Lo scandalo delle energie e Vito Nicastri che ‘canta’: coinvolti solo burocrati e niente politici?

2 luglio 2019

Hanno ragione i colleghi del quotidiano ‘La Sicilia’ quando scrivono che quella di Vito Nicastri “è una collaborazione eccellente che potrebbe portare a colpi di scena clamorosi”. E appunto perché ne siamo convinti sarebbe bene rendere noti tutti i progetti sulle energie approvati dalla Regione siciliana dal 2009 ad oggi, con importi, nomi e cognomi 

Sapete qual è la cosa strana di questa storia del ‘re’ dell’eolico, Vito Nicastri, che sta ‘cantando’, della ‘sagra’ degli Arata, degli assessori e dei burocrati che giocano a scaricabarile? Semplice: che, a parte la vicenda giudiziaria del citato Nicastri e dei problemi dell’allora sindaco di Salemi, Vittorio Sgarbi, delle energie – per la precisione, del grande affare delle energie – si è cominciato a parlare in questa legislatura.

Ripetiamo: a parte le roventi polemiche sollevare negli anni passati da Sgarbi (che in alcuni casi non aveva affatto torto: anzi) contro la proliferazione delle pale eoliche e a parte il ‘caso’ Nicastri, delle energie, ovvero degli interessi di chi realizza gli impianti, nella passata legislatura si è parlato poco o nulla.

Prima della legislatura 2012-2017 qualche polemica c’è stata. Ricordiamo che il Governo regionale di Raffaele Lombardo, appena insediato, cominciò a mettere dei paletti sull’energia eolica, molto gettonata ai tempi del suo predecessore, Totò Cuffaro.

In effetti – dobbiamo riconoscerlo anche se il personaggio non ci fa grande simpatia – il Governo Lombardo ha bloccato il dilagare delle pale eoliche. Poi, però, nel 2009, ha approvato il progetto per il rigassificatore di Porto Empedocle, che non è certo un esempio di tutela dell’ambiente…

Ma il tema, oggi, rispetto alle energie, non è il ruolo del Governo Lombardo. Il periodo che andrebbe passato a setaccio – a nostro modesto avviso – è rappresentato dagli ultimi anni del Governo regionale di Rosario Crocetta: il periodo in cui, messo da parte l’allora assessore Nicolò Marino, la gestione dell’acqua, dei rifiuti e delle energie è finita nelle mani del PD.

Di questi due anni circa, in materia di energie, sappiamo poco o nulla. A parte la gestione di questo settore da parte dei renziani del PD.

Sul quotidiano La Sicilia leggiamo:

“Parla Vito Nicastri, imprenditore alcamese ritenuto tra i finanziatori della latitanza del boss Messina Denaro finito al centro di una inchiesta su un giro di mazzette alla Regione siciliana. Parla da settimane e racconta ai pm di Palermo di tangenti e favori. Dal carcere in cui è rinchiuso con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, autoriciclaggio, corruzione e intestazione fittizia di beni, svela ruoli dei protagonisti dell’ennesimo caso di corruzione nella burocrazia regionale siciliana, fa nomi di soci occulti e quantifica il prezzo della «benevolenza» di chi, illecitamente, gli rilasciava permessi e autorizzazioni”.

“Quella di Nicastri, in carcere assieme al figlio Manlio, suo partner nel business delle energie rinnovabili – prosegue l’articolo – è una collaborazione eccellente che potrebbe portare a colpi di scena clamorosi e complicare la posizione processuale di uno dei suoi soci nascosti: Paolo Arata, faccendiere, consulente della Lega, finito in cella per gli stessi reati insieme al figlio Francesco. Arata è indagato anche a Roma per una presunta tangente di 30mila euro all’ex sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri”.

Non è un po’ strano che, in questa storia, fino ad ora, sia venuto fuori il nome di un solo politico, per giunta non siciliano? Quindi dobbiamo dedurre che in tutti questi anni nessun politico siciliano è stato coinvolto nel grande affare delle energie in Sicilia?

Scrive il parlamentare del Movimento 5 Stelle, Antonio De Luca:

“Anche se il presidente dell’Ars Micciché (Gianfranco Miccichè, presidente del Parlamento siciliano ndr) tende a minimizzare, il Governo Musumeci esce dalla vicenda Arata e Nicastri con le ossa rotte. L’inchiesta fa emergere un rapporto malato tra politici, funzionari e faccendieri, facilitatori di incontri e assessori autodichiaratisi inconsapevoli. Dalle audizioni della Commissione Antimafia Ars arriva la conferma di un quadro fosco da cui emergono palesi discrepanze tra le dichiarazioni dell’assessore Pierobon (Alberto Pierobon, attuale assessore con delega a rifiuti, acqua ed energia ndr) e del dirigente Cocina (Salvo Cocina, dirigente generale della regione ndr). Il caso Arata dimostra in maniera inequivocabile che gli assessorati del governo Musumeci sono assolutamente permeabili, tanto quanto lo erano ai tempi di Crocetta e Montante. Cambiano gli attori, ma trama e scenario restano sempre gli stessi e purtroppo, a pagarne le conseguenze è sempre la Sicilia”.

Domanda: ma se ” gli assessorati del governo Musumeci sono assolutamente permeabili, tanto quanto lo erano ai tempi di Crocetta e Montante”, perché Antonio De Luca non ci parla anche di quello che succedeva nella passata legislatura?

“Per quanto attiene a Pierobon – spiega De Luca – questi oggi ha dichiarato di aver discusso con il Presidente Musumeci dei diversi procedimenti oggetto di valutazione da parte del suo assessorato, mentre nei giorni scorsi aveva dichiarato di aver informato Musumeci specificamente del caso Solgesta. Il dirigente Cocina, inoltre, nei giorni scorsi aveva affermato che la pratica degli Arata non era accoglibile, mentre Pierobon ha affermato che il dirigente all’epoca dei fatti non avesse messo la pratica sulla via della definizione negativa dell’iter procedimentale, ma anzi avesse redatto una bozza di provvedimento da cui non si evinceva la bocciatura del progetto. Ho chiesto quindi all’assessore – conclude De Luca – di trasmettere questa bozza alla commissione per consentirne l’esame e capire se qualcuno di loro ha detto il falso”.

“Il dipartimento energia rifiuti – spiega la deputata regionale grillina, Roberta Schillaci – necessita di una seria riorganizzazione dati gli enormi ritardi nelle esitazioni delle pratiche e per questo chiediamo un potenziamento del dipartimento da un punto di vista delle risorse umane. Sarebbe inoltre opportuno che venga istituito un registro di tutti i visitatori che giornalmente accedono presso gli uffici della macchina amministrativa regionale, in modo da evitare che i vari ‘Arata’ possano avere accesso facilitato nei vari dipartimenti regionali”.

Secondo noi c’è un po’ di confusione. Voluta. Frutto, in primo luogo, della disastrosa riforma amministrativa della Regione, che ha messo in capo a un solo dipartimento tre settori – acqua, rifiuti e energie – che dovrebbero essere gestiti ognuno con un proprio dipartimento.

Ma i politici siciliani sono ‘bravi’ a combinare certi ‘inquacchi’… I politici e non i burocrati, così, tanto per essere chiari!

Cosa fare? Una cosa semplicissima: rendere pubblici tutti i progetti sulle energie approvati dalla Regione siciliana dal 2009 ad oggi. Il 2009 – lo ricordiamo – è l’anno in cui Confindustria Sicilia entra a far parte del Governo regionale: e non ci sembra una cosa di poco conto.

E allora presidente Musumeci, forza e coraggio: rendiamo noti tutti i progetti sulle energie approvati dalle Regione dal 2009 ad oggi, con relativi importi e nomi e cognomi degli imprenditori.

Lo faccia lei, presidente Musumeci, senza bisogno di passare dalla commissione Antimafia regionale: ‘trasparenza’ totale.

Dalla ‘lettura’ di questi dati – che andranno contestualizzati agli anni in cui sono stati approvati – si capiranno tante cose…

O dobbiamo pensare che i politici sollecitavano e sponsorizzavano gli incontri per pura filantropia?

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