argomenti, misti al solito affarismo da vecchia politica-politicante.

Ma stiamo divagando. Torniamo al parallellismo. Da una parte i lavoratori degli ex Sportelli multifunzionali e, in generale, della Formazione professionale siciliana abbandonati dalla politica; dall’altra parte la politica degli affari che, ieri, ha varato e approvato l’articolo di legge per realizzare il solito, immancabile Centro direzionale della Regione siciliana: una storia infinita, che va avanti dalla fine degli anni ’70 del secolo passato, quando chi scrive muoveva i primi passi nel giornalismo.

Perché notiamo questo parallellismo? Proprio per segnalarvi il fallimento integrale, senza neanche il “pressoché”, dell’attuale politica siciliana. Invece di dare risposte a chi ha perso il lavoro, a chi non ha il lavoro, che cosa fanno Governo regionale e Parlamento dell’Isola?  Pensano a realizzare una mega struttura dove piazzare tutti gli uffici della Regione!

Attenzione: l’idea non sarebbe sbagliata. Ma prima di mettere in campo un progetto del genere la Regione dovrebbe conoscere almeno il proprio patrimonio immobiliare. Invece non lo conoscono e, senza nemmeno conoscerlo, ieri, in Aula, è stato detto che la Regione, con il Centro direzionale, risparmierà di qua e risparmierà di là.

Infatti, in tutte le grandi opere pubbliche realizzate negli ultimi vent’anni in Sicilia sono state fatte all’insegna del ‘risparmio’…

Se andate a verificare che cosa è successo con le sole grandi opere pubbliche di Palermo vi accorgerete non solo che non ce n’è una sola completata, ma che tutte, dicasi tutte, nel corso degli anni hanno usufruito di magici incrementi di costi e, quindi, di ulteriori finanziamenti.

Palermo è un caso limite ed emblematico, perché se la ‘mano’ è quella giusta tutto fila liscio e nessuno dice nulla. Esempio: l’incredibile rendicontazione, a valere sui fondi europei, dei 15 Km di Tram oggi in funzione a Palermo: una rendicontazione di 320 milioni di euro per 15 Km di Tram senza gallerie: e vai!

Al Passante ferroviario, all’Anello ferroviario, al Collettore fognario, agli scavi per mettere questo e quello si aggiungerà anche il Centro direzionale che prima farà la felicità dei progettisti e, poi, costerà due, tre, quattro volte in più del prezzo che verrà presentato all’inizio. Tutto è già scritto, fin nei minimi particolari.

Così, i fondi pubblici che potrebbero essere utilizzati per disoccupati e, magari, per chi ha perso il lavoro – per esempio, i lavoratori della Formazione e degli ex Sportelli – finiranno in parte ai soliti progettisti, in parte agli operai da assumere in totale libertà e, in parte, a chi ci guadagnerà una barca di soldi.

Che cosa vi dobbiamo dire, di altro? Che con questa politica – con un Parlamento siciliano che approva un articolo di legge sul Centro direzionale della Regione senza nemmeno conoscere quanti sono i beni immobili della stessa Regione e quanto valgono – la Sicilia non ha alcuna speranza.

Godetevi, cari palermitani, l’ennesima opera pubblica che farà felici i politici di questa pessima legislatura e che rimarrà incompiuta per chissà quanti anni…

 

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