‘Caso’ Sea watch e liberazione della ‘Capitana’: cresce la tensione tra forze dell’ordine e magistratura

4 luglio 2019

Il pronunciamento del GIP di Agrigento – che a tanti italiani è apparso incomprensibile – non sembra aver convinto alcuni dei protagonisti delle forze dell’ordine. L’articolo di ‘ofcs.report’. La polemica sulla motovedetta della Guardia di Finanza che, come spiega un ammiraglio, è una nave da guerra. La difficoltà, nel Sud, di frenare l’onda della Lega di Salvini, oggettivamente aiutato  dal ‘caso’ Sea Watch

Scenari economici riprende un articolo di ofcs.report La percezione della sicurezza. Proviamo anche noi a leggere e a commentare questo articolo nel quale si fa il punto della situazione sui rapporti, in queste ore non esattamente idilliaci, tra magistratura, forze armate e polizia dopo il pronunciamento del GIP di Agrigento, Alessandra Vella, sul ‘caso’ Sea Watch, ovvero sulla liberazione della ‘Capitana’ di questa nave, Carola Rackete.

“Il caso Sea Watch – leggiamo su ofcs.report – rischia di mettere in crisi il rapporto tra magistratura, forze armate e polizia. Qualcuno ne parla apertamente, altri preferiscono non esporsi. Quasi tutto il mondo militare e delle forze dell’ordine, però, non ha digerito la decisione del GIP di Agrigento che ha rilasciato il capitano della Sea Watch, Carola Rackete. Già prima dell’interrogatorio di garanzia, il Cocer della Guardia di Finanza aveva espresso il suo disappunto anche su alcune posizioni (di politici e non solo) che chiedevano la liberazione della Rackete nonostante le evidenti illegalità messe in atto, non da ultimo il tentativo di speronamento della motovedetta proprio della Gdf. E dopo la decisione del GIP di Agrigento, la questione è diventata ancora più calda. Il malumore e l’amarezza all’interno delle forze armate è tangibile”.

Nel’articolo si legge anche una presa di posizione del Cocer Carabinieri:

“Le leggi vanno applicate e non interpretate”.

“Quanto accaduto con la Sea Watch – commenta a Ofcs.report il delegato Cocer Carabinieri, Antonio Tarallo – dimostra quanto sia difficile per le forze dell’ordine far rispettare le leggi dello Stato Italiano e quanto sia sempre più ampia la distanza tra chi opera e chi giudica. Le leggi vanno applicate e non interpretate – sottolinea – altrimenti il caos ci travolgerà e noi poveri uomini in uniforme saremo sempre più vittime della delinquenza. Senza parlare dei parlamentari che dovrebbero dare il giusto esempio e invece politicizzano tutto”.

Durissimo il passaggio finale di questa intervista:

“La democrazia è stata conquistata con il sacrificio dei nostri avi e la stiamo distruggendo con i comportamenti personalistici di una schiera di dementi che non hanno capito che senza una politica di rispetto verso le forze dell’ordine e verso le leggi dello Stato tutto finirà male e la delinquenza prenderà il sopravvento sull’onestà”.

C’è anche una dichiarazione dell’Ammiraglio Felice De Nicola:

“Motovedetta Gdf è nave da guerra. Nel concorso in magistratura sia inserito diritto della navigazione nazionale e internazionale”.

De Nicola, su Facebook, si dice “costernato come tutti i veri militari ed i liberi cittadini”. E aggiunge:

“Il GIP di Agrigento non convalida l’arresto della Conduttrice Rakete perché la Tunisia non risulterebbe porto sicuro quando migliaia di turisti fanno settimanalmente le crociere in quei porti? E poi la motovedetta della GdF non sarebbe nave da ‘guerra’? Ma se sono navi militari essendo iscritte nel Ruolo speciale naviglio militare. Sono equiparate alle navi da guerra, secondo la Cassazione, ai fini della tutela penale riservata ad esse. Nel caso di guerra concorrono al dispositivo navale di difesa marittima! Tutte le motovedette della GdF hanno la bandiera da guerra della Marina Militare! Ma anche se fosse stata una barchetta al servizio del prefetto, non sarebbe stato lo stesso un gravissimo attentato criminale alle nostre leggi italiane? Non possiamo che chiedere che nel concorso in magistratura sia inserito diritto della navigazione nazionale e internazionale”.

“Sono molti, infatti – prosegue l’articolo – quelli che si interrogano sulla reale portata della decisione del GIP di Agrigento. Le perplessità sono tante, soprattutto perché costituisce un precedente rischioso per forze armate e forze dell’ordine. Nel caso Sea Watch, inoltre, si ragiona su una tematica complessa come quella dell’immigrazione dove i giudizi si dividono tra falchi e colombe, visioni permissive e restrittive. Ma tutto questo, suggeriscono dal mondo delle forze militari e delle forze dell’ordine, “non può in alcun modo delegittimare il nostro operato”.

Cogliamo l’occasione per dire anche la nostra su questa vicenda.

Per con il massimo rispetto verso la magistratura, il pronunciamento del giudice Alessandra Vella non ci ha convinto. Non entriamo nel campo del Diritto, perché non è il nostro campo. Ci limitiamo solo ad affermare che tale pronunciamento – questa almeno è la nostra sensazione di giornalisti – è risultato incomprensibile a un gran numero di italiani (e noi siamo tra questi).

Ora, quando la Legge diventa incomprensibile c’è il rischio di scivolare tra Il processo e Il castello di Franz Kafka: e questo è un problema che non va sottovalutato, specie se a cavalcare l’incomprensibilità che si è creata è una forza politica insidiosa come la Lega di Salvini.

Scriviamo questo da meridionali: e lo scriviamo con il disappunto di chi, da mesi, cerca di avviare un dibattito – nel Sud e in Sicilia – sull’assurdità, per i meridionali, di votare una forza politica – la Lega, per l’appunto – che è nata per dividere l’Italia e penalizzare il Sud.

Non possiamo non far notare che tutti gli sforzi fatti per mettere in luce il vero volto della Lega di Salvini nel Sud sono stati in buona parte vanificati. tanti nostri amici che eravamo riusciti a portare dalla nostra parte, in privato, ci scrivono, pressappoco, nei seguenti termini:

“Apprezziamo le battaglie de I Nuovi Vespri per rendere chiaro il significato dell’Autonomia differenziata, ma in questa fase storica, sulla sicurezza, Salvini dà risposte che altri non danno. Dell’Autonomia differenziata non vogliamo sapere più nulla e la prossima volta voteremo Lega con maggiore convinzione”.

Qualche considerazione finale sulla sinistra italiana, o ‘presunta’ tale, e, in particolare, sul PD. I nostri lettori lo sanno: noi riteniamo una iattura la presenza di questo partito che, da quando esiste, ha provocato danni enormi all’Italia e, in particolare, alla Sicilia.

Alla Sicilia ha ‘regalato’ Francantonio Genovese, segretario regionale del PD e poi la disastrosa esperienza del Governo regionale di Rosario Crocetta, con il contorno dei vari Giuseppe Lumia, Antonello Cracolici, Davide Faraone e Confindustria Sicilia.

Ricordiamo che la figura di Antonello Montante, oggi condannato in primo grado, già numero uno di Confindustria Sicilia, è stata presente in ben due Governi regionali di centrosinistra: il Governo di Raffaele Lombardo e il Governo del citato Crocetta.

Al PD la Sicilia deve anche i ‘Patti scellerati’ firmati da Crocetta con il Governo Renzi: atti che hanno ‘terremotato’ le finanze regionali.

Inadeguati come amministratori della cosa pubblica (non c’è solo Crocetta: basti pensare al flop dell’amministrazione comunale di Palermo di Leoluca Orlando: l’immondizia non raccolta che si accumula nelle strade a luglio è la manifestazione palmare di una città alla frutta), il PD, fino ad oggi, non ha fornito grandi esempi.

I militari, giustamente, si soffermano sull’appoggio dato da questi signori del PD alla ‘Capitana’. Ma il problema è a monte: è nella fragilità politica di un partito nato male e cresciuto peggio.

Basti pensare alla Costituzione italiana cambiata (e qualche volta stravolta) a maggioranza semplice: infatti, è grazie al PD se, ormai, cambiare la Costituzione con la maggioranza semplice del Parlamento – e non con la maggioranza qualificata – è quasi ordinario. Così andare a votare per avallare o ‘bocciare’ le riforme costituzionali è diventato un fatto ‘normale’.

Vedere dirigenti e parlamentari del PD salire sulla Sea Watch a difesa della ‘Capitana’ e dei migranti, quando in Italia questi signori hanno massacrato il mondo del lavoro, tra attacco allo Statuto dei lavoratori e Jobs Act è veraente incredibile.

QUI DI SEGUITO L’ARTICOLO PER ESTESO DI ofcs.report 

Foto tratta da latinatoday.it

 

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